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lunedì 9 gennaio 2017

Escape to Edinburgh

Il mio primo viaggio invernale in Scozia è iniziato in modo non troppo diverso da quelli estivi, senza nulla che lasciasse presagire, come già mi era successo in passato, lo stravolgimento di prospettiva a cui andavo incontro (ogni tanto, la Scozia mi mette alla prova in modi inaspettati, non è un'amante facile, ma a me sta bene così).
Sono sceso all'aeroporto di Glasgow, dove ero già stato, e mentre due italiane dietro di me si lamentavano di "essere in questa terra straniera" io mi sentivo come Harrison Ford ne Il Risveglio della Forza: "Chewie... siamo a casa". Una volta recuperati i bagagli, mi sono unito a Umberto e al gruppo GdY proveniente da Milano, per poi trasferirci in pullman fino a Edimburgo, dove ci ha raggiunto il gruppo di Roma.
Il resto della giornata era libero, per visitare la città, ma anche per trovare un posto dove pranzare, visto che i pasti, colazione a parte, non erano compresi.
Posso dire di conoscere Edimburgo abbastanza bene, ma quello in cui mi trovavo era un quartiere nuovo, dove tutti gli edifici erano stati costruiti o ricostruiti in tempi relativamente recenti e anzi, alcuni non erano neppure stati completati. Qui ho scoperto il Canale, una via d'acqua che congiunge Edimburgo a Glasgow passando per Stirling e Linthlingow (trovo affascinante la trasformazione in senso post-industriale che le città del Regno Unito stanno attraversando ormai da diversi anni).
Mi sentivo stanco per il viaggio e per essermi alzato prestissimo quella mattina, ma la Scozia riesce sempre a darmi un po' di energia in più, così ho deciso di fare una passeggiata sulle sponde del Canale, e credo che se non mi fossi costretto a tornare sui miei passi, mi sarei trovato di nuovo a Glasgow.
Non lontano dal Canale ho trovato quello che cercavo, un posticino dall'aspetto invitante in cui avrei potuto pranzare: l'insegna diceva Noughts and Coffees.
A quanto pare tuttavia, il mio istinto, il Destino o la Forza, non lo so, mi guidano solamente verso luoghi di un certo tipo: Noughts and Coffees infatti, é un gioco di parole con Noughts and Crosses (lett.: "Zeri e Croci"), il gioco che noi chiamiamo tris, ed é un locale per board gamers.
Qui é possibile incontrarsi con gli amici, o trovarne dei nuovi, per giocare a vari board games, dai più classici come Monopoli o Risiko a quelli più propriamente Nerd come Pandemic: Contagion e il compagno Pandemic: the Cure, Room 25, Betrayal at the House on the Hill e i miei preferiti, Harkham Horror e Zombiecide.
Inoltre, il locale fa parte del circuito Escape di Edimburgo, in cui i giocatori sono intrappolati all'interno di una Escape Room, da cui devono trovare il modo di uscire entro un tempo limite, superando prove e risolvendo enigmi (se non potete andare fino in Scozia, a Milano c'è un gruppo che organizza eventi simili).
C'é chi dice che per vivere in Scozia bisogna riuscire a sopportare due inverni, a cui di solito rispondo "datemi una pila di giochi e qualcuno con cui giocare e per me l'inverno non è un problema". La mia esperienza invernale in Scozia, tuttavia, era solo all'inizio.
Continuate a leggere.

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