martedì 23 settembre 2025

Stafford

Aethelflaed, per difendere la Mercia dalle incursioni dei Vichinghi (alleati dei Gallesi, che la Mercia e il Wessex stavano cercando di invadere) ha fatto costruire una serie di burh (fortificazioni) lungo il confine, a Wednesbury, Bridgnorth, Warwick, Chirbury, Runcorn e Stafford.
L'attuale castello di Stafford tuttavia, è più tardo: l'inizio della sua costruzione risale al Periodo Normanno, ed è stato poi ricostruito più volte e abitato fino alla metà del 1800.
Oggi è un rudere, ma continua ad attirare visitatori e ad essere usato come palcoscenico dalla Società shakespeariana locale, oltre che ad ospitare varie rievocazioni storiche, tra cui la Festa Vichinga in cui sono incappato senza averne alcuna conoscenza o intenzione.
La Città invece, è il capoluogo della Contea dello Staffordshire. Sebbene il suo retaggio medievale sia evidente, conserva poche tracce del suo passato Anglo-sassone, mostrando invece una forte impronta Tudor e Vittoriana, tra cui un giardino botanico e l'hotel in cui ho alloggiato, il Swan Hotel, Brasserie and Coffee shop di Stafford, un edificio storico proprio sulla via principale.
Il Swan Hotel fa parte di una catena chiamata il Coaching Inn Group, che ha sedi in diverse città storiche dell'Inghilterra e del Galles.
Mi sono trovato molto bene presso di loro, e non escludo di programmare un prossimo viaggio appoggiandomi a loro per il supporto logistico. 
Ma torniamo a parlare della città.
Per essere il centro della Contea, Stafford non è molto grande, e gli edifici amministrativi sono tutti più o meno concentrati in due o tre punti specifici.
La città stessa appare accogliente e piacevole, ma per stessa ammissione dei suoi abitanti, ha visto giorni migliori, la maggior parte dei quali prima della Brexit.
Il Centro Commerciale, che si trovava sulla strada principale, è stato parzialmente demolito, e ciò che resta della struttura non è ancora stato del tutto rimosso.
I cittadini di Stafford però non si sono arresi, e la città si trova nel mezzo di un progetto di rinnovamento che gira attorno a un salone degli eventi, anch'esso sulla stessa strada: mentre mi trovavo lì, vi si svolgeva un modesto ma partecipato festival gotico, oltre alla Fiera Vichinga al Castello. Il futuro di Stafford e dello Staffordshire appare dunque incerto, ma ci sono segnali di ripresa.
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venerdì 12 settembre 2025

Il Regno di Mercia: contesto storico

Voltaire si prendeva gioco del Sacro Romano Impero affermando che non era né sacro, né romano e neppure un Impero.
Allo stesso modo, i Sette Regni Anglosassoni non solo non erano "Anglosassoni", ma non erano neppure sette, nonostante lo storico del Dodicesimo Secolo Henry di Huntingdon abbia coniato il termine "Eptarchia" per descriverli. 
Questo termine, sebbene sopravvissuto fino ai nostri giorni, è per lo meno improprio, per stessa ammissione degli storici. Angli e Sassoni infatti, sono sempre stati due popoli distinti prima di Alfredo il Grande, che li ha uniti politicamente ma non è mai riuscito a spegnere le tensioni interne tra i suoi sudditi.
Anche il loro numero si può definire una grossolana semplificazione, poiché i diversi regni si sono riuniti e divisi varie volte. una battaglia o un matrimonio potevano alterare non solo la storia, ma anche la geografia di quella che oggi chiamiamo Inghilterra.
Mappe da Wikipedia
 Di fatto, i Regni Sassoni erano quattro: il Wessex (il più potente ed esteso) l'Essex, il Sussex e il Kent (che subiva una forte influenza dei Franchi). Gli Angli dominavano la Northumbria (dove persisteva una forte componente locale) e l'Anglia Orientale, forse l'unico veramente "Anglo".
Poi c'era la Mercia, sulla carta il più potente ed esteso di tutti, che per molto tempo è riuscito a tenere testa al Wessex e a mantenere il controllo persino su Londra (Essex o Middlessex a seconda del periodo).
Il fiume Tame, che attraversa Tamworth, ex capitale
del Regno di Mercia
Mercia è la forma latinizzata dell'Antico Inglese Myrcna, che significa "Terra di Confine".
Essa era circondata dai Sassoni a sud, dagli Angli (poi dai Dani) a Est, dalla Northumbria a Nord e dai Britanni (Gallesi) a ovest, inoltre parte del suo territorio era sotto l'autorità dei sotto-regni di Lindsey e di Hwicce, che hanno sempre mantenuto un certo grado di autonomia.  
La storia della Mercia è sempre stata turbolenta e instabile, caratterizzata da continui scontri con i vicini, alleanze fluide e, forse, una lotta interna per il trono, di cui mancano testimonianze certe.
Statua di Æthelflæd vicino alla stazione di Tamworth
Il primo Re di Mercia storicamente documentato è Penda (606[?]-r.626-655) mentre il più famoso è Offa (???-r.757-796). Tra le regine ricordiamo 
Cynethryth, moglie di Offa, unica regina Anglosassone a coniare monete a suo nome, e sua figlia Eadburh, morta in esilio a Pavia. A segnare più di chiunque altro le sorti della Mercia tuttavia, è stata Æthelflæd, figlia di Alfredo il Grande e sorella di Edoardo il Vecchio del Wessex, la quale, sebbene formalmente soggetta al fratello, ha difeso la Mercia dalle incursioni vichinghe facendo costruire una serie di fortificazioni, per poi passare il trono alla figlia Ælfwynn.
Ælfwynn tuttavia, è stata deposta da Edoardo il Vecchio, che ha assunto il titolo di Re d'Inghilterra ponendo definitivamente fine al Regno di Mercia.
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lunedì 8 settembre 2025

