Per molto tempo ho intrattenuto (o sono stato tormentato) dall'idea che fosse necessario "ristrutturare l'Immaginario".
L'Olimpo ormai é solo una vecchia soffitta, piena di cianfrusaglie arrugginite: la Damigella in Pericolo, il Cavaliere Senza Paura, la Strega Cattiva.
Nel terzo capitolo della saga di Iron Man, Tony Stark fa esattamente questo, non solo all'interno della trama (Tony deve ricostruire la sua armatura pezzo per pezzo) ma anche all'esterno, oltre il cosiddetto "Quarto Muro".
Questo film é tutto quello che lo spettatore non si aspetta.
Tony é ben lontano da essere un cavaliere senza paura, scopriamo anzi che soffre di attacchi di panico, dovuti allo shock post-traumatico dell'invasione aliena del film precedente (the Avengers).
Quando si rende conto di non poter contare sulla sua armatura, frena di colpo, accosta su una piazzola e scende dalla macchina per riprendere fiato.
Questo é successo anche a me diverse volte, e in quei momenti non avrei potuto sentirmi più lontano dai supereroi che tanto ammiravo, ma mi sbagliavo, e di grosso, se a Tony Stark succede esattamente la stessa cosa.
Rimasto senza alternative, Tony cerca di riparare la sua armatura facendo la spesa da un ferramenta (dove l'ho già vista questa?) e riesce a decriptare dei file con l'aiuto di un ragazzino e di un tizio pettinato come lui (sempre più stranamente familiare...).
La battaglia finale é quanto di più anticlimatico si possa immaginare... apparentemente.
Vorrei vedere come se la sarebbe cavata Bruce Willis in una situazione del genere.
Ah, e la damigella in pericolo? Un consiglio: Non fatela arrabbiare.
Alla fine, siamo di nuovo dove eravamo all'inizio, con qualcosa in più.
Tony Stark tornerà.
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