Questo film é la piena espressione di quello che anni fa era stato solo vagamente intuito.
Stephen Vincent Strange é un affermato neurochirurgo che ha compiuto studi pionieristici sulla medicina, ma è anche molto arrogante. Quando un grave incidente stradale gli recide i tendini delle mani, lasciandolo con un tremolio costante, la sua carriera di chirurgo é finita per sempre, e questo lo costringe a mettere in dubbio tutta la sua realtà, portandolo sulla strada che farà di lui lo Stregone Supremo, e a difendere la stessa esistenza contro l'oscura entità conosciuta come Dormammu...
Con i suoi scenari surreali figli degli anni '60 (e di Steve Ditko, un autore che non é mai stato in cima alla mia lista di preferiti) il Dottor Strange non mi aveva mai convinto del tutto, sebbene fosse un personaggio senza dubbio affascinante. Come era già avvenuto con Deadpool, lo schermo porta quel qualcosa in più che la carta non riusciva a esprimere.
Cinquantatre anni di evoluzione del pensiero occidentale fanno il resto, aiutati da un attore protagonista che aveva già prestato il volto alla versione moderna di Sherlock.
Se non siete ancora riusciti a trovare l'illuminazione nel vostro corso di Yoga, fissate un appuntamento con Doctor Strange.
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