Prima della Fest Noz di Capodanno, il programma prevedeva per il 31 dicembre un giorno libero per visitare la città di Quimper. Siccome in parte l'avevo già visitata nelle sere precedenti, non ero troppo sicuro di dove andare, finché un acquazzone improvviso non mi ha costretto a cercare rifugio proprio nel Museo Bretone.
Ho deciso quindi di fare di necessità virtù visitando il museo, e ne ho avuto buoni frutti: la visita mi ha infatti permesso di confrontare la protostoria bretone con le conoscenze acquisite durante i miei precedenti viaggi in Gran Bretagna e Irlanda, e persino con qualcosa di molto più vicino a casa di cui avevo parlato in uno dei miei primissimi articoli.
La prima cosa che vedo all'ingresso è questa stele bifronte.
Si ritiene che le due facce, scolpite su lati opposti, volessero guardare contemporaneamente al passato e al futuro, e forse lo fanno: la stele sembra una lontana parente delle Pietre di Carnac, ma in essa si intravede l'inizio dell'arte celtica del periodo successivo.
Questo Torque, che risale alla tarda Età del Bronzo, è un tipico ornamento del mondo celtico, ed era diffuso in tutte le terre abitate dai Celti compresa la Gallia Cisalpina. La fattura di questo particolare oggetto ricorda i suoi omologhi in Irlanda. Oggetti simili ritrovati in Lombardia risalgono invece alla Prima Età del Ferro, dai tre ai cinque secoli dopo e hanno uno stile leggermente diverso.
Anche questi mini-torque risalgono all'Età del Bronzo, secoli prima di Hallstatt e qualche migliaio di chilometri più a nord/nordovest. Potevano essere forse dei bracciali, oppure è possibile che fossero usati come moneta tra i vari regni tribali Celti prima dell'arrivo dei Romani. (NOTA: il termine "tribù" non va inteso nel senso moderno. Le tribù celtiche erano delle entità proto-statali che costituivano piccole nazioni interdipendenti, simili ai "regni" della Grecia Micenea citati nell'Iliade, o ai moderni cantoni svizzeri).
Le monete hanno disegni simili, nello stile se non nel soggetto, a quelle trovate in Brianza, ma a differenza dei torques risalgono ad un periodo molto più tardo. La comparsa delle monete sembra seguire un percorso opposto rispetto alla diffusione dei gioielli, procedendo di pari passo con l'espansione Romana, dal Mediterraneo all'Atlantico.
Se accettiamo di applicare ai gioielli dell'Età del Bronzo un criterio simile alle monete del periodo romano, dovremmo forse rivedere le nostre teorie sull'origine e l'espansione dei Celti.
La ricerca continua.
Pagine
▼
domenica 31 gennaio 2016
domenica 24 gennaio 2016
martedì 19 gennaio 2016
Fest Noz - Seconda Parte
Si potrebbe supporre che la Fest Noz di Capodanno sia la più importante di tutte, ma non è così: i Bretoni sono abituati ad averne una ogni settimana, e la notte del 31 dicembre non sembra molto diversa, per loro, da qualunque altra.
Neppure il Capodanno, di per sé, sembra molto sentito in Bretagna, forse proprio perché è un Paese Celtico (e allora mi chiedo come sarebbe tornarci il 31 ottobre) o forse a causa della differente mentalità dei popoli Atlantici (sia Celtici che Anglosassoni) rispetto a quelli Mediterranei, dove a una festa da ballo non si va per ballare ma "per l'obbligo schiacciante di doverci essere a qualunque costo" (cit. Alessia Mainardi).
In Bretagna non c'era nulla di tutto questo: niente raffiche di fuochi artificiali come colpi d'artiglieria, niente banchetto di fine anno che dura fino a mezzanotte o lotte serrate per aggiudicarsi l'ultimo tavolo al ristorante (se proprio si vuole uscire, anche una semplice rosticceria va bene) niente attesa spasmodica dell'ultimo secondo con la bottiglia di champagne in mano.
C'era solo gente che ballava e ballava e ballava, alcuni addirittura ballavano scalzi, abitudine non inconsueta nelle terre celtiche. I musicisti hanno smesso di suonare solo per un attimo, giusto il tempo di urlare "è mezzanotte, buon anno nuovo a tutti" e poi le danze sono riprese, ancora più frenetiche di prima; per alcuni minuti non ero neppure certo se fosse già l'anno nuovo oppure no.
