Non mi capita spesso di recensire libri, non perché non leggo (tutt'altro; anche se gestire questo blog ha ridotto il tempo che posso dedicare alla lettura, cerco sempre di mantenere alto il mio standard di lettore forte) ma vi avevo promesso che avrei presto scritto la recensione de I Draghi dei Visconti, perciò, eccola.
Si tratta di un romanzo che non pretende di essere una saga epica, sono solo 181 pagine, ma l'autrice é riuscita a creare un vero e proprio mondo concentrato.
Visitando l'Irlanda o la Scozia é facile avere l'impressione di entrare fisicamente nel Mondo delle Fate, ma prima d'ora non avevo mai pensato che una cosa del genere potesse capitare anche sulle rive del Lago Maggiore o per le strade di Milano.
Questo libro ci conduce con grande precisione storica al tempo di Azzone e Galeazzo Visconti, fino a riportare luoghi e date, ma poi ci sorprende rivelando la presenza di draghi e fate tra le montagne.
La nobile terra Lombarda però non é più un luogo ospitale per gli esseri fatati, che anzi la stanno lasciando in massa alla ricerca di più verdi contrade: una vera e propria "Fuga di Magia", ed é impossibile per il lettore non identificarsi con quelle fate.
Nel frattempo, i Visconti setacciano le montagne alla ricerca di uova di drago, con l'intenzione di dotare il proprio esercito di un corpo di "dragonieri" qualcosa a metà strada tra un'unità di cavalleria e uno stormo dell'aeronautica.
La vicenda mescola storia e leggende locali con tanta abilità da apparire credibile, nonostante lo stile forse un po' ingenuo e la sensazione che ci siamo persi qualcosa.
Magari il romanzo era troppo concentrato, chissà... ma nessuna paura, perché il seguito, Draghi Randagi, é già sugli scaffali.
Non vedo l'ora di continuare a leggere.
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