È di nuovo qui: Mirko Peluso di Clover Dance, il Van Damme della Danza Irlandese di Firenze Nord, è tornato.
Tornato questa volta, con qualcosa di (ancora più) anomalo rispetto a quello a cui tutti gli stage precedenti ci avevano abituato. Estremamente limitato il repertorio di danze, soltanto due, approfondite una al mattino e una al pomeriggio, un approccio opposto al solito "bombardamento" di danze che, noi veterani, siamo ormai in grado di gestire senza perdere un passo.
Questa volta invece, Mirko riesce a spiazzarci, sollevando reazioni contrastanti da più di un ballerino e confermando la sua fama di "eretico" (stavolta non sono stato io il primo a chiamarlo così).Nonostante la nostra insegnante Anna Cislaghi abbia seguito l'intera lezione con un ghigno da Gatto del Cheshire, pronta a sbranare chi stava demolendo pezzo per pezzo le sue coreografie, e cori di disappunto si siano levati dalle nostre fila in occasione di questo o di quel passo che siamo stati istruiti ad eseguire esattamente al contrario di come facciamo di solito, esisteva un metodo in questa follia.
Pur essendo solo due danze infatti, ciascuna era composta da un numero considerevole di figure, che necessitavano di essere assimilate a un passo differente rispetto al solito, anche perché le figure stesse erano insolite, ma una volta acquisite il disappunto iniziale si è trasformato in qualcosa di diametralmente opposto.
Anche questa distanza coreografica del resto, ha un motivo: le due danze non erano "codificate", non rientravano cioè fra le trenta circa ritenute "ufficiali" dalla Commissione Gaelica di Danza. Erano invece degli stili locali, specifici di due contee (una nel Nord e una nel Sud dell'Irlanda) i cui abitanti desiderano comunque preservare le proprie danze tradizionali, in un mondo che, ancora una volta, si rivela molto più vasto e profondo di quanto appaia dall'esterno.
Anche questa distanza coreografica del resto, ha un motivo: le due danze non erano "codificate", non rientravano cioè fra le trenta circa ritenute "ufficiali" dalla Commissione Gaelica di Danza. Erano invece degli stili locali, specifici di due contee (una nel Nord e una nel Sud dell'Irlanda) i cui abitanti desiderano comunque preservare le proprie danze tradizionali, in un mondo che, ancora una volta, si rivela molto più vasto e profondo di quanto appaia dall'esterno.
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Complimenti per la descrizione della giornata!
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