giovedì 31 gennaio 2013

Lincoln

Non ho intenzione di dire che questo film non mi sia piaciuto, anzi, lo rivedrei.
Solo, non lo rivedrei tanto presto.
Già dal titolo é chiaro che Lincoln non é il solito film patriottico sulla Guerra Civile americana: non é Via col Vento, non é Nord e Sud.
Non é la storia di una piantagione, né dei soldati, né degli schiavi.
Tutte queste cose sono state già dette.
Questa é la storia di Lincoln, dell'uomo prima ancora che presidente, della sua battaglia personale, e di come questa battaglia abbia coinvolto tutte le persone che gli stavano attorno, dalla moglie e i figli ai suoi collaboratori, ai suoi avversari, fino all'intera Nazione, e oltre.

La Guerra qui rimane sullo sfondo: l'azione non si sposta quasi mai da Washington, e fatica ad uscire persino dalla Casa Bianca. Ma, quando si vede, non ce ne viene risparmiata un'oncia.
La battaglia politica non é meno cruenta di quella sul campo, o meno faticosa.
Si ha l'impressione, guardando questo film, di una grande fatica, che tutti arranchino, tranne Lincoln, che invece resta fermo.
Il Tredicesimo Emendamento deve passare, la schiavitù deve finire, il Sud deve arrendersi, e alla fine questo é esattamente quello che succederà, ma, mentre lo si vede succedere, si resta col fiato sospeso.
Solo dopo che l'emendamento é passato e la folla esplode cantando "The Union Forever", la tensione si scioglie: questa é l'America che conosciamo, questo é il mondo che conosciamo, mentre prima sembrava qualcosa di alieno.
Poteva andare diversamente: la libertà ci é costata cara.

Nonostante il film fosse così difficile e pesante, sono stato sorpreso di vedere che la sala era piena, anche, ma non solo, di persone giovani, e di come tutti loro fossero attenti, silenziosi.
Neanch'io credo ci sia altro da dire.
Andate a vedere il film.

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