domenica 28 ottobre 2012

Metal Detector Night

Odio Guidare a Milano; Odio parcheggiare a Milano, specialmente il sabato sera. Odio il traffico da e per Milano, ma soprattutto DI Milano, specialmente il sabato sera. Eppure, ho affrontato tutto questo, per andare a sentir suonare gli Anthologies al TNT Club.
É stata una serata all'insegna del Gothic Metal più grezzo (non a caso il titolo dell'evento era "Metal Detector Night") che non é neppure il genere di musica che ascolto di solito (in genere sono più orientato per i Nightwish o i Within temptation) e invece fa impazzire il mio amico Francesco Jotunn.




Nonostante tutto questo, posso dire di essere rimasto pienamente soddisfatto dalla serata, (Fra, se stai leggendo questo, vai ad ascoltare gli Anthologies) e il gruppo mi ha convinto a tal punto, che non solo ho comprato il loro disco, sebbene all'inizio avessi qualche dubbio, ma ho anche chiesto al cantante di autografarmelo.
Il primo disco degli Anthologies, che non a caso si intitola Alpha, contiene sette tracce originali.
Il gruppo tuttavia non é proprio esordiente, e ha già ricevuto contatti dall'estero.
Alessandro Schumperlin, già noto agli appassionati di Steampunk
Certo, suona strano chiedere a un metallaro "Come sta tua moglie?"....
...ma c'era anche lei, fresca dal viaggio di nozze in Irlanda.
Qui la potete vedere mentre mostra la maglietta del gruppo.
La Bassista, Silvia Gadina, accanto al tema della serata...
...e sul palco:

Il chitarrista/tastierista Samuele Marchi e il batterista Valerio ferrari
Qui fanno gli scemi...
E qui fanno paura! 

L'altro chitarrista, Chuck Norr... Ehm, Fabrizio Amapane.




mercoledì 17 ottobre 2012

Mostra: "L'arte dei Celti nell'Età del Ferro"


Quella che vedete nella foto qui sopra é la riproduzione di un pezzo di artigianato orafo che risale all'Età del Ferro (ovviamente il pezzo riprodotto non é fatto d'oro, ma il suo scopo é di rendere l'idea di come era fatto il pezzo originale).
Nella stessa vetrina era esposto questo specchio di bronzo.
Entrambi sono stati riprodotti da Giovanni Banfi, ed esposti domenica 14 e (per le scuole) Lunedì 15 ottobre 2012 nella sala al primo piano della Villa Borromeo di Solaro.
La mostra era accompagnata da una serie di dettagliate descrizioni non solo dei singoli pezzi, ma anche del contesto storico in cui gli originali sono stati prodotti, scritte dallo stesso autore delle riproduzioni e quindi raccolte nel libro che accompagnava la mostra.

L'organizzatore e responsabile dell'evento é lo stesso Giovanni Banfi, ricercatore storico e membro del C.E.R.S. (Consorzio Europeo Rievocazioni Storiche - per saperne di più cliccate qui e qui) oltre che fratello di Lorenzo Banfi, che avevamo già incontrato in un'altra occasione.
Giovanni Banfi accanto alla riproduzione dell'abito di un guerriero celtico. Notare il disegno tartan. Nella vetrina, la riproduzione di una spada corta e, in basso, di uno scudo.
Il pezzo più interessante della mostra é stato, a mio avviso, la riproduzione della Stele di Bormio (l'originale é conservata nel Museo Civico di Bormio.
il vestito della Principessa... (riproduzione di un abito ritrovato in una tomba principesca)
...e gli stivali del principe (riproduzione di un paio di stivali rinvenuti in una tomba principesca in Germania. Le decorazioni originali erano in lamina d'oro, e mostravano una grande abilità artistica. Nella stessa vetrina, una cintura la cui fibbia rappresenta dei grifoni).

Naturalmente non possono mancare i Torques (nella stessa vetrina la riproduzione di un manico di spada di forma antropomorfa; reperti simili sono stati ritrovati in Lombardia, Svizzera, Francia e Gran Bretagna).

martedì 16 ottobre 2012

Keep on Bluesing

Mi ci é voluto un po' di tempo per riprendermi dal tour de force degli ultimi eventi a cui ho partecipato, ma non temete, miei affezionati lettori (Ehy, c'é nessuno?) il Duca di Insubria cavalca di nuovo.

Sabato ho cavalcato piuttosto lontano, fino alle montagne del Varesotto a poca distanza dal confine con la Svizzera, ma, nonostante varie maledizioni rivolte al navigatore satellitare e qualche problema di parcheggio, la pioggia, e tutti gli astri contro, sono riuscito a portare a termine la mia missione, e ho potuto ammirare, ma soprattutto ascoltare...

... una dea.
No, ho solo sbagliato il setting della macchina fotografica...
...ma se ci fosse una Dea del Blues, sarebbe lei. Sto parlando di Valentina Romano e del suo Trio:


Eccoli
Ad accompagnarla, i due ottimi chitarristi Roberto Limonta e Matteo Finizio.
Quest'ultimo lo avevamo già incontrato come membro di Scanz e i Maza Gajnn, che dimostra un talento poliedrico, come del resto la stessa Valentina, la cui dote non sta solo in una voce capace di incantare (a un certo punto, mentre la ascoltavo, ho sentito una vibrazione, come se l'intero Universo fosse salito di un'otttava) ma anche nella sua capacità di coinvolgere il pubblico.

Un gruppo di artisti completi, che non si limitano soltanto al Blues: l'ultimo pezzo della serata infatti, é una rivisitazione in chiave rock di "Bella Ciao".

Il loro primo disco é stato realizzato con pochi mezzi, ed é triste constatare lo stato di abbandono in cui si trovano i giovani artisti in questo paese, ma quello che manca al mezzo viene compensato dal contenuto.