A questo punto, le persone in sala erano visibilmente cadute in una specie di trance estatico, che io stesso, in parte, ho potuto sperimentare durante la festa e anche dopo (e l'alcool non centra, perché ho appena toccato un singolo bicchiere di sidro in tutta la serata).
É quasi straziante constatare che, nei locali milanesi, ho visto persone riempirsi di vodka e tequila nel tentativo di raggiungere uno stato simile, senza peraltro riuscirci neppure lontanamente, e anzi, ottenendo un effetto del tutto opposto, mentre per i Bretoni è sufficiente sentire la musica.
Continuate a leggere.
Neppure il Capodanno, di per sé, sembra molto sentito in Bretagna, forse proprio perché è un Paese Celtico (e allora mi chiedo come sarebbe tornarci il 31 ottobre) o forse a causa della differente mentalità dei popoli Atlantici (sia Celtici che Anglosassoni) rispetto a quelli Mediterranei, dove a una festa da ballo non si va per ballare ma "per l'obbligo schiacciante di doverci essere a qualunque costo" (cit. Alessia Mainardi).
In Bretagna non c'era nulla di tutto questo: niente raffiche di fuochi artificiali come colpi d'artiglieria, niente banchetto di fine anno che dura fino a mezzanotte o lotte serrate per aggiudicarsi l'ultimo tavolo al ristorante (se proprio si vuole uscire, anche una semplice rosticceria va bene) niente attesa spasmodica dell'ultimo secondo con la bottiglia di champagne in mano.
C'era solo gente che ballava e ballava e ballava, alcuni addirittura ballavano scalzi, abitudine non inconsueta nelle terre celtiche. I musicisti hanno smesso di suonare solo per un attimo, giusto il tempo di urlare "è mezzanotte, buon anno nuovo a tutti" e poi le danze sono riprese, ancora più frenetiche di prima; per alcuni minuti non ero neppure certo se fosse già l'anno nuovo oppure no.
A questo punto, le persone in sala erano visibilmente cadute in una specie di trance estatico, che io stesso, in parte, ho potuto sperimentare durante la festa e anche dopo (e l'alcool non centra, perché ho appena toccato un singolo bicchiere di sidro in tutta la serata).
É quasi straziante constatare che, nei locali milanesi, ho visto persone riempirsi di vodka e tequila nel tentativo di raggiungere uno stato simile, senza peraltro riuscirci neppure lontanamente, e anzi, ottenendo un effetto del tutto opposto, mentre per i Bretoni è sufficiente sentire la musica.
Continuate a leggere.
domenica 17 gennaio 2016
sabato 16 gennaio 2016
Fest Noz - Prima Parte
Fest Noz in Bretone significa "festa notturna": si tratta di una festa tradizionale, dove la musica viene suonata dal vivo con strumenti caratteristici come la bombarda (una specie di tromba o di oboe) e il biniou, la cornamusa bretone, e si ballano le tipiche danze bretoni come l'An Dro.
Ogni villaggio organizza, almeno una volta all'anno, la propria Fest Noz, che soprattutto d'estate non sono solo un richiamo per i turisti, ma anche per molti un'alternativa ad altri tipi di locali notturni (quella che in Italia si chiamerebbe la Movida, con un termine preso a prestito dallo spagnolo).
In Italia feste del genere sarebbero frequentate solo da persone anziane, ma non in Bretagna: qui si incontrano persone di ogni età, uomini anziani, ragazze giovani, e anche bambini, perché una festa da ballo in queste zone é il punto d'incontro dell'intera comunità; e non aspettatevi neppure qualche sonnolento ballo liscio di quelli popolari nelle nostre zone, nelle danze tradizionali bretoni non c'é niente di "liscio", ma sono, volutamente, delle vere e proprie prove di resistenza.
Si balla tutti assieme, in lunghe catene in cui ci si tiene, di solito, per il mignolo, seguendo un ritmo cadenzato e muovendo le braccia all'unisono con un movimento circolare. Un singolo ballo può durare un quarto d'ora o più.
