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giovedì 30 marzo 2017

Ghost in the Shell

Nella mia videoteca ho l'AV originale di Ghost in the Shell, il seguito, entrambe le stagioni della prima serie, l'OAV e la seconda serie, tutti in cofanetto deluxe, se disponibile. Inoltre ho diversi CD delle varie colonne sonore, tutti originali.
Quando sono entrato nella sala mi sono chiesto se sarebbe valsa la pena di aggiungere questo film alla mia collezione.
All'inizio pensavo di no: sembrava un remake malriuscito, fatto di scene scopiazzate ed errori grossolani. Ma con il proseguire della trama, quello che sembrava un lavoro da principianti si è rivelato come il tocco del genio.
Mentre viene alla luce la fitta trama di inganni in cui si muove il Maggiore, i dettagli "sbagliati" vengono sostituiti da elementi noti. Ma questa nuova versione, come tutte quelle che l'hanno preceduta, aggiunge anche qualcosa di originale che la rende unica.
Arrivati ai titoli di coda é chiaro che anche se lo Shell é diverso (ma quello cambia sempre) il Ghost rimane lo stesso.
Credo che lo aggiungerò alla mia videoteca.

mercoledì 29 marzo 2017

Loreena McKennitt in concerto

Per me tutto è iniziato con Loreena McKennitt: c'è stato un tempo, che ora riesco a malapena a immaginare, in cui non avevo la minima idea del significato della parola Celtico.
Poi mi è capitato di sentire alla radio The Bonny Swans, restando letteralmente stregato dalle note e dalla voce della cantante, che ai tempi non sapevo chi fosse. L'annunciatore spiegò in breve che si trattava di "Musica Celtica" un tipo particolare di musica Folk che stava attraversando un momento di revival. Volevo saperne di più e presi a fare delle ricerche, ma all'inizio non trovai molto: solo qualche vago accenno a Re Artù e alle cornamuse.
Non molto, ma abbastanza da farmi decidere di passare la mia successiva vacanza in Scozia, con la scusa di perfezionare l'Inglese.
Tre settimane a Edimburgo erano la prima vacanza che passavo da solo, e al ritorno avevo lasciato il cuore in Scozia. Da allora non ho più smesso di tornarci, e non solo in Scozia ma in Irlanda, Galles, Cornovaglia e Bretagna.
Ho anche avuto la fortuna di poter ascoltare dal vivo i responsabili di quel Revival Celtico che mi aveva spinto a partire all'inizio, tra cui Alan Stivell e la stessa Loreena McKennitt, che aveva suonato a Milano in una tappa del tour in occasione dell'uscita del suo album An Ancient Muse, di cui una copia si trova accanto a me proprio nel momento in cui sto scrivendo.
Non mi aspettavo di vedere niente in questo suo ultimo concerto che non avessi già visto, ma non avevo idea di quanto mi sbagliassi: Loreena McKennitt e il suo trio, con l'aiuto di un'arpa, un pianoforte, un violoncello, una chitarra e trentacinque candele, sono riusciti a ripetere la loro magia anche questa volta.
La cantante ha inoltre annunciato l'uscita del suo nuovo album per la primavera dell'anno prossimo, perciò continuate a leggere, e tenete gli occhi aperti, potrebbe passare ancora di qui.

