Stazione Ferroviaria di Lambrate, 10 Novembre 1924
La giornata é pessima, il tipico grigio e uggioso mattino milanese, anche se dopo il tempo passato oltremanica qualche nuvola e un po' di freddo non dovrebbero turbarmi più di tanto: immagino di aver acquisito le abitudini degli Inglesi, per cui ogni occasione é buona per lamentarsi del clima.
Di bene in meglio, fatico a trovare il binario e, una volta trovato, ho dei problemi a trovare lo scompartimento (avevo dimenticato quanto fossero inefficienti le Ferrovie del Regno d'Italia. Chi dice che
adesso i treni arrivano in orario?).
Almeno sono riuscito a non perdere il treno, sarebbe stato un problema dopo tutto quello che é costato al Servizio Segreto farmi arrivare fino a qui.
Mentre il treno sta lasciando la stazione, solerti funzionari distribuiscono a ciascun passeggero una copia fresca di stampa del Convivio della Sera, un piccolo giornale, organo di partito. Naturalmente, la notizia della morte dell'Onorevole é in prima pagina.
Conosco già i fatti, e sono leggermente disgustato dal tono propagandistico che questo giornale non riesce ad abbandonare neppure di fronte a un lutto; ciò non di meno, lo rileggo due o tre volte, lasciando che le informazioni importanti scivolino poco alla volta nella mia testa: l'assassino, uomo o donna che sia, molto probabilmente é su questo stesso treno, assieme al fascicolo rubato, e come lo so io, lo sanno altri.
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Su questo treno, nessuno é quello che sembra |
Devo stare molto attento: qui nessuno é quello che sembra.
All'interno del giornale si trova anche un opuscolo, una specie di guida turistica del luogo in cui siamo diretti. Non é niente di che, qualche foglio pinzato assieme e un paio di foto sgranate, ma include una mappa, con i maggiori punti d'interesse messi in evidenza, compresa la stazione, la Piazza del Mercato, il lungolago e una scritta sottolineata che dice
Trattoria Gos.
Studio anche quello con attenzione, ogni informazione in più potrebbe tornarmi utile, ma mi perdo nelle note storiche scritte in appendice, un grosso errore vista la situazione in cui mi trovo.
"Duca d'Insubria! Anche voi su questo treno?" per un attimo, sono colto alla sprovvista. Mi aspettavo che qualcuno avrebbe potuto riconoscermi (e del resto se il modo migliore per nascondere qualcosa é metterla in evidenza, allora le migliori spie sono i volti noti) ma non mi aspettavo che accadesse così presto.
L'uomo che ho davanti, un certo Imbonitore (di nome e di fatto, anche se é chiaro che quello non é il suo vero nome) sembra sapere più cose di quanto non dica.
"sono in viaggio ufficiale, per conto del governo" gli rispondo, temendo di scoprirmi troppo, ma un'eccessiva reticenza da parte mia sarebbe ancora più sospetta.
"Non sarà per caso collegato all'Omicidio Matteotti?"
Adesso é lui che si scopre. Mi domando che cosa ha in mente.
"Lo avete detto voi, non l'ho detto io!" gli rispondo.
"Vedo che ci capiamo" annuisce, e si dirige verso l'altro scompartimento.
La prima sosta dura più di quanto dovrebbe: due uomini in uniforme salgono a bordo, e iniziano a prendere i nomi dei passeggeri.
Uno di loro si identifica come Colonnello Barabba, e afferma che sta conducendo un'indagine per conto dell'esercito.
É arrogante come tutti i militari, ma ha un difetto di pronuncia che lo rende quasi comico.
L'altro, che sta fisicamente trascrivendo i nomi, é un certo Caporale Bellocchio, che da l'impressione di essere un vero idiota. Mi domando come mai il colonnello non lo abbia ancora buttato fuori dal treno, e sospetto che gli costi un grosso sforzo trattenersi.
Tra una domanda ai passeggeri e una sfuriata nei confronti del suo sottoposto, il Colonnello continua la sua indagine.
Intanto, il treno riparte.
CONTINUA...