giovedì 30 ottobre 2025

Cari lettori, di solito non riposto su questo blog contenuti di altri, ma in questo caso penso di dover riportare integralmente la seguente dichiarazione, a fronte di quella che è una vera e propria campagna di disinformazione ai danni di una minoranza poco conosciuta, ma spesso bersaglio di certe correnti estremiste, i cui attacchi ingiustificati si ripetono ogni anno. 

Nell'interesse di un moderno e civile Stato di Diritto, mi accingo a chiedere scusa ai miei lettori per questa necessaria deviazione dalle solite politiche editoriali di questo blog.

Cliccate sul titolo seguente per leggere la risposta originale.

Mi accingo quindi a passare la parola al...  

Tempio Morrigan Cernunnos Triskele


 In seguito alla pubblicazione di un articolo su Il Fatto Quotidiano che associa Halloween e la festività di Samhain a presunte "iniziazioni all'occulto", abbiamo ritenuto necessario intervenire. Un insieme di realtà neopagane ha inviato una lettera alla redazione per offrire un contributo di chiarezza storica e culturale.
Desideriamo condividere anche con voi le riflessioni inviate al giornale. Il nostro obiettivo non è polemizzare con posizioni che non meritano particolare attenzione, ma promuovere una corretta informazione e tutelare la dignità di un percorso spirituale legittimo, spesso travisato. Crediamo che la conoscenza sia il primo passo per il rispetto reciproco.

All'attenzione della Redazione de Il Fatto Quotidiano, 
in riferimento all’articolo pubblicato in data 27 ottobre 2025 dal titolo "Halloween serve per introdurre bambini e giovani all’occulto... l’allarme degli esorcisti", sentiamo il dovere di intervenire per offrire un contributo di chiarezza storica, culturale e religiosa, al fine di garantire una corretta informazione ai Vostri lettori.
L’articolo riporta la posizione dell'Associazione Internazionale Esorcisti (Aie), che definisce la festa del 31 ottobre "un canale di iniziazione al mondo delle tenebre" e la collega direttamente "al culto celtico di Samain [sic]".
Tali affermazioni si basano su un profondo equivoco e su una sovrapposizione di concetti teologicamente e storicamente infondata. Desideriamo quindi fare chiarezza su quattro punti:

1. Samhain: una festa sacra del Neopaganesimo. È fondamentale chiarire che Samhain è una festa sacra del Neopaganesimo, una spiritualità moderna che si rifà a radici pre-cristiane e si basa sul profondo rispetto dei cicli della Natura. Confondere questa spiritualità con "ambienti legati all'occulto" o "il mondo delle tenebre", come fa l'articolo, è un profondo errore storico e teologico. Le nostre fedi celebrano la vita e i suoi cicli.

2. Le vere radici celtiche (e italiche) di Samhain. La ricorrenza del 31 ottobre affonda le sue radici in Europa, non in America. Proviene dall'antica festa celtica di Samhain (o Samonios, come attestato dal calendario di Coligny), che segnava la fine del raccolto e l'inizio del nuovo anno. Era un momento di passaggio, un Capodanno sacro. Queste radici appartengono anche alla storia profonda del nostro Paese, data l'estesa presenza celtica (Galli, Leponzi, Insubri*, etc.) per secoli in gran parte dell'Italia settentrionale e centrale.

3. Una "cultura della memoria", non "della morte". Per i Neopagani, Samhain non è una "celebrazione del mondo delle tenebre", ma una festa di profondo raccoglimento spirituale. È il momento in cui si onora il ciclo della Natura (il riposo della terra prima della rinascita) e, soprattutto, si celebra la memoria degli Antenati. È un tempo dedicato alla connessione con le proprie radici familiari e all'onoranza dei propri cari defunti. Non si tratta di "evocare demoni", ma di praticare il rispetto e la memoria familiare.

4. Dalle tradizioni contadine a Halloween. Molte usanze che oggi identifichiamo con Halloween non sono invenzioni moderne o "occulte", ma la sopravvivenza di antiche tradizioni contadine presenti in tutta Europa, Italia compresa. Gesti come lasciare cibo per i defunti (il "pane dei morti") o accendere luci e lanterne (come le "lumere" o le zucche/rape intagliate, attestate anche in Italia settentrionale) erano gesti di accoglienza e ricordo per gli antenati. La versione commerciale e laica di "Halloween" è un'evoluzione pop di queste antiche usanze. Pur distinguendo nettamente l'aspetto sacro da quello ludico, rispettiamo pienamente la festa di Halloween come un'espressione gioiosa, sociale e di festa, specialmente per i bambini.