giovedì 23 marzo 2017

Spirit de Milan

Negli anni '50, la zona nord di Milano, in particolare i quartieri Bovisa e Affori, sono diventati la zona industriale. Negli anni '70 però, le fabbriche sono state abbandonate e lasciate per lo più a crollare.
Oggi, quelle che non sono state demolite sono stare adattate ad altri scopi, come l'ex fabbrica della Livellara Cristalli, che ora ospita al suo interno il ristorante-sala da ballo Spirit de Milan.
La sua atmosfera retrò è ideale per una fumosa serata di musica vintage sulle note della vecchia Milano, oppure per una raffinata operazione di anacronismo creativo come quelle che appassionano i cultori del movimento Steampunk.
Nelle vaste e cavernose sale della vecchia fabbrica si ha forse anche una vaga sensazione post-apocalittica: persone che si riuniscono all'interno di una struttura il cui scopo originario è stato da tempo dimenticato, ma credo che questo non faccia altro che accrescere il suo fascino. Il locale sembra inoltre voler giocare con le sue origini, rivolgendosi in Milanese ai propri avventori, ma restando aperto anche alla clientela internazionale.
Con il suo quasi alchemico amalgama di modernariato e mistero, locale e internazionale, innovativo e tipico, credo che questo locale sia quanto di più adatto al suo nome: nessun altro posto potrebbe essere riuscito ad evocare con maggior successo lo spirito antico di Milano, ma anche l'ispirata tensione di questa città verso il divenire in ogni sua forma.
Continuate a leggere.

martedì 21 marzo 2017

Spirit of Ireland - Parte prima

Secondo la tradizione Cattolica, il 17 Marzo é il giorno di S. Patrizio, patrono d'Irlanda. Sull'isola, le celebrazioni durano tre giorni, la curiosità é che si concludono proprio in corrispondenza dell'Equinozio di Primavera.
Nella tradizione Pagana Europea, l'Equinozio di Primavera é il momento del trionfo della Luce sulle Tenebre dell'Inverno, quando il Dio Sole, nel suo aspetto di Guerriero (di solito arciere) ritorna per reclamare ciò che è suo.
Per i Norreni é il ritorno di Baldur, nella Grecia Arcaica è Ulisse che torna a casa e uccide i Proci, mentre durante il Medioevo il Dio Arciere ha preso l'aspetto di Robin Hood che, al ritorno di Re Riccardo "Cuor di Leone" (il leone é un simbolo solare) scaccia il malvagio principe Giovanni per restituire il trono al legittimo sovrano.
Per me é semplicemente la controparte primaverile del Bustofolk, da cui cade a sei mesi esatti di distanza.
Musica, balli e Guinness, esiste forse un modo migliore di celebrare il trionfo della Luce sulle Tenebre? Le celebrazioni si sono tenute allo Spirit de Milan, un locale caratteristico non lontano dalla sede dell'Accademia Gens d'Ys in Bovisa.
Così caratteristico, e allo stesso tempo insolito, proprio in accordo con il multiforme spirito di Milano, che penso che meriti un articolo a parte. Il locale per l'occasione, ha cambiato il suo nome in Spirit of Ireland per tutti e tre i giorni della celebrazione.
Oltre alla Guinness e ad altre birre tradizionali, gli intervenuti hanno potuto consumare piatti tipici della cucina irlandese, a cena durante i tre giorni e al brunch solo domenica.
 A quello purtroppo non ho potuto partecipare, a causa di un infortunio, che mi ha anche impedito di ballare.
Ne é valsa comunque la pena pur di assistere all'esibizione dei Gens d'Ys, che nella serata di sabato sono stati affiancati da Adriano Sangineto. Mi spiace invece di non aver potuto ascoltare i Cùig, dovrò invece accontentarmi di questa foto.
Continuate a leggere.

