Ho partecipato a tutte queste cose, e ho sempre visto tra loro una continuità, piuttosto che un contrasto.
Il passaggio successivo sarebbe stato mettere tutto questo assieme: la Compagnia Nazionale di Danza Storica ha compiuto quel passo, al ritmo di walzer e di quadriglia.
Ufficiali britannici del primo Ottocento |
Dopo un'entrata trionfale che riprendeva la coreografia dell'epoca e una breve spiegazione, simile a quelle che avrebbero potuto fare Umberto Crespi o Adriano Sangineto, in cui veniva esposto il contesto sociale dei balli nel periodo di riferimento, i ballerini in rigorosi abiti d'epoca si sono esibiti prima in un valzer spagnolo e in seguito in una breve quadriglia, per poi invitare i presenti a tentare qualche passo.
Naturalmente sono stato il primo ad offrirmi volontario. Lo ammetto, volevo sfoggiare le doti di ballerino che ho imparato dai Gens d'Ys (e penso di esserci riuscito: la mia istruttrice Arianna può essere fiera di me) ma anche rendermi conto di persona delle somiglianze e delle differenze con la danza irlandese.
Alcuni passi sono differenti, soprattutto nella Polka, ma quando la presentatrice ha detto "Virginia Reel" ho subito avuto un senso di deja vù, anche se la musica era più lenta e il ritmo molto meno cadenzato (la vera ragione non è, come si può pensare, la maggior flemma del carattere inglese rispetto a quello irlandese, ma la maggior difficoltà delle dame a ballare con il corsetto, e dei cavalieri con l'uniforme o l'abito di gala).
Quadriglia |
Terminate le danze, ha chiuso la serata il concerto del complesso steampunk Poison Garden.
Continuate a leggere.
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