giovedì 5 febbraio 2015

La Magia dell'Anello (Da Tolkien a Jackson) - Parte Seconda

Sebbene nel mio precedente articolo dedicato a questa mostra ne abbia messo in evidenza i difetti, non si deve pensare che non mi sia piaciuta.
Nonostante le pur molte mancanze, la capacità dei fan di ricreare il mondo di Tolkien (e non solo il suo) fino a dare l'impressione di entrarci fisicamente, di farne parte.
Per questo non mi piace usare il termine "divertimento" per riferirmi alle opere di Tolkien e di altri autori: il divertimento, dal latino Divertere, ossia allontanare, é qualcosa che allontana da quello che chiamiamo il mondo "reale".
Ma quando mi trovo circondato da opere tolkieniane, la maggior parte realizzate dai fan (com'era del resto lo stesso Peter Jackson) l'unica conclusione a cui posso arrivare é che é esattamente qui il mio posto e dove devo stare, quindi é l'esatto contrario del "divertimento", semmai é un "avvicinamento".
Trovo strano, addirittura assurdo che, come del resto riportato tra le informazioni della mostra, Tolkien é stato il più influente autore di lingua inglese del Ventesimo Secolo, assieme a Frank Herbert (Dune) eppure, il Fantasy e la Fantascienza, come generi letterari sono ancora relegati nel ghetto di una letteratura di secondo piano.
Gli spazi inadeguati dedicati a una mostra su un autore così importante, sono forse la conseguenza di un atteggiamento snobisticamente ignorante, ancora più colpevole perché non viene da persone illetterate, ma dall'alto dell'Accademia.
Del resto, la traduzione della fantasia di Tolkien in realtà, é evidente nelle sculture, nei quadri, nei plastici e negli altri oggetti creati dai fan, molti dei quali provengono da collezioni private, come il bastone di Gandalf, o gli abiti di Veerena Cosplay qui accanto, o le tavole di calligrafia elfica realizzate da Roberto Fontana, che ha tenuto anche lezioni di scrittura e lingua Quenya sia all'interno dei laboratori affiancati alla mostra che presso l'associazione culturale Sentieri Tolkieniani.
La parola più appropriata per descriverle, mi sembra essere "Realizzazione".

Rinnovo ai miei lettori l'invito a visitare questa mostra, che resterà aperta fino a marzo, suggerisco tuttavia, a chi ne avesse la possibilità, di evitare l'affollamento dei week-end e di visitarla durante la settimana.

So che é molto da chiedere, ma ne vale la pena.

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