Rispettiamo il diritto di chiunque a manifestare le proprie opinioni, ma in uno Stato laico e pluralista, la libertà di culto e la dignità di tutte le confessioni religiose devono essere tutelate. Contrapporre la "luce della fede" (cit. Aie) a una presunta "oscurità" di Samhain significa alimentare una disinformazione che danneggia una minoranza religiosa legittima.
Il nostro stile non è quello di impedire l'espressione altrui, ma quello di far crescere spazi di conoscenza. Non alziamo muri: accendiamo fuochi sacri e a Samhain in particolare accendiamo fuochi per ricordare i nostri antenati.
Non chiediamo privilegi, esigiamo parità, così come stabilisce la nostra bellissima Costituzione. E questa parità la esercitiamo con dignità, responsabilità e bellezza. La stessa bellezza dei bambini che, travestiti, danno vita a tradizioni antiche e radicate da sempre nella nostra storia.

A firma dei gruppi neopagani:

  • Triplice Cinta Druidica
  • Il Nemeton APS
  • La Stella a Otto Punte
  • Congrega Andegavium - OSD
  • Collegio di Maia - OSD
  • F.D.R. Axis
  • F.d.R. Tellus
  • Tempio di Ara - Italia
  • Tempio Morrigan Cernunnos Triskele
  • Radura delle Fate APS
  • Sacro Fuoco Celeste Grove
  • Pharmakou Potnia - Φαρμάκου Πότνια Lyceum e Iseum della Fellowship of Isis 
  • Central
  • Moksha - Lyceum e Iseum Della Sacra Fiamma, della Fellowship of Isis Central
  • Àrrhēton Lyceum e Iseum della Fellowship of Isis Central
  • Cerchio del Fuoco Palermo

*il grassetto è mio

martedì 28 ottobre 2025

Orsi in Locanda

Prima di proseguire, facciamo un (enorme) passo indietro e torniamo al Claddagh Fest di Ameno.
Come ho già detto, per il primo giorno e una buona metà del secondo, il tempo non è stato particolarmente generoso, costringendo i partecipanti al festival, che avevano in mente di passare un week-end all'aperto, a cercare un rifugio dalla pioggia.
Un limite però può anche essere un'opportunità: grazie alla pioggia infatti ho conosciuto gli Orsi in Locanda, un gruppo di giocatori di ruolo che hanno la loro... tana in zona Castelletto Sopra Ticino/Pombia.
Quest'anno, gli Orsi in Locanda hanno preso il posto dei Genitori di Ruolo, impegnati a quanto sembra in un nuovo progetto editoriale.
Quindi ho salutato, con un po' di tristezza, l'ambientazione di Dragondale, ma ho incontrato per la prima volta la Quinta Edizione di Dungeons & Dragons... e non mi è dispiaciuta.

La nuova struttura infatti è molto più snella, le schede più facili da leggere e le regole più fluide e meno farraginose.
Ci si perde un po' nella versatilità del personaggio in fase di creazione, ma aumenta la giocabilità.
Gli Orsi in Taverna hanno fatto i loro compiti, portando avventure ambientate proprio ad Ameno e radicate nel folklore locale. Dragondale, in questo senso, ha fatto scuola, ma sono felice di constatare come gli Orsi in Taverna abbiano raccolto e persino ampliato la loro eredità.
Il gioco infatti, andava ben oltre l'aspetto tecnico: i prop di scena, sopra e attorno ai tavoli, hanno creato anche un minimo di scenografia che ha reso il gioco immersivo, e grazie ai disegni di Irene Artwork ruoli e avversari sono stati introdotti in modo semplice e accattivante anche da un supporto visivo, perfetto anche per introdurre nuovi giocatori a un'avventura Fantasy.
Continuate a leggere.

