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mercoledì 17 febbraio 2016

San Valentino di Sangue

Il Grand Guignol de Milan porta in scena un nuovo capitolo della sua storia di violenza, atrocità e orrore, sempre con uno spettacolo scritto, diretto e presentato da Gianfilippo Maria Falsina Lamberti, con tutta la sua immortale cattiveria e mordente sarcasmo.
Ad affiancarlo sul palco gli ormai veterani attori della Compagnia Teatrale del Convivio d'Arte, tra cui Christian Fonnesu, Agnese Grizzaffi, il duo Dadi & Etro, il baritono Nicolò Bartali e la raccapricciante interpretazione (in tutti i sensi) di Marco "Lord Poddy" Podetti, nei panni come sempre dell'idiota di turno: dopo Edward Cullen, dalla saga di Twilight, è il turno di Christian Grey da Cinquanta Sfumature di Grigio.
Il povero disgraziato passerà l'intera durata dello spettacolo a caccia delle grazie della bella Anastasia (Miki Barbieri Torriani) solo per essere costantemente frustrato (e frustato) da lei, e quindi pugnalato a morte e servito per la cena di S. Valentino, resuscitato e ucciso di nuovo come vittima sacrificale in una macabra processione tra gli insulti del pubblico.
Tuttavia non siamo qui per parlare di quello scarto di produzione di una fabbrica di biancheria intima, ma per assistere, in occasione di S. Valentino, alla messa in scena di quattro storie d'amore finite malissimo, nel consueto stile del Grand Guignol che ritorna alla sua formula classica da cui si era brevemente allontanato nel precedente spettacolo, seppure a tinte leggermente più forti del solito.
La prima è la storia di Ermanna (Agnese Grizzaffi) che, pur di non cedere alle avances del suo insistente corteggiatore, dopo essersi nascosta dietro improbabili voti di castità, accetta di sottoporsi a devastanti pratiche sadomaso con un robot da cucina per evitare di essere coinvolta nell'intimità con lui.
Segue una libera interpretazione del Don Giovanni di Mozart, intitolata Necrofilie Mozartiane con la voce del baritono Nicolò Bartali nel ruolo di Don Giovanni e Dadi del duo Dadi & Etro che cerca in tutti i modi di sfuggirgli, nonostante il non trascurabile impedimento di essere morta, arrivando a strisciare fuori dal palco perdendo pezzi di sé.
Ritornerà però assieme al suo compagno nella parodia di un altro mortorio, il Festival di San Remo, presentato come un'immagine di cadaveri che sputano sangue e suonano seghe mentre fingono di cantare (come tutte le parodie del Grand Guignol de Milan, anche questa si rivelerà di gran lunga superiore all'originale).
Dopo l'intervallo si passa alla terza storia, ripresa dalla versione originale del Grand Guignol londinese del 1920: uno spettacolo nello spettacolo, in cui una tragedia in quattro atti, una trama di gelosie, tradimenti e delitti passionali sulle note dello Schiaccianoci di Tchaikovsky, viene condensata in dodici minuti, pur conservando la struttura originale.
Nei tre minuti del primo atto assistiamo all'incontro clandestino di una nobildonna con il suo amante, per passare subito ai sospetti del marito nel secondo.
Nel terzo atto vediamo il marito complottare con la cameriera per uccidere la moglie e il rivale (che lei dovrà sedurre) mentre nell'ultimo atto si compie finalmente la vendetta, la cui colpa il marito ormai pazzo di gelosia, farà ricadere interamente sulla cameriera.
L'ultima storia della serata riporta sul palco un altro episodio della serie "Omicidio in Casa Vianello", per concludersi, secondo la classica scaletta, con un numero di burlesque di Miki Barbieri Torriani ispirato al Grande Dittatore di Charlie Chaplin.
Come ogni apparizione del Grand Guignol de Milan, anche la serata di S. Valentino ha visto la sala piena, e un duplice spettacolo per soddisfare la grande affluenza.
Attendiamo con ansia il prossimo spettacolo.

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