Secondo volume della Trilogia delle Radici di Livio Gambarini, che prosegue la storia iniziata da Le Colpe dei Padri dal punto esatto in cui il primo libro l'aveva lasciata.
La trama si addentra ancora di più nei meandri dimenticati della storia della Lombardia Medievale, mostrandoci le alleanze non sempre riuscite di Azzone Visconti (che se la cava meglio come guerriero che come diplomatico) la costruzione della Rocca di Bergamo e la devozione al Re di Boemia, la rivolta degli Scaligeri e l'inizio della Caccia alle Streghe, ma anche la vita quotidiana di Jacopo de Apibus (che ha rinunciato alla sua seconda vita come Scürfòsk per sposarsi) e di Nera da Vertova (che vorrebbe chiudersi in un monastero).
Una misteriosa figura gioca però con i loro destini, ed eventi del primo libro, all'apparenza insignificanti, assumono ora una luce sinistra.
Romanzo ben ricercato e ben scritto, che mi ha quasi fatto toccare con mano le crepe nelle mura, la durezza e l'affetto dei nostri antenati, le montagne e il fiume.
Non vedo l'ora che esca il prossimo volume.
Continuate a leggere.
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