Eccone un assaggio: 


Con cui chiudo e passo al rapporto del prossimo evento.
Keep on Bluesing!

venerdì 12 ottobre 2012

Atto di Forza (Total Recall)

Mi succede troppo spesso ultimamente, di trovarmi in imbarazzo nello scrivere una recensione, e il motivo é sempre lo stesso: film impeccabili dal punto di vista tecnico si dimostrano sempre più vuoti per quanto riguarda la trama.
Per inciso, io non ho niente contro i sequel, i remake o i reboot. In pochi anni ho visto ben quattro film sull'Uomo Ragno e non mi sono dispiaciuti; James Bond é arrivato ormai al ventidue-ventitreesimo film, e quante versioni di Robin Hood sono state girate? E' dall'Età della Pietra che continuiamo a raccontare e ri-raccontare sempre le stesse storie.
Lo stesso Total Recall (l'originale con Arnienator) era la trasposizione cinematografica di un racconto di Philip K. Dick.
Ma se il regista del primo Total Recall almeno aveva "fatto i compiti", cioè aveva letto il racconto originale, e vi era rimasto abbastanza fedele, qui abbiamo l'impressione di trovarci di fronte a un tema ricopiato, e male.
La storia originale ruotava attorno al viaggio del protagonista su Marte. Questo elemento qui viene stravolto, sostituendo la colonia marziana con una Terra post-apocalittica, ma si sprecano citazioni dal primo film, di cui alcune battute vengono riprese quasi parola per parola, fino ad arrivare alla prostituta con tre seni che, se poteva avere una sua ragione d'essere nel primo film, in cui i mutanti erano un elemento essenziale della trama, qui non si capisce bene che ci stia a fare.
Lo scopo di queste citazioni non é chiaro: se sono un tentativo di ingraziarsi chi ha visto il primo film, che ormai dovrebbe essere, se non attempato, almeno maturo, non stanno molto bene con le scene d'azione clonate da un videogioco (la scena della fuga attraverso il pozzo degli ascensori é la somma di ogni platform game mai creato).
Tutto il film é un susseguirsi di colpi di scena scontati, implausibili anche per un bambino di sei anni, ma giustificati a posteriori da una singola battuta, con una logica onirica che, invece di lasciare il dubbio che non sia altro che un sogno del protagonista, lo toglie completamente.
L'unica ragione per cui non penso di aver sprecato un biglietto sono gli scenari, uno splendido esempio di cyberpunk, e gli attori, almeno loro, sicuri e preparati.
Se invece di incollare scene riciclate attorno a una trama riciclata, il regista di questo film avesse fatto un passo in più, e cioè avesse scritto una storia a se stante, il risultato sarebbe stato uno splendido esempio di genere cyberpunk.
Peccato.

venerdì 5 ottobre 2012

Cronaca Mondana


Riporto questo trafiletto dal Corriere di Novara, e ne approfitto per rinnovare i miei auguri ad Alessandro e Nicoletta, che ho conosciuto tramite Steampunk Italia.
La Felice coppia é di recente rientrata dalla Luna di Miele.

lunedì 1 ottobre 2012

Stoopidshoes Live in Camerlata


Un’altra serata dedicata alla musica, questa volta all’Hard Rock, con un gruppo esordiente dell’area di Saronno-como, gli Stoopidshoes
Il gruppo ha suonato dal vivo nella serata del 30 Settembre 2012, al locale Woodstock di Camerlata, Como.

Alcune foto del locale



Il leader del gruppo è il chitarrista Stefano Sperotto, che si esibisce un look steam-esoterico vagamente somigliante agli Abney Park, sebbene non sembra che la cosa sia intenzionale; accanto a lui, l’estroso bassista Francesco Peverelli “Mr. Frantastico”, che opta invece per un completo nero in stile Flash Gordon.

Stefano Sperotto e Francesco Peverelli fuori dal locale
Ancora Francesco Peverelli, questa volta assieme al chitarrista del gruppo, Dario "Brad" Cattaneo, un metallaro fatto e finito (o come si definisce lui, "Autocostruito").

Inizia lo spettacolo:


La Vocalist, Giulia attira l’attenzione su di se con una serie di cover di grandi classici, cominciando da “I love Rock & Roll”, sempre favorito dal pubblico e dal sottoscritto, continuando poi con “Sleeping in my car” dei Roxette, “Should I stay or should I go” e un’appassionata, grintosa interpretazione di “Eye of the Tiger” in cui riesce a dare il meglio di se.



Ad accompagnarla, ancora il secondo chitarrista Dario “Brad” Cattaneo, che si lancia in alcune azzardate ma sorprendentemente azzeccate esecuzioni che dimostrano un’insospettata bravura.

Grande interpretazione di Brad
Il batterista Paolo Volontè resta invece più nell’ombra, ma non sbaglia un colpo (letteralmente in entrambi i casi).

Il batterista Paolo Volontè e la Vocalist Giulia Benaia

Il gruppo riesce ad entusiasmare il pubblico e porta avanti bene la serata, nonostante qualche incertezza (del resto naturale, trovandosi solo alla seconda apparizione in pubblico) e non si scompone neppure di fronte a qualche inconveniente con il microfono.


Sperotto dimostra invece le sue doti esponendosi in un breve assolo di chitarra prima della fine.



Il gruppo chiude la serata con “Highway to Hell” degli AC/DC, anche questo cantato da Giorga, la cui voce da al pezzo un tocco di insolito, prima di passare il testimone al gruppo successivo, i Red Apple.



Una combinazione di talenti nascosti, gli Stoopidshoes, che incoraggia a seguire la propria stella anche quando sembra irraggiungibile, e a cui l’autore di questo blog augura un meritato successo.