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domenica 22 luglio 2012

Hit the road

Ben ritrovati, tutti quanti.
Oggi non vi parlo di cinema, ma di musica: la settimana appena trascorsa infatti ha visto ben due eventi musicali.
Giovedì, in piazza Europa di Villasanta (Monza) si é tenuto un concerto folk dell'Ensamble Sangineto, accompagnato dalle danze tradizionali irlandesi della "Compagnia Tra-Ballante" e dal gruppo Damatrà http://www.facebook.com/pages/DAMATRA/119514738167.
Venerdì, alla Dolcenoteca di Lurago d'Erba, si é esibita la regina del Blues di (ehm) Como-Camerlata, una vera e propria star internazionale che si é esibita anche in (ehm) Canton Ticino.
Valentina Romano e il suo Trio Blues.

L'Ensamble Sangineto é composta da Adriano Sangineto (arpa), Tiziano Cogliati e Matteo Livraga (violino e tamburo) e Caterina "Daphne" Sangineto (vocalist) che si é esibita in una splendida cover di Enya che mi ha dato i brividi. La famiglia Sangineto non si limita solo a suonare, ma costruisce i propri strumenti con materiali e tecniche d'epoca. Potete trovare il loro sito qui: http://www.adrianosangineto.com/adriano/?q=node/167

Il trio di Valentina Romano é composto, oltre che da Valentina stessa, dai chitarristi Matteo Finizio e Roberto Limonta, capaci di compiere veri e propri virtuosismi con i loro strumenti, mentre Valentina, più che cantare, in-canta, c'é qualcosa di magico nella sua voce. 

Il problema della musica rispetto al cinema, é che non può essere raccontata: per capire cosa voglio dire, dovete ascoltare le chitarre di Roberto e Matteo, l'arpa di Adriano, la voce potente e malinconica di Valentina e quella gentile e gioiosa di Caterina, dovete vedere i ballerini con i vostri occhi.

c'é solo una cosa che posso dirvi: ne vale la pena.

Mi dispiace anzi, che le mie parole siano inadeguate per rendere giustizia sia agli uni che agli altri.

martedì 17 luglio 2012

Ho una grande ammirazione e un profondo rispetto per i modaioli.
La loro capacità di farsi strada nella vita senza avere uno scopo preciso ha dell'incredibile.
La loro costanza nel seguire l'effimero ha qualcosa di eroico, come pure la loro abnegazione nel lasciarsi alle spalle da un minuto all'altro quello che, fino al giorno prima, era la loro vita senza battere ciglio (non mi riferisco solo alle cose, ma anche alle persone).
Ma soprattutto, la loro capacità di rinnovare completamente il guardaroba ogni tre mesi, secondo me ha qualcosa di soprannaturale.
Non capisco proprio come ci riescano. 

sabato 14 luglio 2012

Specchio, Specchio delle mie brame....


"Il mio amore un dì verrà" cantava una volta Biancaneve.
"Seee, aspetta e spera!" Aveva risposto Shrek.
A quanto pare, la dolce principessa si é stancata di aspettare.

Nel 1937 Biancaneve & i Sette Nani ha fatto la storia del cinema, e adesso é un classico, ma quando é uscito per la prima volta molti hanno sottovalutato la portata dell'evento.
Anche se é ancora troppo presto per esserne sicuri, credo che Biancaneve & il Cacciatore potrebbe ripetere il fenomeno. E non credo sia un caso: la cultura va immaginata prima di  poter essere elaborata, e la favola di Biancaneve sta alla base del nostro immaginario.

