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sabato 29 ottobre 2016

Doctor Strange

Fin da quel freddo Primo Novembre in cui sfogliai per la prima volta un fumetto di supereroi, ho sempre creduto saputo che nei fumetti c'era qualcosa di magico, di mistico, qualcosa di profondamente legato a una dimenticata spiritualità occidentale che si basa sull'azione e sulla retribuzione, molto differente dalla spiritualità orientale che si basa sulla contemplazione e sulla dissoluzione.
Questo film é la piena espressione di quello che anni fa era stato solo vagamente intuito.
Stephen Vincent Strange é un affermato neurochirurgo che ha compiuto studi pionieristici sulla medicina, ma è anche molto arrogante. Quando un grave incidente stradale gli recide i tendini delle mani, lasciandolo con un tremolio costante, la sua carriera di chirurgo é finita per sempre, e questo lo costringe a mettere in dubbio tutta la sua realtà, portandolo sulla strada che farà di lui lo Stregone Supremo, e a difendere la stessa esistenza contro l'oscura entità conosciuta come Dormammu...
Con i suoi scenari surreali figli degli anni '60 (e di Steve Ditko, un autore che non é mai stato in cima alla mia lista di preferiti) il Dottor Strange non mi aveva mai convinto del tutto, sebbene fosse un personaggio senza dubbio affascinante. Come era già avvenuto con Deadpool, lo schermo porta quel qualcosa in più che la carta non riusciva a esprimere.
Cinquantatre anni di evoluzione del pensiero occidentale fanno il resto, aiutati da un attore protagonista che aveva già prestato il volto alla versione moderna di Sherlock.
Se non siete ancora riusciti a trovare l'illuminazione nel vostro corso di Yoga, fissate un appuntamento con Doctor Strange.

domenica 23 ottobre 2016

American Pastoral

Una volta tanto volevo recensire anche un film che non parlasse di supereroi, tanto per cambiare. In realtà avevo il sospetto che non mi sarebbe piaciuto, ma ho voluto rischiare. A questo punto potrei dire che non era così brutto come mi aspettavo, e qui forse dovrei fermarmi, tanto avete già intuito il resto; invece non mi fermo, perché era ancora peggio del peggio di quanto avrei potuto aspettarmi di peggio.
É la storia, almeno credo viste le ridicole forzature della trama, per altro così banale che avrei potuto scrivere la recensione risparmiandomi di vedere il film, di una generazione che racconta se stessa pur non avendo nulla da raccontare.
Razza, religione, politica, personaggi storici e il concorso di Miss America si susseguono senza una logica, come senza una logica appaiono le azioni dei protagonisti: la moglie, intrappolata nel suo ruolo di casalinga, finisce per ballare nuda nell'ufficio del marito di fronte ai colleghi, per poi scoppiare in un pianto disperato; la figlia, che passa dal marxismo radicale all'ascetismo radicale, mi fa pensare a una battuta di Obi-Wan Kenobi, solo un Sith vive di assoluti; il padre, soprannominato "Svedese", adorato dalle donne e acclamato come un eroe nella sua piccola comunità di provincia, è in realtà troppo debole per riconoscere i propri errori e troppo vigliacco per lasciarsi tutto alle spalle. Se lo Svedese fosse un supereroe, o anche solo metà dell'eroe che appare, farebbe la cosa giusta e lascerebbe perdere, come tutti gli consigliano dall'inizio alla fine, invece si consuma sotto un diluvio di vecchie foto e ricordi fino al suo funerale che sfuma nei titoli di coda e nelle note di Moon River.
No, questo film non é una storia di supereroi, nemmeno di eroi, forse neppure di esseri umani.
La prossima settimana vado a vedere Doctor Strange.