Anche a me sembrava complicato all'nizio: alle Notti d'Ys di solito tendevo a fuggire dagli An Dro per salvarmi i mignoli. Il modo migliore di imparare un ballo bretone é di andare in Bretagna: é una di quelle cose che si imparano facendole, e non vi preoccupate, se non sapete qualche passo, qualcuno sarà così gentile da spiegarvelo (lo hanno fatto con me e anche la nostra guida ha imparato in questo modo).
La maggior soddisfazione di questa serata, oltre al fatto che mi sono proprio divertito, é che ho superato la mia insicurezza nei confronti dei balli bretoni. Posso dire che é stato il miglior Capodanno che io abbia trascorso da parecchio tempo.
Continuate a leggere.
Musica dal vivo e balli tradizionali |
si balla in gruppo, di solito tenendosi per i
mignoli
|
Si balla tutti assieme, in lunghe catene in cui ci si tiene, di solito, per il mignolo, seguendo un ritmo cadenzato e muovendo le braccia all'unisono con un movimento circolare. Un singolo ballo può durare un quarto d'ora o più.
Il ritmo é molto veloce e cadenzato |
La maggior soddisfazione di questa serata, oltre al fatto che mi sono proprio divertito, é che ho superato la mia insicurezza nei confronti dei balli bretoni. Posso dire che é stato il miglior Capodanno che io abbia trascorso da parecchio tempo.
Continuate a leggere.
venerdì 15 gennaio 2016
Crêperie Les Genêts
Una delle ragioni per cui, quando sono all'estero, evito gli italiani, é che spesso non si rendono neppure conto dei luoghi che visitano: che si tratti di Buckingham Palace o di un parcheggio coperto, dei Giardini Botanici di Glasgow o di un campo d'insalata, per loro é lo stesso.
In compenso, ricorderanno perfettamente, anzi, addirittura con commozione, quello che hanno mangiato.
Per me che salterei un pasto pur di visitare il Museo di Sherlock Holmes, scrivere un articolo che parla di un ristorante é quasi una vergogna, ma ci sono alcuni posti che meritano una menzione speciale, e la Crêperie Les Genêts in Rue Nationale 56690 Landevant, é uno di quelli.
Oserei dire che potrebbe essere la miglior crêperie della Francia, o almeno della Bretagna, deve esserlo, se ha fatto colpo persino su di me (tra l'altro, la cucina francese neanche mi piace).
Il posto si trova più o meno a metà strada tra Lorient e Carnac.
La proprietaria, un altro dei contatti della nostra guida, é stata così gentile da aprire il locale apposta per noi, nonostante la bassa stagione, con qualche inconveniente da entrambe le parti: siccome ci siamo attardati nella nostra visita a Carnac, siamo arrivati a Les Genêts solo nel tardo pomeriggio, e non siamo riusciti a pranzare prima delle cinque, ma per me é stato molto meglio così: con una crêpe salata e una dolce, in pratica ho fatto pranzo e cena assieme, che mi ha permesso di andare a letto presto, conservando le energie per la festa di Capodanno della sera dopo.
La parte nord-occidentale della Francia tra l'altro, continua ad essere ancora oggi un territorio di contatto tra le Isole Britanniche e il Continente, in cui entrambe le culture si mescolano: la proprietaria infatti é originaria d'Oltremanica e quindi, oltre alle crêpes, offre la possibilità di un piatto di Fish & Chips, ma alla fine di dicembre é stato necessario prenotare in anticipo la propria ordinazione.
Nell'insieme, il locale era abbastanza British da farmi sentire a casa, ma anche sufficientemente Francese da dare quel tocco di esotico (per me francese é esotico).
Se vi capita di passare per Plomodiern e volete fermarvi in un posto accogliente, caratteristico, dove non si spende molto, fermatevi alla Crêperie Les Genêts.
In compenso, ricorderanno perfettamente, anzi, addirittura con commozione, quello che hanno mangiato.
Per me che salterei un pasto pur di visitare il Museo di Sherlock Holmes, scrivere un articolo che parla di un ristorante é quasi una vergogna, ma ci sono alcuni posti che meritano una menzione speciale, e la Crêperie Les Genêts in Rue Nationale 56690 Landevant, é uno di quelli.
Oserei dire che potrebbe essere la miglior crêperie della Francia, o almeno della Bretagna, deve esserlo, se ha fatto colpo persino su di me (tra l'altro, la cucina francese neanche mi piace).
Il posto si trova più o meno a metà strada tra Lorient e Carnac.