domenica 19 marzo 2017

Post di chiarimento

Mentre scrivo sono a casa bloccato da una caviglia gonfia. Questo avrebbe dovuto essere l’articolo sulla Festa di San Patrizio, a cui sono stato ieri pur facendo per lo più da tappezzeria. Arriverà, ma nel frattempo vorrei approfittare di questa pausa forzata per continuare e ampliare il discorso che avevo iniziato in un altro articolo.
Quello che sto per scrivere mi provoca una certa vergogna e va a smuovere qualcosa di profondo che  mi causa un’ansia e un disagio a tratti insopportabili: non farò il suo nome neanche sotto tortura, ma c’é una persona di cui, per mancanza di un termine migliore, sono innamorato, ma, sempre per mancanza di un termine migliore, non sono corrisposto. Sembra banale, ma cercate di seguirmi.
Non sono mai stato bravo a tradurre in parole i miei sentimenti, perché non sono traducibili: quello che le persone normali chiamano amore, per me é qualcosa di viscerale, intenso, inglobante, in cui la parte fisica e quella spirituale non sono distinguibili. E’ qualcosa che sconvolge le persone e le trasforma.
Mi é stato consigliato di essere più “indipendente”, ma per me é l’opposto: la donna che amo non é una “dipendenza”, è l’aria che respiro, l’acqua che bevo, la terra su cui cammino, il sole che mi illumina, la stella che mi guida, é una parte della mia identità. Come si può essere indipendenti, se la terra su cui camminiamo non é la nostra?
Terra e Identità sono argomenti sensibili per chiunque graviti attorno alla sfera Celtica, ma è un grossolano errore farne una questione politica, per me è personale. Se non é possibile creare un legame significativo tra una persona e un’altra, come é possibile essere un popolo? Se a me manca questo legame, come posso farne parte (del popolo)? La risposta é: non posso.
Sono uno straniero, trattato con gentilezza ma sempre uno straniero, e per quanto mi sforzi di essere uno di loro, senza questo legame resterò sempre uno straniero.
Nel precedente articolo, quando ho menzionato quello che cerco in una donna, ho citato Sarah Connor come esempio, io però non sono proprio Kyle Reese, in un certo senso sono più simile al Terminator:
mettermi assieme alla donna che amo é la mia missione, e deve essere portata a termine a qualunque costo.
Mi rendo conto che un’altra persona non può essere costretta a ricambiare un sentimento (ma come ho detto, non é un sentimento, é qualcosa di più profondo, un’esigenza vitale) e comprendo la possibilità di fallire la mia missione. Mi é già successo in passato, e tutte le volte ne ho pagato il prezzo con dei problemi di salute anche seri.
Potrei sentirmi ferito dal fatto che lei non abbia compreso la situazione, che non abbia lottato per me come io ho lottato per lei, ma si tratta della mia missione, non della sua, e se io stesso non sono riuscito, fino ad ora, a tradurre in parole quello che era (non quello che provavo, non é qualcosa che provo, è qualcosa che esiste. “Ti amo” non basta a descriverlo) devo purtroppo concedere che il suo atteggiamento freddo e distante é comprensibile.
Ora che ho trovato la forza di uscire allo scoperto però, ti prego di avere anche tu il coraggio di farti avanti.

mercoledì 15 marzo 2017

Favole sulle Punte

Lo ripeto da diverso tempo, e sembra che il messaggio stia finalmente iniziando a passare: i fumetti sono arte e cultura, non solo intrattenimento di basso livello.
Quando la cultura passa da una generazione all'altra diventa tradizione, e quando l'arte viene tramandata diventa classica.
Ciò che é classico tuttavia, muore se non si fonde con la modernità.
Non c'é da stupirsi quindi, se la musica tradizionale irlandese, o la tribal fusion bellydance hanno trovato posto alle fiere del fumetto, ma che ora ci sia arrivato anche il balletto classico ha sorpreso anche me (ogni tanto capita, e non posso dire che mi dispiaccia, se questo è il risultato).
Favole sulle Punte é una pièce andata in scena al Teatro Manzoni di Milano sabato 11 marzo 2017. Un'anteprima dell'evento, organizzato dal Gruppo Sportivo Ricreativo della Polizia Municipale di Milano, é stata però vista sul campo della Fortezza (lo stesso dove è stato disputato lo scontro di Gamla Orrica tra la Fortezza e le Kalenda Maya) la domenica precedente. Come molti altri spettacoli di danza classica, anche questo si ispira alle favole, da Cenerentola a Cappuccetto Rosso, mentre rimane assente per una volta il Lago dei Cigni, ma non ne sentiamo la mancanza.
Il cambiamento di prospettiva anzi, porta un brio insolito e gradito, che svecchia una forma d'arte che sembrava confinata ai grandi e decadenti teatri della Belle Epoque, e invece si trova perfettamente a suo agio tra il Signore degli Anelli e Guerre Stellari.
Continuate a leggere.