venerdì 24 ottobre 2025

Cosplay e Teatro a Bereguardo

Come ogni fiera del fumetto che valga qualcosa, anche il Bereguardo Fantasy Festival ha la sua Gara Cosplay, e come ogni gara anche questa ha una giuria, anch'essa in cosplay.
Presenta, come sempre, la nostra Elisa Oximoron, che si prende anche l'onere di intervistare non solo i partecipanti ma anche i giurati, con il suo consueto stile sopra le righe che conosciamo e amiamo.
Questa volta però, i giurati sono ancor più sopra le righe, per cui il pubblico smette di vedere le righe e si trova di fronte a un'immagine completamente diversa da quella che si aspettava.
Nel bel mezzo della gara infatti, quello che sembrava un banale guasto al microfono serve come scusa per introdurre una Mercoledì Addams fuori concorso, che si rivolge direttamente al pubblico con un discorso che solo Mercoledì Addams potrebbe fare.
Si tratta di Bex, una cosplayer già nota sia a me che ai miei lettori, ma che non avevamo più visto da parecchio tempo.
Che fine aveva fatto, e perché riemerge proprio ora?
La risposta è sorprendente.
Ricordate quando Elisa ha interpretato Titania nel "Sogno di una Notte di Mezza Estate" di Shakespeare? bene, la Scuola di Teatro Verbamanent ha dato il via a un nuovo progetto legato proprio al mondo del Cosplay.
L'iniziativa si chiama Kosupure, ed è la prima Accademia di Cosplay al mondo, che fonde l'arte della costumistica con un corso di interpretazione per calarsi davvero "nei panni" del proprio personaggio. Si tratta di un corso di formazione della durata di otto mesi per un totale di ottanta ore, seguito da insegnanti professionisti. Elisa Oximoron è tra le promotrici del progetto, e Bex ne è la testimonial.
Sul palco di Bereguardo tuttavia, non si sono esibiti solamente i cosplayer: oltre ai cantanti, anche alcuni Content Producers dell'area Pavese, sempre legati al mondo Nerd, hanno parlato al Pubblico. Tra questi Kenta Suzuki, autore del libro I Giapponesi Sono Fuori di Testa, con le sue curiosità sul Giappone, e Cristiana "Nerdarte" Pieragnoli, che ci parla invece di pirati,  svelando di loro un lato inedito, tutto femminile quando introduce la figura di Alwílda, una vichinga che terrorizzava il Mare del Nord con il suo equipaggio di sole donne, che ha ispirato, tra le altre cose, diversi fumetti.
Continuate a leggere.

giovedì 16 ottobre 2025

BFFIII25 (Bereguardo Fantasy Festival Terza Edizione 2025)

Per la terza volta di fila, il Castello di Bereguardo ha ospitato all'interno delle sue mura, dal 10 al 12 Ottobre 2025, il Bereguardo Fantasy Festival.
Si tratta di un festival diverso da tutti gli altri: è il solo di cui conosco personalmente almeno una parte degli organizzatori, che si conoscono anche tra loro, per cui partecipare diventa quasi una specie di raduno tribale, avvolto da un'atmosfera di gioiosa convivialità... insomma, una specie di anti-Lucca.
Ecco perché non vado a Lucca e non ci andrò mai.
In questo raduno tribale c'è poi un Clan che si distingue, il Clan Oximoron (ormai lo possiamo chiamare a buon diritto così) con Elisa Oximoron che assume il ruolo di Spirito Guida, ovunque e in nessun luogo.
Se io sono il Duca d'Insubria, lei è la Signora di Bereguardo.
Il merito tuttavia, non è soltanto suo. Lei introduce, presenta e intervista gli ospiti. 
Già, gli ospiti: ce n'erano davvero tanti, e ognuno di loro meriterebbe un articolo a parte.
Inoltre c'erano i Campi Storici, le conferenze su Cinema e Fumetto, la Gara Cosplay, senza dimenticare, ancora una volta, la musica. Ogni giornata infatti, si è chiusa con un concerto: la prima con le parodie ironiche de I Cavalieri dell'Orzo Bimbo, la seconda sulle note Celtiche dei Daridel, e l'ultima con uno strano ibrido in cui le Celtic Trees e La Va Lend (Valentina Gessaroli) cantavano le sigle dei cartoni animati in chiave Celtica.
So che può sembrare strano, ma a volte si possono trovare imprevisti e mai sospettati punti d'incontro.
Bereguardo è la Ameno del Fantasy, e ormai aspetto entrambi i festival con trepidazione.
Tuttavia, Bereguardo è anche un laboratorio dove autori e pubblico hanno la possibilità di incontrarsi e confrontarsi più che altrove.
Credo di poter affermare che il BFF è l'unico, l'ultimo (il primo?) festival realizzato dagli appassionati per gli appassionati: un'arena dove non ci sono semplici visitatori, ma tutti partecipano.
Tuttavia, questo lo rende anche più impegnativo rispetto agli altri... ne siamo tutti usciti a pezzi, ma credetemi, ne è valsa la pena.
Continuate a leggere.