La proprietaria, un altro dei contatti della nostra guida, é stata così gentile da aprire il locale apposta per noi, nonostante la bassa stagione, con qualche inconveniente da entrambe le parti: siccome ci siamo attardati nella nostra visita a Carnac, siamo arrivati a Les Genêts solo nel tardo pomeriggio, e non siamo riusciti a pranzare prima delle cinque, ma per me é stato molto meglio così: con una crêpe salata e una dolce, in pratica ho fatto pranzo e cena assieme, che mi ha permesso di andare a letto presto, conservando le energie per la festa di Capodanno della sera dopo.
La parte nord-occidentale della Francia tra l'altro, continua ad essere ancora oggi un territorio di contatto tra le Isole Britanniche e il Continente, in cui entrambe le culture si mescolano: la proprietaria infatti é originaria d'Oltremanica e quindi, oltre alle crêpes, offre la possibilità di un piatto di Fish & Chips, ma alla fine di dicembre é stato necessario prenotare in anticipo la propria ordinazione.
Nell'insieme, il locale era abbastanza British da farmi sentire a casa, ma anche sufficientemente Francese da dare quel tocco di esotico (per me francese é esotico).
Se vi capita di passare per Plomodiern e volete fermarvi in un posto accogliente, caratteristico, dove non si spende molto, fermatevi alla Crêperie Les Genêts.
martedì 12 gennaio 2016
Gli allineamenti di Carnac
Un altro fattore si é aggiunto all'impeto della diaspora Hyboriana. Una tribù di quella razza ha scoperto l'uso della pietra per costruire, ed é nato il primo regno Hyboriano – il rude e barbarico regno di Iperborea, che ha avuto inizio come una rozza fortezza di massi ammucchiati per respingere assalti tribali.
Robert E. Howard
"L'Era Hyboriana"
(Pubblicato nel 1936, traduzione mia)
Non posso neppure iniziare a descrivere il sito (o dovrei dire siti) di Carnac, con i suoi dolmen e menhir perfettamente allineati per chilometri; avevo già visitato altri siti megalitici, tra cui Stonehenge (ovviamente) e Newgrange, ma il numero e l'estensione dei campi di pietre che ho visto qui sembra voler ingoiare tutto il corso della storia per poi sputarlo fuori.
Un Dolmen a corridoio che non fa parte dei
siti ufficiali, fotografato dall'interno.
|
Tuttavia é necessario farlo, perché la maggior parte dei siti turistici non sono aperti al pubblico a fine dicembre.
Il Grande Menhir spezzato di Locmariaquer |
Questa pietra potrebbe raffigurare un Mammuth? |
ma gli ultimi Mammuth lanosi si sono estinti in Europa circa 10000 anni fa, mentre si ritiene che le pietre più antiche siano state erette circa 7000 anni fa. Un'anomalia che ci lascia nell'incertezza sull'effettivo inizio della Civiltà Megalitica, di cui la fine non é meno misteriosa: i complessi megalitici di Stonehenge e Avebury (nel sud dell'Inghilterra) e i tumuli di Bryn Celli Ddu (in Galles) e di Newgrange (in Irlanda) ne costituiscono infatti la fase finale e risalgono a "soli" 5300-4900 anni fa (comunque precedenti, anche se di poco, alle piramidi egiziane che risalgono a 4700-4500 anni fa).
Giusto per darvi un'idea, pensate che in Grecia il Periodo Arcaico (a questo punto sembra quasi ridicolo chiamarlo così) dura dai 2800 ai 2480 anni fa, mentre l'Antichità Classica si colloca tra i 2480 e i 1700 anni fa. Le Guerre Puniche a confronto, sembrano un incidente stradale.
Il sito di Kermario é solo una parte del complesso di Carnac, e questa foto riesce a dare solo una vaga idea della sua
estensione.
|
domenica 10 gennaio 2016
Bretagna Anno Zero
Come tutte le terre Celtiche, la storia della Bretagna é molto più antica della sua data di nascita "ufficiale", che risale alla crisi dell'Impero Romano e si confonde con le leggende (Arturiane).
Tralasciando, per il momento, le sue più lontane origini, che risalgono a prima della Storia scritta, mi concentrerò sulle fonti recenti, prima fra tutte il Breuddwyd Macsen Wledig, che attribuisce la fondazione del ducato al padre del re Gradlon, la cui figlia era quella Dahud di cui si parla nella leggenda di Ys.
