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venerdì 19 febbraio 2016

Una tradizione che continua

Il testo che segue é la descrizione del classico folletto irlandese, o Leprechaun (chiamato anche Luchryman), recuperata da questo sito. La traduzione che segue invece è mia.

“There was another class of beings, unlike fairies, of diminutive stature, who also were believed to be much interested in human affairs; of these the most popular was the Luchryman (recte, Leith-bhrogan, i.e., the artisan of the shoe or brogue) because he was always found, when discovered by the human eye, busily engaged in mending or making a shoe.
 This tiny sprite always proved very cunning, when surprised by the human eye resting upon him, and used many wily inventions to induce the beholder to look one way or the other, when he became instantly invisible, and was never seen after. If he did not thus succeed in baffling the mortal, the latter had him completely in his power, and had nothing more to do than to capture the wealthy sprite; but he could be bound by no manacles except a plough-chain, or a clue of woollen thread manufactured by the industrious housewife. The Luchryman possessed a twofold source of wealth, one, a treasure hidden in the earth, which he bestowed on the husbandman; and the other, sparan na sgillinge, an inexhaustible purse, which always contained a piece of money; this purse he gave to the merchant or dealer only. The Luchryman was the type of industry: if the beholder, or he who made industry his principal object, turned his eye to the right or left from the motive of his pursuit, then, like the Luchryman, he was certain to be disappointed, and lose his golden prize. The nature too of the bonds, by which alone the sprite could be possibly bound, is emblematical of industry.So firm was the belief in the existence of the Luchryman, that if a farmer was known to better his condition by industry and economy, or a trader to grow wealthy by honest dealing, they were said to have captured a Luchryman, and robbed him of his treasure or inexhaustible purse.”

- N. O’Kearney, 1854

"C'era un'altra classe di esseri, distinti dalle fate, di piccola statura, che si credeva fossero anch'essi molto interessati agli affari umani; di questi il più popolare era il Luchryman (recte, Leith-bhrogan, i.e., l'artigiano della scarpa o stivale) perché , quando scoperto dall'occhio umano, era sempre trovato indaffarato nel riparare o fabbricare una scarpa.
Questo minuscolo folletto si dimostrava sempre astuto, quando a sorpresa si trovava l'occhio umano addosso, e usava molti arguti stratagemmi per indurre l'osservatore a guardare da una parte o dall'altra, al che diventava all'istante invisibile e non era mai più rivisto. Se non riusciva in tale maniera a ingannare  il mortale, costui [il mortale] lo aveva completamente in suo potere, e non aveva altro da fare che catturare il ricco folletto; ma egli [il folletto] non poteva essere legato se non dalla catena di un aratro o dai fili di lana tessuti dall'industriosa massaia. Il Luchryman possedeva una duplice fonte di ricchezza, una [era] un tesoro nascosto nella terra, che consegnava all'agricoltore; e l'altra, sparan na sgillinge, un borsello inesauribile, che conteneva sempre delle monete; questo borsello [il Luchryman] lo dava solo al mercante o al venditore. Il Luchryman era l'immagine dell'industria: se l'osservatore, che faceva dell'industria il suo principale obiettivo, volgeva l'occhio a destra o a sinistra dal motivo della sua impresa, allora, come il Luchryman, era certo di restare deluso e perdere la propria ricompensa in oro. La natura dei vincoli, gli unici da cui il folletto poteva essere trattenuto, sono simbolici dell'industria. Così radicata era la convinzione nell'esistenza del Luchryman, che se un contadino era noto per aver migliorato la sua condizione con l'industria e l'economia, o un commerciante di essersi arricchito con affari onesti, si diceva che [costoro] avevano catturato il Luchryman e lo avevano spogliato del suo tesoro o del suo inesauribile borsello."

- N. O’Kearney, 1854

Questo articolo non è una sfacciata promozione delle scarpe da ballo prodotte da Umberto Crespi (d'accordo, sarò onesto... lo è). Posso però rassicurare i miei lettori sul fatto che nessun Luchryman è stato molestato durante la sua stesura, né durante la fabbricazione delle scarpe.

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