Riverdance infatti, non è solo lo spettacolo che ha dato inizio a tutto, è proprio su un altro livello rispetto non solo a Lord of the Dance, ma anche a qualsiasi altra cosa che io abbia mai visto fino ad ora.
Soprattutto credo che sia la cosa più irlandese che io abbia mai visto fino ad ora, a parte la Collina di Tara e la Guinness: una vera celebrazione dell'Irlanda in ogni suo aspetto. Ritengo sia questa, più i qualsiasi altra cosa, la differenza tra i due spettacoli, al di la di ogni considerazione tecnica o di bravura dei ballerini: guardare Riverdance è guardare l'Irlanda, la sua Storia, la sua musica, le sue leggende, il suo spirito, eppure Riverdance non teme di mettere la Danza Irlandese a confronto con altri stili, come il Flamenco, il Tip-Tap e l'Hip-Hop.
Soprattutto credo che sia la cosa più irlandese che io abbia mai visto fino ad ora, a parte la Collina di Tara e la Guinness: una vera celebrazione dell'Irlanda in ogni suo aspetto. Ritengo sia questa, più i qualsiasi altra cosa, la differenza tra i due spettacoli, al di la di ogni considerazione tecnica o di bravura dei ballerini: guardare Riverdance è guardare l'Irlanda, la sua Storia, la sua musica, le sue leggende, il suo spirito, eppure Riverdance non teme di mettere la Danza Irlandese a confronto con altri stili, come il Flamenco, il Tip-Tap e l'Hip-Hop.
Sì, l'Irlanda è un bellissimo posto, ma c'è un mondo al di fuori delle sue coste, e Riverdance lo sa.
Un eretico di cui non farò il nome ha invece definito Lord of the Dance "un'americanata", ma credo che sbagli: non ho visto nulla di "Americano" in Lord of the Dance, come potrebbe esserci, per esempio, in Cats o in West Side Story. Quello che ho visto è uno spettacolo costruito completamente attorno a Michael Flatley, e al suo ego così gigantesco che, evidentemente, l'intera Irlanda, ogni valle e collina, non era abbastanza grande da riuscire a contenerlo tutto quanto. È stato invece un privilegio assistere a Riverdance, e soprattutto poterlo vedere proprio a Dublino, la sua casa e la nostra, in un momento così particolare come i giorni del Solstizio d'Estate.
Ancora più particolare, e parte di quella "magia" che sembra scorrere in Irlanda come il Boyne, lo Shannon e il Liffy, il fatto che, sebbene lo spettacolo fosse finito ben oltre le dieci di sera, quando siamo usciti dal teatro c'era ancora luce, e solo sulla via del ritorno verso Tullamore siamo stati lentamente avvolti da un lunghissimo tramonto.
Il nostro viaggio però non era ancora finito.Un eretico di cui non farò il nome ha invece definito Lord of the Dance "un'americanata", ma credo che sbagli: non ho visto nulla di "Americano" in Lord of the Dance, come potrebbe esserci, per esempio, in Cats o in West Side Story. Quello che ho visto è uno spettacolo costruito completamente attorno a Michael Flatley, e al suo ego così gigantesco che, evidentemente, l'intera Irlanda, ogni valle e collina, non era abbastanza grande da riuscire a contenerlo tutto quanto. È stato invece un privilegio assistere a Riverdance, e soprattutto poterlo vedere proprio a Dublino, la sua casa e la nostra, in un momento così particolare come i giorni del Solstizio d'Estate.
Ancora più particolare, e parte di quella "magia" che sembra scorrere in Irlanda come il Boyne, lo Shannon e il Liffy, il fatto che, sebbene lo spettacolo fosse finito ben oltre le dieci di sera, quando siamo usciti dal teatro c'era ancora luce, e solo sulla via del ritorno verso Tullamore siamo stati lentamente avvolti da un lunghissimo tramonto.
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