Se Dahud era un personaggio leggendario, é probabile che Gradlon, suo padre Conan Meriadoc e certamente Macsen Wledig siano invece personaggi storici realmente vissuti.
In Bretagna si trova anche un'iscrizione che attesterebbe l'esistenza di un certo Drustan, duca (o re) di Cornovaglia, che potrebbe essere identificato con il Sir Tristano, Cavaliere della Tavola Rotonda e protagonista della famosa storia d'amore Tristano e Isotta.
La Bretagna attuale, i suoi domini storici (più chiari) e la
Normandia (più scura)
|
In Bretagna si trova anche un'iscrizione che attesterebbe l'esistenza di un certo Drustan, duca (o re) di Cornovaglia, che potrebbe essere identificato con il Sir Tristano, Cavaliere della Tavola Rotonda e protagonista della famosa storia d'amore Tristano e Isotta.
Il Regno di Drustan doveva comprendere l'attuale contea di Cornovaglia (parte del Regno Unito) e il distretto francese con lo stesso nome, mentre Isotta (Yseult) era la figlia del Re d'Irlanda, quindi é probabile che dietro alla storia d'amore ci fosse in realtà un fitto intreccio di alleanze dinastiche (rimando al mio precedente articolo sul Regno di Dal Riatha e al libro Worlds of Arthur di Guy Halsall).
Dopo il 933 il Ducato di Bretagna si unisce a quello di Normandia sotto Guglielmo Spadalunga, per poi entrare a far parte dell'"Impero" Angioino con Guglielmo il Conquistatore (la Regina Elisabetta II di Gran Bretagna detiene ancora il titolo nominale di Duchessa di Normandia - Le Channel Islands restano tuttora un possesso diretto della Corona Britannica. Gli echi di quelle lontane alleanze dinastiche non si sono ancora spenti del tutto).
L'ultima sovrana indipendente invece, é stata la Duchessa Anna di Bretagna (la cui nonna materna era la figlia di Gian Galeazzo Visconti, Duca di Milano). La Duchessa sposò il Re di Francia Luigi XII nel 1491, ma cercò, finché fu viva, di mantenere l'indipendenza culturale e politica della sua terra; sua figlia Claudia di Francia non fu altrettanto abile, e il titolo di Duca di Bretagna passò definitivamente al di lei marito Francesco I di Francia nel 1515, con l'appoggio della madre del re Luisa di Savoia.
L'ultima sovrana indipendente invece, é stata la Duchessa Anna di Bretagna (la cui nonna materna era la figlia di Gian Galeazzo Visconti, Duca di Milano). La Duchessa sposò il Re di Francia Luigi XII nel 1491, ma cercò, finché fu viva, di mantenere l'indipendenza culturale e politica della sua terra; sua figlia Claudia di Francia non fu altrettanto abile, e il titolo di Duca di Bretagna passò definitivamente al di lei marito Francesco I di Francia nel 1515, con l'appoggio della madre del re Luisa di Savoia.
Costume bretone tradizionale (quadro esposto al Museo di Quimper) |
Dieci anni dopo, le ulteriori mire espansionistiche di Francesco I sarebbero state bloccate nella Battaglia di Pavia, ma questa é un'altra storia. La Bretagna mantenne un proprio Parlamento indipendente e una Corte dei Conti fino alla Rivoluzione, finché furono entrambi aboliti nel 1790.
Un ulteriore smacco si ebbe nel 1956, quando il dipartimento della Loira Atlantica, in cui si trova Nantes, la capitale storica del ducato, venne inclusa nella vicina regione amministrativa dei Paesi della Loira, una decisione ancora contestata dalla popolazione.
La Bretagna riesce comunque, nonostante tutto, a mantenere la propria indipendenza culturale grazie alla musica tradizionale e non solo, ai suoi costumi, che hanno ispirato gli artisti del '7-'800, e alle sue leggende, che continuano tuttora.
Non smettete di leggere neanche voi.
Non smettete di leggere neanche voi.
giovedì 7 gennaio 2016
Epiphany Cosplay
Negli ultimi due mesi una parte consistente del mio blog é stato assorbito da articoli riguardanti il mondo celtico e l'Accademia Gens d'Ys in particolare. Sono certo che i miei lettori saranno curiosi di leggere il resoconto della notte di Capodanno che ho passato in Bretagna, ma non voglio trascurare neppure tutti gli amici che sono rimasti qui per le feste.
