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giovedì 2 gennaio 2014

Capitan Harlock

Un film che non entusiasma, e non deve farlo, ma fa riflettere.
Non appassiona, e non deve farlo, ma parla al cuore.
Non ha nulla di romantico, e non vuole averlo, perché non concede nulla alla nostalgia.
Al passato sì, alla tradizione sì, ma alla malinconia no.
Il passato, a ben guardare, c'é: questo film é pieno di citazioni  e autocitazioni che solo l'occhio esperto di un vero appassionato riesce a cogliere, (Egoterina, la fuga dal mostro che ricorda quella del Millenium Falcon ne "L'impero colpisce ancora", il logo della Gaia Sanction che rimanda a Gundam, il capitano della nave ammiraglia che assomiglia in tutto e per tutto al vecchio comandante della Corazzata Yamato) e la stessa ambientazione, che mostra una galassia in decadenza, richiama a Dune e Warhammer 40000, con una tecnologia dall'aspetto retrò quasi steampunk.
La capitale galattica, con la sua architettura gotica e le sue guglie alte chilometri, mi sembra quasi una specie di Duomo di Milano moltiplicato per milioni di volte.
La trama però é lenta, e non entra nel vivo fino a circa metà della storia, quando il grande inganno del governo viene finalmente svelato... e la verità é orribile: ho sentito la persona seduta vicino a me lamentarsi come se avesse ricevuto uno schiaffo.
Ma proprio quando tutto sembra perduto, quando lo stesso Capitan Harlock si abbandona alla disperazione, qualcosa di inaspettato lo spinge a ricominciare.
"Ricominciare"é la parola chiave di tutto il film, ripetuta più e più volte, ripartire da capo perché "un attimo, ripetuto nel tempo, diventa eterno".

Proprio per questo Capitan Harlock é il film perfetto da vedere all'inizio dell'anno; anzi, credo che comprerò il DVD (sì, proprio il DVD, anche se una copia "pirata" ci starebbe bene) e lo riguarderò al prossimo Capodanno, con tanti pop corn.
Chi vuol venire, é il benvenuto.

1 commento:

  1. La distinzione tra Apollineo e Dionisiaco é artificiale, o in ogni caso limitata ad un contesto classicista, quindi, per definizione, statico. Capitan Harlock viene dalla cultura giapponese, che é invece animista e vede la ciclicità in luce positiva, funzionale al cambiamento anziché opposta ad esso (e infatti, Harlock é l'unico che si oppone alla decadenza). Un'idea simile esisteva in Europa fuori dall'Impero Romano, e quindi dal contesto classico, nel druidismo Celtico, e in parte nella filosofia pre-socratica. Inoltre, il simbolo dell'Uroborous, il serpente che divora se stesso, si usa in alchimia come simbolo di trasformazione.
    A parte questo, prima di commentare con un link, hai visto almeno il film?

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