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domenica 8 novembre 2015

Spectre

Il vero segno dei tempi che cambiano é quando un evento in precedenza ritenuto eccezionale diventa un fatto comune.
Questo é il secondo film di 007 che recensisco, e mi ci trovo sempre più a mio agio.
Un nuovo episodio che non solo si ricollega ai precedenti due o tre film, ma gioca con il mito e la storia di James Bond nel suo insieme già a partire dal titolo, tirandoli a lucido come la sua vecchia Aston Martin, che simbolicamente compare solo in due scene: all'inizio, mentre Q sta cercando di rimetterla assieme, e subito prima dei titoli di coda, quando James Bond torna a riprendersela. Sembra un addio, con l'eroe che scompare nel tramonto sulle note del classico tema di 007, ma i titoli di coda ci avvertono che James Bond tornerà.
E visto che vi ho già raccontato il finale, vi dico anche il nome del catttivo che sta dietro a tutto quanto: Ernst Stavros Blofeld.
Spectre risponde a una domanda che mi ero posto diverse volte: c'é ancora posto per James Bond, Agente 007 nell'Era Marvel del Cinema?
la risposta é sì.

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