Prima di lanciarci tutti in uno scatenato An Drò (ballo bretone) vorrei perciò spendere qualche parola sul primo Raduno Cosplay dell'anno, al centro commerciale Le Torri Bianche di Vimercate.
Nel mondo dei cosplayer, questi piccoli raduni che si svolgono tra una fiera e l'altra hanno la stessa funzione delle serate danzanti all'accademia di ballo: un'occasione per ritrovarsi, stare assieme, e mettere in pratica quello che abbiamo imparato tra una lezione, un esame e un saggio.
Al centro, come sempre, c'é la gara cosplay, ma quello che rende tutto interessante, come per i balli bretoni e irlandesi e i concerti di musica folk, é il carattere spontaneo in cui ogni cosa si svolge: i membri della giuria erano tutti cosplayer, alcuni vecchie conoscenze come Marina Borroni in outfit steampunk, Silvia Meraldi, che torna dopo un periodo di assenza con il suo personaggio preferito, la Regina di Cuori (accompagnata dall'inseparabile fenicottero, che ha persino una sua pagina Facebook) Maurizio Gabbiadini che ha partecipato all'organizzazione dell'evento.
Ad aiutare la giuria e i partecipanti troviamo invece Vanessa Mako, già vincitrice di un premio come Ruby Rose per il miglior accessorio, e che ora si occupa di gestire il palco assieme al presentatore, Joe Spiderman Parker (che nessuno ha mai visto senza maschera).
Una volta portato a termine il suo lavoro, Vanessa sale anche lei sul palco, e la sua esibizione come Elsa chiude la gara con un brivido.
Un genere di spontaneità e divertimento che, nelle grandi fiere, rischia troppo spesso di andare perduto.
Ad eventi come questo invece, si possono raccontare divertenti piccoli aneddoti e sperimentare nuove idee.
Infatti io stesso volevo provare un nuovo cosplay ma non sapendo bene che personaggio portare, mi sono semplicemente messo un cappello... e grazie a quel cappello, mi hanno proposto di partecipare a una scena di gruppo a tema "gli Intoccabili".
A organizzare la scena, ho scoperto, un altro vecchio amico, che ho conosciuto come cosplayer di James Bond, con l'aiuto della moglie e del suocero nel ruolo di Al Capone (buon giorno Boss).
La foto che vedete qui sopra invece mi ritrae accanto a uno dei nemici di Batman del gruppo Gotham's Villains di The Fit Order, che ha vinto il premio come miglior gruppo.
Non sono mancati neppure personaggi originali, come questo splendido e misterioso elfo, e variazioni sul tema come Captain Spiderman e una versione steampunk di Iron Man.
Chiude lo spettacolo il gruppo di animazione Luxtron e le Gasoline.
Ora però, il dovere e il Destino mi chiamano di nuovo verso le coste della Bretagna, dove il gran numero di storie da raccontare mi tratterrà per lungo tempo, devo quindi salutare i miei amici in attesa della Fiera di Novegro, dove spero di rivedere tutti.
Continuate a leggere.
Prima di lanciarci tutti in uno scatenato An Drò (ballo bretone) vorrei perciò spendere qualche parola sul primo Raduno Cosplay dell'anno, al centro commerciale Le Torri Bianche di Vimercate.
Nel mondo dei cosplayer, questi piccoli raduni che si svolgono tra una fiera e l'altra hanno la stessa funzione delle serate danzanti all'accademia di ballo: un'occasione per ritrovarsi, stare assieme, e mettere in pratica quello che abbiamo imparato tra una lezione, un esame e un saggio.
Al centro, come sempre, c'é la gara cosplay, ma quello che rende tutto interessante, come per i balli bretoni e irlandesi e i concerti di musica folk, é il carattere spontaneo in cui ogni cosa si svolge: i membri della giuria erano tutti cosplayer, alcuni vecchie conoscenze come Marina Borroni in outfit steampunk, Silvia Meraldi, che torna dopo un periodo di assenza con il suo personaggio preferito, la Regina di Cuori (accompagnata dall'inseparabile fenicottero, che ha persino una sua pagina Facebook) Maurizio Gabbiadini che ha partecipato all'organizzazione dell'evento.
