Dopo il riuscito esperimento degli scorsi due anni, la nostra insegnante Anna Cislaghi ha deciso di alzare l'asticella, dando una prospettiva non soltanto delle danze in sè, ma iniziando una vera e propria esplorazione del mondo Celtico attraverso la musica e le danze: dopo aver toccato la Scozia e le Highlands con Valeria Corradin, questa volta ci spostiamo dall'altra parte della Manica per raggiungere la Bretagna.
Per chi non avesse dimestichezza con la Geografia Celtica, la Bretagna è la piccola penisola che si trova nel nord-ovest della Francia, e costituisce, assieme alla Cornovaglia, l'ingresso della Manica (La punta estrema della Bretagna è chiamata anch'essa Cornovaglia). La lingua Bretone non ha nulla a che vedere con il Francese, è una lingua celtica del ramo Goedico, lo stesso del Gallese e del semi-estinto dialetto della Cornovaglia, distinto dal Gaelico che si parla invece in Irlanda e Scozia.
Torniamo però al nostro stage, dove troviamo una significativa novità rispetto ai precedenti: ad accompagnare le danze infatti sentiamo (e la sentono anche dal paese vicino) la musica dal vivo suonata dai Bifolk, un duo/trio di musica tradizionale composto da un organetto, una bombarda (una specie di via di mezzo tra una tromba e un flauto) e un biniou (cornamusa bretone).
A dirigere le danze come insegnanti ospiti troviamo invece Cristina Zecchinelli e suo marito Andrea, che dimostrano una grande maestria non solo come ballerini e insegnanti, ma riescono anche a farsi sentire (lei soprattutto) al di sopra del frastuono delle note del biniou, che è un'impresa non da poco, degna dei grandi eroi delle Leggende Bretoni.
Molto positiva l'impressione generale di chi ha partecipato allo stage, sia tra gli allievi regolari (incluso il sottoscritto) che tra quelli occasionali.
Molto positiva l'impressione generale di chi ha partecipato allo stage, sia tra gli allievi regolari (incluso il sottoscritto) che tra quelli occasionali.
Grande entusiasmo anche da parte della nostra insegnante titolare, Anna Cislaghi, che ha manifestato la speranza di rivedere i suoi colleghi per un
altro stage di Danze Bretoni.
Meritano invece una menzione speciale le due Bianche, una, la figlia di Anna, che anche se sarà scoordinata, ha dimostrato di possedere già un ottimo senso del ritmo, e quindi se fallisse come ballerina potrebbe sempre provare come musicista, e l'altra che è rimasta per tutto il tempo dietro al banco all'ingresso, sopportando eroicamente ben tre ore di bombarda e biniou.
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