giovedì 5 giugno 2014

Mattoncini al Monastero - Seconda Parte

Usare i mattoncini LEGO per costruire qualcosa non é - o non é soltanto - un gioco: a seconda di chi li usa, può diventare una scienza o una forma d'arte.
Ciascun utilizzatore si specializza nel proprio campo, sviluppando le sue personali tecniche di costruzione, ma anche uno o più temi preferiti.
Ad esempio, Luca Rusconi é specializzato nella riproduzione di automobili da corsa utilizzando un tipo specifico di elementi LEGO, chiamati Technic.
Sempre con elementi Technic sono realizzati i mezzi da lavoro esposti da Antonio Facchino, che é riuscito a mettere assieme, con l'aiuto della moglie, un vero e proprio cantiere sul tavolo della mostra.
Se vi interessa vederli, e se non avete idea di dove andare in vacanza, potete trovare ruspe e betoniere all'Agriturismo Val del Prato, gestito dalla coppia.
 Più tradizionale é invece Damiano "Baldrog" Baldini, amministratore del gruppo Facebook Adulti Fan del Lego, che utilizza i classici mattoncini per dare vita a un tema basato sullo Spazio (non Classic Space - di quello parlerò più avanti), uno dei due che preferivo, assieme al Castello; ricordo che, negli ultimi tempi prima di abbandonare definitivamente i LEGO, li avevo combinati in un improbabile scenario magitech.
Damiano però si spinge ancora oltre: partendo dal romanzo Starship Troopers (1959) di Robert A. Heinlein, e unendo contaminazioni da giochi di ruolo/miniature come Warhammer 40K e BattleTech, riesce a mettere assieme un esercito di tutto rispetto.
Il tema di Classic Space, cioè modelli di astronavi e basi spaziali che riprendono come stile l'originale linea Spazio della LEGO (1978-1987) chiamata anche Serie Classica é invece portato avanti da Devid VII, a cui dobbiamo questo hangar lunare. Quando l'ho visto per la prima volta, in foto, girando per siti internazionali dedicati come questo, credevo che a realizzarlo fosse stato un australiano. Immaginate quindi il mio stupore, quando me lo sono ritrovato davanti dal vivo.
Oltre a Classic Space, Devid VII realizza modelli ripresi dai mecha degli anime giapponesi, come questi caccia Veritech ispirati alla serie Macross, ma anche alla serie originale dei Transformers (Transformers Generation 1, 1984).
La caratteristica notevole di questi modelli non é solamente nei loro dettagli, ma anche nel fatto che sono effettivamente in grado di trasformarsi.
Devid VII infatti ha l'abitudine di realizzare un modello per ciascuna configurazione, come nella foto accanto.

Questo articolo rischia di diventare troppo lungo se dovessi parlare nel dettaglio di tutto quello che ho visto in così poco spazio; per una migliore  più esauriente esposizione quindi, preferisco rimandare a uno dei prossimi.
Continuate a leggere.

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