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sabato 22 luglio 2023

Riverdance Venticinquesimo Anniversario

Iniziamo ad entrare nel vivo di questo viaggio in Irlanda, e non credo ci sia nulla di più "vivo" in un viaggio organizzato da una scuola di Danze Irlandesi della grande festa che è Riverdance.
Credo che la nostra più grande fortuna come corso sia stata di aver visto Riverdance dopo Lord of the Dance, altrimenti avremmo potuto pensare di aver buttato i nostri soldi quando siamo andati a Parigi.
Riverdance infatti, non è solo lo spettacolo che ha dato inizio a tutto, è proprio su un altro livello rispetto non solo a Lord of the Dance, ma anche a qualsiasi altra cosa che io abbia mai visto fino ad ora.
Soprattutto credo che sia la cosa più irlandese che io abbia mai visto fino ad ora, a parte la Collina di Tara e la Guinness: una vera celebrazione dell'Irlanda in ogni suo aspetto.
Ritengo sia questa, più i qualsiasi altra cosa, la differenza tra i due spettacoli, al di la di ogni considerazione tecnica o di bravura dei ballerini: guardare Riverdance è guardare l'Irlanda, la sua Storia, la sua musica, le sue leggende, il suo spirito, eppure Riverdance non teme di mettere la Danza Irlandese a confronto con altri stili, come il Flamenco, il Tip-Tap e l'Hip-Hop.
Sì, l'Irlanda è un bellissimo posto, ma c'è un mondo al di fuori delle sue coste, e Riverdance lo sa.
Un eretico di cui non farò il nome ha invece definito Lord of the Dance "un'americanata", ma credo che sbagli: non ho visto nulla di "Americano" in Lord of the Dance, come potrebbe esserci, per esempio, in Cats o in West Side Story. Quello che ho visto è uno spettacolo costruito completamente attorno a Michael Flatley, e al suo ego così gigantesco che, evidentemente, l'intera Irlanda, ogni valle e collina, non era abbastanza grande da riuscire a contenerlo tutto quanto.
È stato invece un privilegio assistere a Riverdance, e soprattutto poterlo vedere proprio a Dublino, la sua casa e la nostra, in un momento così particolare come i giorni del Solstizio d'Estate.
Ancora più particolare, e parte di quella "magia" che sembra scorrere in Irlanda come il Boyne, lo Shannon e il Liffy, il fatto che, sebbene lo spettacolo fosse finito ben oltre le dieci di sera, quando siamo usciti dal teatro c'era ancora luce, e solo sulla via del ritorno verso Tullamore siamo stati lentamente avvolti da un lunghissimo tramonto.
Il nostro viaggio però non era ancora finito.
Continuate a leggere.

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