Al Museo del Tessile di Busto Arsizio, avvolto nella nebbia e nel buio della Luna Nuova, l'ormai consueto raduno non potrebbe trovare uno scenario migliore.
Inoltre, consegnamo al Passato anche le incertezze dell'anno scorso: niente festa privata nella sala adiacente, e ritornano i biglietti da gettare nel fuoco, da scrivere su questo elegante altarino decorato per l'occasione (io avevo già scritto il mio prima di uscire di casa, per precauzione o eccesso di zelo).
La zuppa di zucca, generosamente distribuita da Perla in
un inedito stile gotico (che fa di lei una Perla Nera,
suppongo).
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Di ampio respiro anche il programma musicale, con tre concerti di artisti ormai noti ai frequentatori del sottobosco Celtico delle province di Milano, Varese e Brianza, maggiori dettagli sullo spettacolo nei prossimi articoli.
Negli intervalli, mentre erano in corso le operazioni di cambio palco, gli intervenuti si sono riuniti in cerchio, come negli anni passati, per ascoltare le storie paurose attorno al ceppo acceso (riunirsi in cerchio è una tipica caratteristica della Tradizione Celtica, si pensi alla Tavola Rotonda).
Nel ruolo di Storyteller quest'anno troviamo Sara Rossi, la nostra castellana.
Si arriva quindi al Gran Finale, il momento che vale da solo l'intera serata, quando tutti i convenuti si riuniscono sulla collina per l'accensione del falò.
Il significato dell'evento viene illustrato da Umberto Crespi; ad accompagnarlo, il suono dell'arpa, lo strumento più magico della tradizione Celtica, interpretato da Adriano Sangineto, che non perde neanche questa occasione per sperimentare nella sua personale maniera, sempre diversa come la fiamma e la nebbia, mentre un cerchio si forma attorno a lui e un altro attorno al fuoco acceso, intersecandosi in un appropriato simbolo dell'Infinito.
Continuate a leggere.
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