venerdì 30 agosto 2024

Vogogna

La mia visita a Vogogna è stata un'aggiunta dell'ultimo minuto, ma è stata la parte migliore di tutto il viaggio (forse perchè, ora che conoscevo gli orari degli autobus, sono riuscito ad arrivarci fin dal mattino, e a pranzare con comodo all'Enoteca del Castello, proprio di fronte alla fermata, sotto le mura del centro storico.
Il Pretorio
Vogogna è un borgo medievale che ruota attorno a due strutture principali: il Palazzo del Pretorio e il Castello Visconteo, che è la prima cosa che si nota arrivando.
Si trova inoltre sul bordo del Parco Naturale della Val Grande, di cui ospita gli uffici, ed è sede dell'A.C.O.I. (Associazione Culturale Ossola Inferiore).
Ai tempi dei Visconti infatti, Vogogna era la capitale dell'Ossola Inferiore e un importante avamposto difensivo.
Che siate appassionati di storia o di escursioni quindi, se decidete di esplorare l'Ossola Inferiore, Vogogna è la vostra porta d'accesso ideale.
Il vero motivo che mi ha spinto a visitarla tuttavia, risale a molto prima dei Visconti,  a prima del medioevo, addirittura prima di quella che noi, nel nostro limitato orizzonte temporale, chiamiamo Antichità.
Nel piccolo museo che si trova proprio all'interno delle sale del Castello infatti, si possono osservare alcuni reperti di epoca celtica, tra cui l'architrave di pietra di quello che potrebbe essere stato un tempio, su cui è inciso un simbolo che è diventato il logo del Parco Naturale della Val Grande, chiamato sulla guida un "simbolo arboreo", ma che le mie conoscenze pregresse mi fanno pensare che si tratti di una "piuma ogamica" analoga a un carattere dell'antico alfabeto irlandese, oltre ad avere una vaga somiglianza con il simbolo nordico dalla Ragnatela del Destino.
Nelle valli e nei borghi circostanti si possono trovare inoltre Menhir, pitture rupestri e altre incisioni simili.
Il pezzo più importante dell'intera esposizione tuttavia, è senza dubbio quello che viene impropriamente definito "Mascherone Celtico", una testa di pietra il cui stile rimanda al periodo di La tène, e che forse rappresenta il Dio Celtico Belenos (divinità solare definita "l'Apollo Celtico") o la più tarda divinità celto-romana Silvanus ("l'Uomo del Bosco").
La testa era posta "a guardia" di una sorgente sacra, con l'acqua che gli usciva dalla bocca. In tempi più recenti, la bocca è stata "allargata" quando il mascherone è diventato parte di una fontana.
Ancora una volta noto dei parallelismi con la cultura celtica delle Isole Britanniche, in particolare con la città inglese di Bath e la figura del folklore irlandese nota come "the Green Man" (l'Uomo Verde).
Ma non è finita qui: il piano superiore del castello ospita una mostra dedicata al lupo, e agli sforzi di reintrodurlo all'interno del Parco Naturale.
Si fa inoltre riferimento alla leggenda medievale di un "Re Lupo" che vive sotto al castello, presumibilmente in una grotta, a cui la popolazione del borgo rendeva omaggio una volta l'anno, in occasione del Carnevale.
Probabilmente si tratta di un'altro aspetto di Silvanus, o di un animale totemico che potrebbe risalire alla tribù celto-ligure dei Leponzi, che ha  abitato queste zone fin dal Primo Millennio B.C.E. 
Sembra che ogni villaggio fosse associato a un particolare animale, un totem appunto, in maniera analoga ad altre parti del mondo (i miei lettori potrebbero pensare ai Nativi Americani, nella cui cultura il Lupo rivestiva un ruolo importante, ma ritengo più probabile una parentela con una leggenda analoga legata alla città scozzese di Stirling).
Nell'ultima stanza dell'esposizione, un'area didattica dedicata ai bambini, è anche possibile incontrare il Re Lupo di persona, più o meno.
Continuate a leggere.

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