lunedì 13 marzo 2017

Gamla Orrica

Partita di calcio (finale di campionato): all'improvviso uno dei giocatori si accascia al suolo e si lamenta portandosi le mani al ginocchio. L'arbitro fischia fallo e l'uomo viene portato via in barella.
Partita di rugby femminile (amichevole): a bordo campo una donna coperta di sangue sputa in terra e dice "Sto bene. Riprendiamo a giocare".
Ho sempre pensato che il calcio fosse un gioco noioso e privo di senso, troppe regole asinine e un entusiasmo ingiustificato per quelli che in sostanza non sono altro che dei campioni senza valore, che corrono dietro a una palla per nessun vero motivo.
Non siete d'accordo anche voi?
Stefania "Wolfy" Rossini e Giordano Sardella, dell'Associazione sportiva dilettantistica "la Fortezza" hanno deciso di risolvere la questione a modo loro, con un gioco chiamato Gamla Orrica.
manager di squadra mostra l'attrezzatura 
di gioco
La Gamla Orrica, ideata da Davide Scalambrino, è una variante del Rugby in stile fantasy-medievale, cioè con armi e armature. Una squarta squadra (scusate, è il correttore ortografico) é composta da un portatore di palla, due combattenti e un portiere che difende (letteralmente) la porta... con un pugnale in ciascuna mano (occorre una tecnica particolare).
"Quando siamo al chiuso, come adesso, usiamo solo le spade e gli scudi" Stefania "Wolfy" Rossini descrive il gioco durante l'ultima edizione del Cartoomics "quando giochiamo all'aperto invece, tiriamo anche le frecce".
Punta di freccia 
Si tratta ovviamente di armi da LARP: le spade e gli scudi sono in lattice e gommapiuma, le frecce hanno la punta di gomma a forma di goccia, un disegno particolare studiato apposta per non fare danni pur mantenendo l'aerodinamicità di una freccia vera.
Si sconsiglia comunque di colpire un avversario in faccia, ma "A differenza dello sport moderno" spiega il commentatore "noi non cerchiamo il fair play, anzi, esattamente l'opposto". Se siete principianti quindi, potrebbe essere una buona idea aggiungere un elmo alla vostra corazza.
La squadra delle Kalenda Maya
Con molto più coraggio, le danzatrici di Kalenda Maya giocano invece senza armatura contro la squadra della Fortezza, in rispetto al famoso motto "Non dare una spada in mano a chi non sa ballare".
La squadra delle fanciulle, sebbene in chiaro svantaggio tecnico, non cede di un millimetro contro i guerrieri pesantemente corazzati della Fortezza, e non si tira indietro neanche quando si tratta di andare in mischia (che si rivela un errore tattico: una squadra di danzatrici dovrebbe puntare più sull'agilità che sulla forza). Particolarmente agguerrita la loro portiera.
La partita, per la cronaca, si conclude tre a uno per la squadra di casa.
Nell'attesa che il campionato di Gamla Orrica arrivi nella vostra città o nel vostro castello, continuate a leggere.