Devo ammettere che quando sono entrato nel cinema non mi aspettavo gran che, e anche dopo non mi ha entusiasmato, ma va bene così: l'entusiasmo risplende ma si brucia presto, mentre Biancaneve tocca qualcosa di profondo senza neppure increspare la superficie; forse é questa la morale della sua storia, e la sua vera magia.
Ho detto Magia?
Sì, perché questo film si potrebbe leggere anche in chiave esoterica: Biancaneve, che riporta la vita dopo un periodo di tenebra, é la Regina di Primavera, la Rosa, che annuncia la sua nascita, é il simbolo dell'immortalità ma in questo caso anche della forza (non sfiorisce neppure d'inverno) mentre la sua dura, gelida  matrigna, é la Regina d'Inverno (proprio il rigore dell'inverno uccide la madre di Biancaneve (Regina di Coppe) mentre la matrigna stessa uccide suo padre con un pugnale (il Re di Coppe, ossia l'Estate, ucciso dalla Regina di Spade, cioè l'Autunno). Quando alla fine Biancaneve viene incoronata regina, quello che ha in mano non é uno scettro, ma un ramo fiorito (la Regina di Bastoni nei tarocchi rappresenta la Primavera).
Ma oltre ai significati esoterici, ce ne sono anche altri: il nome della regina oscura (Charlize Theron) é Ravenna, che richiama l'oscurità (Raven in inglese significa corvo) ma anche la bellezza decadente e corrotta dell'arte bizantina; i suoi vestiti trasmettono un senso di disfacimento (sì, ho letto l'intervista alla costumista) ma quello che ce la fa veramente temere é la sua capacità di ringiovanire e invecchiare da un minuto all'altro, rubando la forza vitale delle persone che ha attorno come un vampiro (per questo non uccide Biancaneve, le serve viva e forte, per sacrificarla e ottenere così l'immortalità). La magia di Ravenna é la più nera che possa esistere: sangue, ossa e piume di corvo, ali di coleottero e pelle di serpe, fiamma e bruma (provate a ripeterlo se avete il coraggio).
Per contro, la magia cristiana, sembra impotente di fronte all'Oscurità: Ravenna si sposa in una cattedrale, alla presenza di tre vescovi mentre un coro intona un "Hallelujah", ma questo non sembra disturbarla minimamente; imprigionata nella torre, Biancaneve recita il Padre Nostro solo per assistere ad altri orrori, e subirne lei stessa. "Fuoco al Gelo, Gelo al Fuoco"  mormorerà invece dopo aver attraversato la Foresta Oscura (guidata dal Cacciatore - la fuga nella Foresta Oscura é una metafora di un viaggio iniziatico, sciamanico) e dopo essersi risvegliata dal sonno stregato (Baciata dal Cacciatore - il Principe é il personaggio più inutile di tutto il film).
Biancaneve ha capito che, l'unico modo per affrontare la strega, é diventare una strega lei stessa; Ravenna lo sa e la teme, perché la sola che può ucciderla é proprio Biancaneve.
E sarà proprio Biancaneve a guidare un esercito contro il castello di Ravenna, ma entrerà da sola nella Sala dello Specchio, centro del suo potere.
Rimaste entrambe senza esercito e senza magia, si affronteranno... a botte.

La vera forza di questo film però é la sua capacità di depurare la storia da tutti i vecchi clichè (sarò onesto, forse non da quelli nuovi) senza per questo rinnegarli. Il regista ha fatto i suoi compiti, assumendo un consulente per il Folklore e un consulente medievalista, che riesce a dare al film un tocco di realismo e surrealismo allo stesso tempo, e inoltre il film é stato girato con tecniche ecosostenibili (mi sono fermato in sala a leggere i titoli di coda, Dea, quanto sono nerd). Biancaneve non é buona: é Biancaneve. Ravenna non é cattiva: é una strega. Entrambe svolgono il loro ruolo e seguono il loro destino.
Il personaggio più umano di tutto il film secondo me resta comunque il Cacciatore, di cui non sappiamo neppure il nome. Dopo aver guidato, protetto, la principessa, dopo aver superato i dolori del suo passato, lo troviamo nella sala del trono, sempre a fianco di Biancaneve ma in disparte, nascosto tra la folla.
Perché ha finalmente trovato la sua donna, l'immagine della Dea, ma ha capito che é troppo bella per tenerla tutta per sé.
Lo posso capire.

venerdì 13 luglio 2012

Dichiarazione di Neutralità

Cercherò di essere il più diplomatico possibile: Non ho intenzione di essere coinvolto in dispute teleologiche su quale sia il modo "giusto" di allacciarsi le scarpe.
Personalmente, ho risolto il problema con i mocassini, ma chiunque é libero di fare come vuole.
Voglio solo cercare di rimettere un po' d'ordine attorno a me, e penso che il modo migliore di farlo sia darmi da fare da solo, per quanto possibile.
Se qualcuno vuole litigare, non guardi me.
Il Ducato d'Insubria si dichiara neutrale.

giovedì 12 luglio 2012

Vorrei mettere alla prova alcuni assiomi:

1) siamo in crisi.

Su questo non ci sono dubbi.

2) La crisi non é solo economica, é anche culturale.

Possibile

3) E' soprattutto una crisi di valori

Mi permetto di dissentire: non abbiamo dimenticato le parole dell'inno nazionale.

Abbiamo dimenticato persino come ci si allaccia le scarpe.

Conclusione:

Dobbiamo ripartire da zero.
E' per questo che sono qui: non ho nessuna pretesa di salvare la Patria (anche perché non ricordo esattamente cosa sia) cerco solo, come dicono a New York, di metterci i miei due centesimi.