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giovedì 25 settembre 2014

Ritorno al Bustofolk

Finalmente, dopo aver passato gli ultimi giorni a lottare con la burocrazia e i problemi del cosiddetto "mondo reale" riesco a parlare anche del Bustofolk.
Al terzo anno di fila che ci vado, potrebbe sorgere qualche dubbio se sia rimasto ancora qualcosa da scrivere.
Certo, se si tratta di ascoltare la musica, incontrare gli amici, come Wolfy (che mi ha accennato di stare preparando parecchie sorprese per la nuova stagione, ma le vedremo alla prossima edizione
di Cartoomics) e le Tre Befane, anche loro sempre in evoluzione, ballare con i Gens D'Ys e magari finire la serata con una fetta di torta di Bakery Street e un goccio di idromele, o meglio ancora acquistare una o due bottiglie dell'ottimo Idromele dei Salassi (entrambi sono prodotti artigianali preparati secondo le ricette tradizionali) non si può chiedere di meglio.
Ma, se si tratta di scrivere un articolo, che c'é rimasto ancora da dire?
In realtà, molto di più di quanto si potrebbe supporre.
La battaglia di Clontarf raccontata da Re 
Brian Boru in persona 
Anzi, ogni anno al Bustofolk si impara qualcosa di nuovo, non solo grazie alle conferenze e alle mostre, ma anche dal vivo.
Nell'edizione 2014, a mille anni esatti dalla morte del Re Supremo d'Irlanda Brian Boru nella Battaglia di Clontarf, possiamo sentire e vedere la storia, raccontata direttamente dai protagonisti o meglio dalla Compagnia di Teatro Itinerante Damatrà di Milano.
Il Teatro Itinerante é una nuova formula che permette di seguire, letteralmente, le vicende mano a mano che si svolgono, e che coinvolge il pubblico stimolandolo a partecipare.
Forse é vero che sul Bustofolk non resta più nulla da dire, ma solo perché a parlare é il Bustofolk stesso; certe cose non si insegnano né si discutono, si vivono.

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