giovedì 9 marzo 2017

Shadowhunters' Italian Institute

The Shadowhunters Chronicles é una saga creata dall'autrice Cassandra Clare, a metà strada tra lo Urban Fantasy e il Gothic Horror.
Chi si nasconde tra le sale dell'Istituto?
Nata come una trilogia, si é evoluta in un universo espanso multimediale, da cui sono stati tratti un film (che ho recensito qui) che é l'adattamento del primo libro, e una serie televisiva di due stagioni, per un totale di 33 episodi, che adattano l'intera trilogia originale (Gli Strumenti Mortali) poi espansa in un'esalogia.
Protagonista de Gli Stumenti Mortali é Clarissa "Clary" Fray, in apparenza una normale ragazza di New York, figlia di un'affermata artista.
Clary scopre di essere una Nephilim, una stirpe semi-divina da sempre in lotta contro i demoni, e che sua madre Jocelyn apparteneva agli Shadowhunters, il braccio armato dei Nephilim.
Gli Strumenti (non proprio) mortali
La vera ragione per cui Jocelyn era così iperprotettiva nei confronti della figlia era che stava cercando di nasconderla da Valentine Morgenstern, uno Shadowhunter rinnegato.
Valentine sta cercando gli Strumenti Mortali, antiche reliquie che gli permetteranno di avere un esercito di demoni al suo servizio. Il primo strumento é una coppa, che Jocelyn ha nascosto: pur di non rivelarne il nascondiglio, l'ex Shadowhunter getta su se stessa un incantesimo che la manda in coma. Ora tocca a Clary rintracciare gli Strumenti Mortali, prima che lo faccia Valentine. Il sito ufficiale della serie si trova qui.
Sebbene il film non fosse eccezionale, mi era piaciuto per l'ambientazione gotica e l'atmosfera di mistero. Dopo averlo visto, per curiosità, ho letto il primo libro della saga, poi, durante uno dei miei viaggi in Scozia, mi sono imbattuto nel secondo volume, che ho letto in inglese.
Non mi aspettavo, tuttavia, che la saga fosse così estesa, né che avesse un fandom così vasto.
Allo scorso Fantarona infatti, ho scoperto l'esistenza dello Shadowhunters' Italian Institute, e dopo averli inseguiti per diverse fiere (ho dato la caccia agli Shadowhunters... e non é stato facile riuscire a vederli!) sono stato finalmente in grado di raggiungerli al Cartoomics, dove avevano uno stand proprio all'interno del Villaggio Fantasy.
Devo dire che non mi aspettavo tanto: sono rimasto molto sorpreso sia dalla saga di Cassandra Clare che dai suoi fan.
Credo che continuerò a leggerla, e spero di incontrare di nuovo lo Shadowhunters' Italian Institute in una delle prossime fiere.
Foto di Gruppo con Demone

mercoledì 8 marzo 2017

Cartoomics 2017 - Villaggio Fantasy (Prima Parte)

Il Cartoomics sta crescendo: se negli anni passati c'erano degli spazi vuoti, ora sta riempiendo entrambi i padiglioni assegnatigli, e con sempre maggior varietà. All'ingresso però, come nelle precedenti edizioni, si trova ancora il Villaggio Fantasy, che si estende, come ogni villaggio, a ridosso delle mura della Fortezza.
Ai piedi delle mura si trova il mercato con tutte le sue curiosità, e accanto al mercato un campo verde dove tante splendide fanciulle danzano attorno a un Albero della Cuccagna: sono le Kalenda Maya, che abbiamo già incontrato sia nelle precedenti edizioni del Cartoomics che al Vigevano Medieval Comics, e  che hanno partecipato anche alle Serate Medievali al Castello di Zavattarello (grazie a Sara Rossi per la segnalazione).
Ricordatevi di loro, perché nei prossimi articoli ne sentirete ancora parlare.
Tra un ballo e l'altro delle Kalenda Maya, anche i musicisti del gruppo folk-rock Futhark hanno dato fiato alle loro cornamuse e (un bel po' di) forza ai loro tamburi.
Se per caso state pensando di essere finiti per sbaglio in una Notte d'Ys (ed é facile confondersi appena parte la Canadese) dopo i Futhark le ragazze del Fairy Circle si sono esibite in uno spettacolo di Tribal Fusion Belly Dancing, una disciplina che fonde la classica danza del ventre con la tradizione tribale dell'Europa occidentale e settentrionale. Le danzatrici che vedete in questa foto si sono esibite sulle note di Herr Mannelig, una ballata svedese riproposta in chiave moderna.
All'altra estremità del campo si trovava invece la postazione del Nocturnal Garden Atelier di Stefania Bancone, una sarta e stilista specializzata in abiti gotici e da danza, ideali per i balli storici come quelli che abbiamo visto l'anno scorso alla seconda edizione del Busto in Fantasy. Stefania é ospite della Fortezza in qualità di uno dei suoi sponsor; gli altri sono qui ospite della Fortezza come sponsor; gli altri sono il Giardino di Wolfy, Lia Parrucche, Il Matto e Il Bagatto, Tier Lab, Luciano Meconi, Mirko Mangone, Ethernia Live e bollaverdelive.
Da parte si trovava invece la sezione dedicata agli scrittori e agli illustratori, con le nuove proposte di autori esordienti e i nuovi capitoli delle saghe che già conosciamo, ma questo è un argomento da approfondire  nei prossimi articoli e nelle prossime fiere.
Continuate a leggere.