Warhammer World - Introduzione

La città di Nottingham, nell'immaginario collettivo, di solito è associata a Robin Hood, o meglio al suo nemico di sempre, lo Sceriffo di Nottingham.
Tuttavia, essa è anche un importante snodo commerciale e porto fluviale alla convergenza dei fiumi Leen e Trent, e ai tempi di Robin Hood era anche una sede reale (non è un caso che fosse la residenza di uno sceriffo). Per questo motivo, ancora oggi, Nottingham è la sede di alcune tra le più importanti industrie del Regno Unito.
Una di queste è la Games Workshop: nata come produttrice di carte da gioco e scacchiere tra la fine degli anni '70 e l'inizio degli anni '80, è stata la prima ad importare il nascente fenomeno dei giochi di ruolo in Europa, ripubblicando regole e avventure scritte in origine da Gary Gygax e Dave Arneson sulla sua rivista White Dwarf.
Tra il 1976 e il 1978 l'azienda iniziò a produrre le sue famose miniature, dapprima semplici supporti di gioco, in seguito divenute un hobby distinto e peculiare, di cui ho già avuto modo di parlare, sotto l'etichetta Citadel Miniatures (poi riassorbita dalla stessa Games Workshop).
Se qualcuno ancora ricorda la ormai leggendaria prima edizione del famoso gioco da tavolo HeroQuest, è stato uno dei primi prodotti della Citadel Miniatures importati in italia, assieme al suo equivalente fantascientifico StarQuest, noto anche come Star Crusade.
Nonostante le sue strategie di marketing spesso a dir poco discutibili, che non di rado hanno alienato una parte non trascurabile di appassionati, la Games Workshop è riuscita a creare nel corso degli anni una vera e propria mitologia, che si riflette in tutte le sue ambientazioni: il già citato HeroQuest faceva parte di un progetto più vasto noto come Warhammer Fantasy, poi evolutosi in due ambientazioni collegate tra loro: The Old World e The Age of Sigmar.
Esiste poi l'ambientazione space-fantasy The Horus Heresy, che è anche una serie di romanzi pubblicati sotto l'etichetta Black Library, in parte tradotti in italiano dall'Editrice Panini.
GW produce inoltre le miniature per il gioco del Signore degli Anelli, sotto l'etichetta Middle-Earth Strategy Battle Game. Tutto questo, senza aver neanche menzionato la sua ambientazione più famosa.
Tutto ciò che ho descritto, lo potete vedere con i vostri occhi al Warhammer World, in parte museo, in parte parco a tema, in parte terreno di gioco, con ben 27 diorami che riproducono momenti chiave delle grandi saghe che ho citato.
Della mia visita al Warhammer World tuttavia, parlerò per esteso in un prossimo articolo.
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mercoledì 3 settembre 2025

Nuove e vecchie frontiere

Cari lettori, dopo quasi sette anni in cui sono rimasto "confinato" da questo lato delle Alpi e della Manica, sono finalmente riuscito a recuperare quella che per molto tempo è stata una tradizione: il mio viaggio estivo in terra Britannica.
Nonostante tutte le difficoltà burocratiche e logistiche, che quest'anno sono state oltremodo intense (con l'ulteriore aggravante di un certo spaesamento che un'assenza di sette anni comporta)
alla fine sono riuscito nel mio duplice intento: ripercorrere le tracce dello storico Regno di Mercia (527?-918) che per tre secoli è stato il più esteso dei cosiddetti Sette Regni Anglosassoni, e avventurarmi nei tetri, futuri meandri dell'anno 40000.
Le mie ricerche mi hanno portato da Liverpool a Birmingham, passando per Stafford, Tamworth, Nottingham e Stoke-on-Trent (di quest'ultima preferisco non parlare).  
Il mio itinerario originale prevedeva che visitassi anche Runcorn, Warwick e Bridgnorth, con una possibile tappa a Wednesbury, tutti luoghi importanti nella storia della Mercia e del Danelaw, mentre non prevedeva Liverpool e Birmingham.
Sono stato tuttavia costretto a modificarlo diverse volte, prima e durante il viaggio, a causa della disponibilità dei voli e degli alberghi.
È stata un'avventura che mi ha messo alla prova molto più del solito, forse perché non sono più abituato, forse perché molte cose sono cambiate in sette anni (il Regno Unito si è digitalizzato in modi che voi umani non potete neppure immaginare) o forse perché avrei dovuto organizzare il percorso con maggiore cura. A mia difesa tuttavia, vorrei aggiungere che la maggior quantità di burocrazia ha in parte offuscato i miei veri obiettivi: infatti, ho avuto l'impressione di partire come avvolto in una specie di foschia, e non parlo del tempo, che anzi quest'anno è stato caratterizzato da una poco caratteristica e niente affatto piacevole ondata di calore.
Nonostante tutto questo e altro, tornare in Gran Bretagna è stata un'esperienza elettrizzante e rivitalizzante.
Per il futuro tuttavia, credo che dovrò in parte ripensare il mio stile di viaggiare, fare meno affidamento sugli uffici turistici e più sulle informazioni online, pagare di più con la carta e dimenticare le monetine, fare più affidamento sulle catene di alberghi e meno sui Bed & Breakfast, che sembrano in declino dopo la Brexit. 
Tuttavia, se non avessi imparato nulla in tutti questi anni, l'unica cosa che ricorderei è che quando si viaggia, la cosa più importante è la capacità di adattarsi.
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