giovedì 13 ottobre 2016

Arona Furry

Il Cosplay nasce dal desiderio di impersonare il proprio eroe dei fumetti preferito, ma non é limitato ai personaggi dei fumetti: col tempo si è esteso ai film, ai libri e persino ai videogiochi, sebbene lo sviluppo dei videogiochi come forma d'arte è un argomento complesso che richiede uno studio molto più approfondito di quanto al momento sono in grado di fare.
É bene ricordare inoltre, che quello che chiamiamo "Fumetto", e tutte le arti collegate, affonda le sue radici molto più in là di quanto crediamo: prima che Superman e Batman facessero la loro apparizione alla fine degli anni '30 infatti, esisteva già una vasta letteratura di romanzi "Pulp", derivata dai "Penny Dreadful"  dell'Era Vittoriana, derivati a loro volta da quelli che oggi sono considerati classici della letteratura.
Qui accanto potete vedere il Coniglio Bianco da Alice nel Paese delle Meraviglie: il libro è del 1866, ma lo stile dell'illustrazione deve molto ai lavori di Beatrix Potter negli anni '90 del diciannovesimo secolo.
Beatrix Potter ha iniziato la tradizione degli animali antropomorfi, per la maggior parte conigli e topi, che sarebbero stati i precursori dei più noti personaggi Disney: da Peter Rabbit a Bianca e Bernie, gli animali antropomorfi sono stati personaggi di pari importanza a quella di Sherlock Holmes o Indiana Jones.
Se possiamo impersonare un supereroe, perché non anche uno di loro?
Un costume di questo tipo, chiamato fursuit, è più complesso da realizzare rispetto a un normale cosplay, ma ha i suoi estimatori, che rispondono al nome di Furries.
Il Fursuit non é esattamente Cosplay, ricade piuttosto nella più ampia categoria del "Costuming" (di cui anche il Cosplay fa parte) e che comprende anche altre forme di arte para-teatrale come il Neo-Vittoriano e lo Steampunk, le Living Dolls e altre.
A causa della maggior complessità e maggior precisione richiesta, un Furry, a differenza di un Cosplayer, difficilmente indosserà un costume "fatto in casa", ma dovrà rivolgersi a un Fursuit Maker.
Un Fursuit Maker è una figura semiprofessionale altamente specializzata che realizza pezzi unici su commissione, si tratta essenzialmente di sartoria artigianale qualificata. Ai tempi di Beatrix Potter sarebbe stato probabilmente un lavoro di lusso, che avrebbe contato tra i propri clienti nomi illustri dell'alta aristocrazia londinese.
Dettagli del costume
Oggi purtroppo è una figura professionale non riconosciuta, e per questo costretta a subire discriminazioni in ambito lavorativo, nonostante l'alto livello del prodotto, come potete vedere da queste foto scattate al Fantarona.
La persona in costume da gatto é una fursuit maker che svolge lavori su commissione con lo pseudonimo di Chels presso Cat Says Panda.
Come fursuit maker ha aggiunto l'ulteriore specializzazione di codista.
La cerbiatta accanto a lei invece é nota come Dimea, e oltre ad assistere Chels é anche un'esperta pasticciera.
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martedì 11 ottobre 2016

