Un monito contro i totalitarismi e i fanatismi, a tratti disturbante, a tratti lirico, ma che forse tende a essere troppo sentimentale e a lasciarsi trascinare dalle emozioni.
I paesaggi sembrano avere più peso nella trama dei personaggi, che appaiono invece privi di spessore. La battaglia finale sottolinea l'inutilità di tutte le guerre, ma si spinge forse un passo troppo in là, diventando inutile anche per la trama.
Questa terza versione del Pianeta delle Scimmie riesce ad essere ancora meno all'altezza dell'originale della seconda precedente, al massimo dà un nuovo significato all'espressione "abbraccia-alberi".
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