venerdì 12 ottobre 2012

Atto di Forza (Total Recall)

Mi succede troppo spesso ultimamente, di trovarmi in imbarazzo nello scrivere una recensione, e il motivo é sempre lo stesso: film impeccabili dal punto di vista tecnico si dimostrano sempre più vuoti per quanto riguarda la trama.
Per inciso, io non ho niente contro i sequel, i remake o i reboot. In pochi anni ho visto ben quattro film sull'Uomo Ragno e non mi sono dispiaciuti; James Bond é arrivato ormai al ventidue-ventitreesimo film, e quante versioni di Robin Hood sono state girate? E' dall'Età della Pietra che continuiamo a raccontare e ri-raccontare sempre le stesse storie.
Lo stesso Total Recall (l'originale con Arnienator) era la trasposizione cinematografica di un racconto di Philip K. Dick.
Ma se il regista del primo Total Recall almeno aveva "fatto i compiti", cioè aveva letto il racconto originale, e vi era rimasto abbastanza fedele, qui abbiamo l'impressione di trovarci di fronte a un tema ricopiato, e male.
La storia originale ruotava attorno al viaggio del protagonista su Marte. Questo elemento qui viene stravolto, sostituendo la colonia marziana con una Terra post-apocalittica, ma si sprecano citazioni dal primo film, di cui alcune battute vengono riprese quasi parola per parola, fino ad arrivare alla prostituta con tre seni che, se poteva avere una sua ragione d'essere nel primo film, in cui i mutanti erano un elemento essenziale della trama, qui non si capisce bene che ci stia a fare.
Lo scopo di queste citazioni non é chiaro: se sono un tentativo di ingraziarsi chi ha visto il primo film, che ormai dovrebbe essere, se non attempato, almeno maturo, non stanno molto bene con le scene d'azione clonate da un videogioco (la scena della fuga attraverso il pozzo degli ascensori é la somma di ogni platform game mai creato).
Tutto il film é un susseguirsi di colpi di scena scontati, implausibili anche per un bambino di sei anni, ma giustificati a posteriori da una singola battuta, con una logica onirica che, invece di lasciare il dubbio che non sia altro che un sogno del protagonista, lo toglie completamente.
L'unica ragione per cui non penso di aver sprecato un biglietto sono gli scenari, uno splendido esempio di cyberpunk, e gli attori, almeno loro, sicuri e preparati.
Se invece di incollare scene riciclate attorno a una trama riciclata, il regista di questo film avesse fatto un passo in più, e cioè avesse scritto una storia a se stante, il risultato sarebbe stato uno splendido esempio di genere cyberpunk.
Peccato.

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