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mercoledì 23 gennaio 2013

Django Unchained

Quentin Tarantino é famoso per i suoi "omaggi" al Cinema: ogni suo film é così fedele all'originale, qualunque sia l'originale, che sembra quasi di averlo già visto.
Allo stesso tempo, l'azione é così esagerata da lasciare senza parole.
Credo che Tarantino sia l'unico regista che riesce ad essere contemporaneamente trito e imprevedibile.
Django Unchained si inserisce alla perfezione nella sua struttura: si apre con le musiche di Ennio Morricone, le stesse del Django originale (con Franco Nero, che allora aveva il ruolo del protagonista, mentre qui la sua "Amichevole partecipazione" é diligentemente evidenziata già nei titoli di testa).
L'ulteriore presenza di Elisa Toffoli, il cui pezzo "Ancora qui" si trova a suo completo agio accanto a Morricone, fa di questo film il perfetto Spaghetti Western (anzi, Polenta Western, viste le origini friulane di Elisa).
Fino a qui, Tarantino si rivela, come sempre, un perfetto studente, ma da questo punto in avanti (cioé subito dopo i titoli di testa) inizia a stravolgere tutto nel suo inconfondibile stile.
Qui Django é un ex-schiavo che, liberato da un cacciatore di taglie, si mette alla ricerca della moglie, Hildi, nel frattempo guadagnandosi lui stesso da vivere come cacciatore di taglie.
Viene a sapere che la moglie é stata venduta al padrone della più grossa piantagione del Mississippi, che si fa chiamare affettatamente Monsieur Candy (Leonardo Di Caprio) pur non parlando una parola di francese.
Nel ruolo, per lui insolito, di cattivo, Di Caprio riesce ad essere disgustoso al punto giusto, pur rimanendo comunque affascinante; é quel fascino disgustoso, quasi morboso, tipico dei cattivi di Tarantino, odiosi ma anche memorabili. 
Jamie Foxx, nei panni di Django, é un attore col botto (letteralmente).
Qualunque cultore del classico Western dovrebbe vedere questo film. 

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