Arona: Museo Archeologico

Dal momento che al Fantarona non ci sarebbe stato l'incontro con gli autori, ho deciso di approfittarne per visitare la città, e ho "scoperto" il Museo Archeologico.
Nonostante abbia solamente due sale, il museo copre un periodo che va dal Neolitico alla Tarda Antichità (circa 10000 BCE-500 CE, dai primi insediamenti umani sul Lago Maggiore fino all'arrivo degli Ostrogoti) ma il periodo che personalmente mi interessava di più andava dalla Tarda Età del Bronzo fino a prima dell'invasione Romana (circa 1300-222 BCE).
Prima di andare avanti vorrei ricordare che questo articolo non è, né ha la pretesa di essere, una pubblicazione scientifica: mi limito a riportare quello che ho letto e visto, e se anche mi sono fatto delle idee (non voglio chiamarle teorie) a riguardo, lascio a persone più competenti di me il compito di verificarle.
L'Alfabeto di Lugano o Lepontino é la più 
antica attestazione di una lingua celtica di
cui siamo a conoscenza.
Arona si trova a poca distanza dalla più importante area archeologica subalpina relativa al passaggio dall'Età del Bronzo all'Età del Ferro. Oggi divisa tra i comuni di Golasecca, Sesto Calende e Castelletto Sopra Ticino, doveva essere, secondo gli studiosi, una "metropoli" dell'Età del Bronzo e uno dei due poli della Cultura di Golasecca, che ha preso il nome dal sito in cui sono stati fatti i primi ritrovamenti
attorno al 1860 (l'altro polo era Como).
L'intera cultura, per quanto ne sappiamo, copriva un'area di circa 20-22000 chilometri quadrati, un'estensione di poco inferiore a quella della Lombardia, ma rispetto alla regione moderna era più spostata verso nord-nordovest, coprendo parte del Piemonte e del Canton Ticino ma non Mantova, la Valtellina e la Valcamonica, divise tra i Camuni e i Protoetruschi di Villanova.
La Cultura di Golasecca si estendeva su un'area grossomodo 
equivalente all'Insubria del periodo successivo, tra i fiumi 
Sesia, Serio e Po, e commerciava con le culture vicine lungo
una rotta fluviale che andava dal Lago Maggiore alla foce
del Po lungo il Ticino.
Più incerta é invece la sua estensione sull'Orobia, che
corrisponde alle attuali province di Bergamo e Brescia. 
Si estendeva insomma su un'area grossomodo equivalente alla regione storica che oggi chiamiamo Insubria, sebbene gli Insubri, una tribù Celtica, sarebbero arrivati dalla Gallia solo mezzo millennio dopo. I libri di storia parlano ancora di Invasione Gallica, ma è più probabile che si sia trattato di una lenta migrazione, durata diversi secoli, e di una graduale fusione con le popolazioni locali.
Comunque sia andata, nei due o tre secoli precedenti alla conquista dei Romani e per molto tempo anche dopo, la cultura diventa distintamente celtica: il centro della cultura si sposta da Como a Milano (Meth Llahn), i riti funerari passano dalla cremazione all'inumazione e proprio qui si trovano le più antiche testimonianze accertate di una lingua celtica, sotto forma di epigrafi e pietre miliari. 
I soliti sospetti
Si diffonde inoltre il culto di Lugh Lahmfada, il Dio Celtico di Tutte le Arti che ha dato il nome a città come Lugano, Luino, Legnano (e Lione in Francia, Losanna in Svizzera, forse Londra) che durante la successiva dominazione dei Romani é stato identificato con Mercurio ("Deorum Maxime Mercurium Colunt", tra gli Dei venerano soprattutto Mercurio, scriveva Giulio Cesare nel De Bello Gallico).
Ancora più importante e conservato in maniera pressoché inalterata é invece la figura delle Matronae, le tre Dee Madri che derivano in linea diretta dalla Triade Celtica, come potete vedere nella foto qui a fianco, che risponde a una domanda che mi ero posto in un altro articolo e in un altro museo.
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lunedì 10 ottobre 2016

Fantarona 2016 - Introduzione

Da quando sono tornato dalla Scozia, a causa di problemi personali e familiari, ho dovuto rinunciare a partecipare ad alcuni eventi e non sono riuscito a svolgere la mia attività come avrei voluto, da cui la mia assenza alla terza edizione del Pavia Comics.
Indubbiamente ha il suo fascino, ma scordati le foto in 
costume.
Aspettavo quindi con ansia il Fantarona, anch'esso alla sua terza edizione, ma sembrava che anche qui avessi avuto scarsa fortuna: i due giorni dell'anno scorso si sono infatti ridotti a uno, perché per motivi organizzativi l'incontro con gli autori non si è tenuto. Il secondo giorno invece, non era proprio adatto a una sessione fotografica in riva al lago.
Thunderstrike
Ma come scriveva Oscar Wilde, la Natura imita l'Arte, e quando la tua arte sono i Fumetti, sembra naturale che qualcuno arrivi all'ultimo momento per salvare la giornata. No, non il Dio del Tuono, ma due amiche venute proprio da Pavia.
Non sembra che faccia le fusa?
D'accordo, ho solo preso un caffè con loro, ma non vedendole da così tanto tempo, e considerato i loro costumi molto particolari anche per una Fiera del Fumetto, credo sia appropriato dedicare loro uno dei prossimi articoli. Sempre in tema di animali, vorrei segnalare Alyn Fox e il suo alter ego Elena Ronchi, con le loro illustrazioni naturalistiche e a tema celtico e in stile Art Nouveau. Accanto a lei si trovava anche Apostart, con la sua tecnica Naif Noir.
Ciel Phantomhive da Kuroshitsugi
(Elodie Lolly Comoglio)
Nonostante la pioggia e lo svolgersi della  Fiera del Fumetto di Alessandria (ALEComics) nello stesso week-end, due fatti che hanno contribuito a dirottare parte del pubblico verso quest'ultima, anche la gara Cosplay, organizzata e presentata dagli ormai noti mentecatti artisti del BHC, è riuscita a riempire la sala, soprattutto grazie alla sorprendente bravura dei partecipanti che non hanno fatto mancare sorprese.
Anche di quello parlerò più avanti, per il momento vi lascio con questa foto di Elodie Lolly Comoglio, nei panni della demoniaca cameriera Ciel Phantomhive dalla serie Anime/Manga Kuroshitsugi.
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