Una volta rientrati tuttavia, c'è stato poco tempo per riprendere fiato. Avevamo due settimane per prepararci all'ultimo grande evento della stagione, che per molti allievi del nostro corso, me compreso,sarebbe stato come una specie di promozione: il nostro primo vero evento da professionisti.
Allievi del corso, anche veterani, si sarebbero trovati a ballare per la prima volta davanti a un pubblico esterno, senza il supporto che la scuola ci aveva fornito fino ad ora. Nessuna meraviglia quindi, che i giorni precedenti siano stati carichi di ansia, anche superiore a quella del Saggio.
A questo punto devo dare credito ad Anna, che come insegnante non è solo riuscita a farci allenare in condizioni avverse (con la fine dei corsi la Scuola era chiusa) ma è stata anche capace di prepararci psicologicamente all'impatto con il nostro nuovo ruolo. Come primo vero spettacolo, penso che sia stato... un disastroso successo.
A un certo punto sembrava che il palco si aprisse sotto i nostri piedi (non è solo un modo di dire, era proprio fissato male) ma noi abbiamo continuato a ballare... per la prima volta da quando lo facciamo, con l'accompagnamento della musica dal vivo.
Non siamo riusciti a ingaggiare un intero complesso, e così abbiamo fatto affidamento sull'assolo di un chitarrista, assieme alla voce splendida (e molto irlandese) della nostra Michela "Michi" Mantegazza (da non confondere con Miki Barbieri Torriani, che i miei lettori di vecchia data già conoscono, ed è invece un'attrice di teatro). Ogni danza inoltre è stata introdotta da un breve testo, che ne illustrava il significato storico e culturale, ciascuno associato a un colore (da cui il titolo dello spettacolo).
Testi di cui, oltre che a esibirmi come ballerino, sono stato l'autore, su richiesta di Anna.
Le incertezze di una prima esibizione e le condizioni non ottimali in cui si è svolta non hanno ostacolato un notevole affiatamento degli artisti e un buon coinvolgimento del pubblico.
Continuate a leggere.
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