lunedì 6 marzo 2017

Cartoomics 2017 - Introduzione

La mia più grande paura ogni volta che vado a una fiera del fumetto é di non avere niente da dire, che l'edizione di quest'anno sia uguale a quella dell'anno scorso, senza novità degne di nota.
Quello che trovo invece é un rassicurante senso di familiarità, senza però rinunciare alla voglia di andare avanti e migliorarsi, perché a noi nerd non piace stare con le mani in mano, né amiamo cullarci troppo sui nostri allori.
Kalenda Maya
Se il Bustofolk é un omaggio alla tradizione e uno sguardo alle nostre origini, il Cartoomics di Rho è il luogo dove le tradizioni incontrano il mondo moderno e le origini proseguono fino a raggiungere il lontano futuro, in quello che ormai ho imparato essere un ciclo infinito.
Alice Serra come Varda (dal Silmarillion)
E così può capitare di trovare danze e musiche tradizionali bretoni, irlandesi o tirolesi accanto a Iron Man e agli Avengers, o l'ultimo film di Scarlett Johansson in anteprima vicino a uno spettacolo di balletto classico, ma soprattutto vecchi amici con idee sempre nuove, perché questo, io penso, é il mondo del Fumetto, e forse l'intera tradizione dai tempi di Omero a questa parte: vecchi amici, con idee sempre nuove.
E se qualche volta l'idea proprio non ci viene, quale modo migliore di trovare l'ispirazione di farsi un giro al Cartoomics?
Qui il visitatore può trovarsi faccia a faccia con un drago (o passare al draghile per adottarne uno) e poi imbarcarsi su un'astronave diretta verso una lontana galassia, o affrontare un'orda di zombie a Racoon City e trovare rifugio tra gli Elfi di Lothlorien, a patto di non perdersi nei sentieri labirintici tra un mondo e l'altro
(e tra gli stand e le bancarelle della fiera). E se, come amava ripetere J.R.R. Tolkien, la fantasia non é la diserzione del vigliacco, ma l'evasione del prigioniero dalla banalità per poi tornare con un esercito, beh, noi non abbiamo  solo un esercito, noi abbiamo anche un Hulk, e sembra anche parecchio arrabbiato.
Io penso che la fantasia sia le fondamenta su cui si costruisce la realtà, e a proposito di costruire, mi chiedo cosa avrebbe pensato Tolkien nel vedere il mondo da lui creato prendere forma in versione Lego, o addirittura corpo (e armi - si parlava di un esercito) grazie ai membri de La Quarta Era.
Continuate a leggere.

mercoledì 1 marzo 2017

Logan (the Wolverine)

Un film dal formato insolito per la Marvel, che si discosta dalle battaglie tra supereroi e supercriminali per gettare invece lo sguardo su un futuro cupo dove gli eroi sono scomparsi, non sconfitti da qualche nemico ma trascinati nel declino, quasi una riflessione sull'umanità dei mutanti e sulla possibile fine di un'era, sottolineata dalla citazione del classico western "Shane".
Uno one-shot che non si aspetta neppure di avere un seguito: il finale sembra volerci dire che la morte arriva per tutti, anche per i supereroi, ma lascia comunque aperta una speranza, perché la fine di un'era potrebbe anche essere l'inizio di un'altra.