L'ingresso della mostra |
Ecco perché ho scelto l'ultimo giorno di gennaio per visitare la mostra tolkieniana allo Wow Spazio Fumetto, il museo che la città di Milano ha dedicato proprio al mondo del fantastico e, in modo particolare, del fumetto.
Volevo approfittare del fuoco di Brigit per uscire dal letargo invernale a cui quest'anno sono stato costretto da una strisciante influenza che rifiutava di andarsene.
Il successo di pubblico é stato concreto e indiscutibile, come é giusto che sia: le sale erano piene di gente, e non c'era alcun dubbio che nessuno di loro era lì perché non sapeva cosa fare in un freddo pomeriggio di fine gennaio.
Chi c'era, era lì per l'anello, che diventa uno splendido faro di luce per il mondo reale quanto é stato un oscuro portatore di rovina nella Terra di Mezzo, forse in obbedienza a una versione tutta sua della Legge del Contrappasso (o dovrei dire Contrabbasso, vista l'importanza della musica sia per Tolkien che per i suoi eredi).
Proprio il grande successo dell'iniziativa però, ne mette in evidenza la sua più grande debolezza.
La mappa della Terra di Mezzo realizzata da Fabio Porfidia mostra il mondo creato da Tolkien in tutto il suo splendore, ma lo spazio angusto in cui é appesa non gli rende giustizia. |
Le sale dedicate alla mostra, per contro, sembrano troppo piccole per contenere anche solo una parte di questa immensa opera, e tuttavia, sembra che abbiano la pretesa di farcela stare tutta.
Sebbene il materiale esposto sia tutt'altro che disprezzabile, dagli oggetti di scena alle opere degli appassionati, dalle illustrazioni dei Fratelli Hildebrandt ai quadri dipinti da artisti non professionisti, a tratti si ha l'impressione di trovarsi nel retrobottega di un negozio di antiquariato, più che a una mostra.
Questo quadro, che raffigura un Nazgul, mi
ha ricordato le icone russe, ma non sono riu-
scito a osservarlo né a fotografarlo con
l'attenzione che meritava, o dalla posizione
che avrei voluto.
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la mia impressione é che questa mostra cerchi più di sfruttare la "moda" di Tolkien, attirando i fan esistenti, piuttosto che farsi portatrice di una tradizione forse troppo britannica che si preoccupa anche di insegnare alle nuove generazioni.
Laboratori e conferenze, che si tengono al piano inferiore e sono organizzate dalle diverse associazioni Tolkieniane, cercano di recuperare in parte questa funzione, ma anche loro mi sembra che soffrano di mancanza di spazio, che ne mortifica gli sforzi.
Ancora una volta, devo purtroppo constatare che la letteratura fantastica, in Italia, sembra non riuscire a superare l'infanzia e diventare un genere adulto come in altri paesi, anche vicini a noi come la Francia o la Svizzera.
Ma la Terra di Mezzo é vasta, e come scriveva lo stesso Tolkien, "Sleale é chi si accommiata quando il cammino si fa oscuro".
Stavolta ve lo chiedo come un favore: continuate a leggere.
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