sabato 12 gennaio 2013

Cloud Atlas

Uno strano film, che non é riuscito ad entusiasmarmi, ma solo perché ero troppo occupato a ricollegare tra di loro tutti gli elementi della trama. In realtà non si tratta di una singola trama, ma di sei diverse storie, che si dipanano in un arco di più di cinque secoli, e il protagonista di ciascuna storia compie delle azioni che influenzano tutti gli altri. Ad ulteriore complicazione, nessuna delle sei storie viene raccontata in maniera lineare, ma si passa di frammento in frammento, spesso con la voce narrante di uno dei protagonisti sovrapposta alle immagini di un altro, e ognuno di loro legge, guarda o ascolta la storia di quello che lo ha preceduto.
Ciascuna storia inoltre, viene raccontata con uno stile diverso, dal romanzo epistolare al giallo, dal cyberpunk al diario, fino al post-apocalittico.
Viene inoltre suggerito che tutti o quasi i protagonisti siano la reincarnazione della stessa persona, o persone, se consideriamo anche il continuo scambio di ruoli degli attori: uno schiavo fuggiasco nel 1849 diventa un soldato di colore nella guerra di Corea, padre della protagonista nella San Francisco del 1974, una giornalista interpretata da Halle Berry, che diventa a sua volta una "presciente" nel futuro post-apocalittico del 2321. In ogni caso, il personaggio principale che collega tutte le storie tra loro é sempre riconoscibile da una voglia a forma di cometa sulla spalla, che dovrebbe rappresentare la sua anima che passa da un'epoca all'altra.
A fare da filo conduttore, oltre alla cometa, é la sinfonia che ha lo stesso titolo del film, composta da uno dei protagonisti, un musicista, nel 1936 cantato da un'altra, un clone nella Seoul del 2144, mentre la giornalista del 1974 ricorda di averla già sentita.

Tutto é collegato, ogni azione che compiamo crea il nostro futuro. E se, visto da fuori, un singolo atto di coraggio può sembrare come una goccia nel mare, il mare, a ben guardare, non é che una moltitudine di gocce.

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