Le Rose sono Rosse, le Else sono blu |
Una volta portato a termine il suo lavoro, Vanessa sale anche lei sul palco, e la sua esibizione come Elsa chiude la gara con un brivido.
Un genere di spontaneità e divertimento che, nelle grandi fiere, rischia troppo spesso di andare perduto.
Ad eventi come questo invece, si possono raccontare divertenti piccoli aneddoti e sperimentare nuove idee.
Insieme combattiamo il crimine (o lo facciamo? Non
ricordo, io sto coi buoni o coi cattivi?)
|
A organizzare la scena, ho scoperto, un altro vecchio amico, che ho conosciuto come cosplayer di James Bond, con l'aiuto della moglie e del suocero nel ruolo di Al Capone (buon giorno Boss).
La foto che vedete qui sopra invece mi ritrae accanto a uno dei nemici di Batman del gruppo Gotham's Villains di The Fit Order, che ha vinto il premio come miglior gruppo.
Elfo OC (Original Character) |
Chiude lo spettacolo il gruppo di animazione Luxtron e le Gasoline.
Ora però, il dovere e il Destino mi chiamano di nuovo verso le coste della Bretagna, dove il gran numero di storie da raccontare mi tratterrà per lungo tempo, devo quindi salutare i miei amici in attesa della Fiera di Novegro, dove spero di rivedere tutti.
Continuate a leggere.
Dopo la battaglia |
martedì 5 gennaio 2016
La Leggenda di Ys
"Le leggende contengono verità! Sono insegnamenti..."
Principessa Merida (Brave)
La Leggenda della città perduta di Ys fa parte della Materia di Britannia, l'insieme di romanzi, poemi e leggende che compongono la ben nota saga di Re Artù e dei suoi cavalieri.
HO VIST'UN RÈ (t'e vist cus'é?) Statua di Re Gradlon al museo di Quimper |
Il luogo dove, secondo la leggenda, sarebbe stata
gettata la principessa Dahud, per poi trasformarsi in una
sirena. |
Grazie a questa sua discendenza, e al fatto di essere nata proprio su una nave, pare che Dahud avesse il potere di trasformarsi in una cerva (doe in inglese) o in uno strano animale, simile a una capra di montagna, chiamato Dahu (che, ho scoperto, nella versione spagnola diventa Tamarro).
La Bretagna, come tutte le terre celtiche, é
un luogo pieno di misteri e leggende, la cui
storia si perde nella nebbia del Neolitico.
|
Secondo un'altra teoria però, potrebbe derivare da Dyvidd "tuffarsi", poiché in un'altra versione del mito, Dahud aveva anche il potere di trasformarsi in sirena.
Qualunque sia la sua origine, il suo nome é legato anche al regno gallese del Dyfedd, e pare che San Davide (patrono del Galles, legato anche alla Bretagna francese) non abbia in realtà alcun legame con il biblico re David, ma derivi da Dahud (da notare che, oltre al San Davide del Galles e alle varie chiese a lui dedicate nel nord della Francia, c'é anche un Camp David negli Stati Uniti, ed é niente meno che una residenza presidenziale).
Ys, Avalon, Lyonesse, Atlantide e altri luoghi perduti che
sembrano solo favole, acquistano corpo quando si guarda
oltre le coste dell'Atlantico.
|
Nei prossimi articoli parlerò più nel dettaglio dei vari luoghi visitati, e come ciascuno di essi si ricolleghi alla leggenda.
Continuate a leggere.
lunedì 4 gennaio 2016
Inizia il nuovo anno
Buon 2016 cari lettori. Spero che abbiate passato bene le feste.
Io sì, e ho tante storie da condividere con voi, così tante che non so ancora bene da che parte cominciare.
Vi prego di avere ancora un po' di pazienza mentre edito le foto, rileggo gli appunti e controllo le fonti: il nuovo anno inizia sotto ottimi auspici, e non so voi ma io ho intenzione di utilizzarli al meglio.
Continuate sempre a leggere!
Sto aspettando che arrivi Obelix |
Vi prego di avere ancora un po' di pazienza mentre edito le foto, rileggo gli appunti e controllo le fonti: il nuovo anno inizia sotto ottimi auspici, e non so voi ma io ho intenzione di utilizzarli al meglio.
Continuate sempre a leggere!