giovedì 9 ottobre 2025

La Cerimonia del Fuoco

La seconda giornata del Claddagh Fest (Sabato 27 Settembre) si è conclusa in modo maestoso e solenne: con l'accensione del Fuöch de Amén da parte del Cerchio Druidico locale.
La processione è partita dall'Area Palco, il cuore della Festa, per poi proseguire verso l'Area Decio, l'arena dei campi storici.
Qui, prima di accendere il fuoco, il capo-druido ha voluto ricordare che, anche se in quella notte noi stavamo festeggiando, non potevano essere dimenticati gli eventi terribili che proprio allora (e ancora adesso) stavano succedendo in Ukraina e, soprattutto, in Medio Oriente, e ha perciò chiesto un attimo di silenzio e riflessione, richiesta a cui anche il Fragoroso pubblico del Claddagh Fest ha giustamente dato seguito. Siamo pur sempre umani.
Solo alla fine di questa breve pausa la pira è stata finalmente accesa, ma anche a quel punto il pubblico ha mantenuto un rispettoso silenzio, rotto solamente dalle sommesse invocazioni dei druidi.
Tuttavia, mentre il fuoco ancora bruciava, la festa riprendeva con quella che è la vera ragione della sua esistenza: la musica.
Ma soprattutto la danza. Non troppo lontano dalla pira infatti, non più di una decina di minuti dopo la sua accensione, è iniziata la prima esibizione in programma delle Celtic Roses, la compagnia di Ballo Irlandese che ha rivoluzionato il panorama Irish-Folk da questo lato del Mare Celtico.
Le Celtic Roses hanno iniziato la loro impresa proprio ad Ameno, nell'edizione di due anni fa. Allora erano soltanto in due (ora sono sei) e la loro primissima esibizione come Celtic Roses è stata proprio la Danza del Fuoco... una nuova tradizione che ha rapidamente messo radici.
L'anno scorso hanno portato sul palco, sempre ad Ameno, la loro prima vera coreografia, Celtic Tales by the Fire, di ritorno da un tour negli Stati Uniti, per poi fare una breve apparizione a Bereguardo.
Infine quest'anno hanno chiuso il Claddagh Fest con un nuovo spettacolo, intitolato Vilia.
A Vilia però voglio dedicare un articolo a parte.
Continuate a leggere.

domenica 5 ottobre 2025

La Tomba del Tripode

Cantos Alisianon (letteralmente: il Cerchio del Sorbo) è un'associazione culturale di ricostruzione storica di matrice Celtica, che si concentra in particolare sul Periodo Hallstattiano, con occasionali sconfinamenti nel periodo precedente, legato alla Cultura di Golasecca.
Le relatrici
In questo ambito si concentra soprattutto sul sacerdozio femminile (anche perché quasi tutti i membri dell'Associazione sono donne) che secondo la loro audace ma ben ricercata teoria, doveva essere prevalente nel contesto Golasecchiano durante la tarda Età del Bronzo (e forse anche prima, ma non ci sono documenti).
Il "Tripode" (riproduzione)
Questa teoria è stata esposta da due rappresentanti dell'Associazione nella giornata di Domenica del Claddagh Fest. Nello specifico, la relazione si è concentrata sulla "Tomba del Tripode" una delle quattro maggiori sepolture ritrovate nella Necropoli di Sesto Calende, uno dei maggiori siti fonte di reperti Golasecchiani.
Le quattro tombe sono la "Tomba del Guerriero I", la "Tomba del Guerriero II", la "Tomba della Principessa" e ovviamente, la "Tomba del Tripode".
Quest'ultima è la più enigmatica, perché il corpo al suo interno non si è conservato, ma gli oggetti, un corredo funebre composto da gioielli in ambra e utensili di metallo, invece sì, fatto che toglie forza all'ipotesi che la tomba sia stata saccheggiata perché quale ladro ruberebbe il cadavere e lascerebbe lì gli oggetti preziosi?
Questo rende anche più difficile identificare la persona per cui la tomba è stata costruita, non solo per l'assenza del corpo, ma anche per la dubbia interpretazione degli oggetti, che non sembrano avere una funzione ben chiara (come potrebbe avere, per esempio, una spada). Le Cantos Alisianos ritengono possa trattarsi di oggetti rituali, simili a quelli in uso presso le sacerdotesse in altre culture e connessi ad attività mistico/oracolari tipicamente femminili (la tessitura, la "visione" del futuro).
Quindi abbiamo a che fare con una possibile "Tomba della Sacerdotessa"? Al momento non possiamo esserne certi, ma un giorno chissà.
Continuate a leggere.

giovedì 2 ottobre 2025

Tamworth

La "capitale" del vecchio Regno di Mercia, Tamwort, durante il Periodo Anglosassone era più importante di Londra, che ai tempi faceva parte del ben più modesto Regno dell'Essex, il quale è stato diverse volte asservito ai regni vicini, tra cui la stessa Mercia.
Oggi è una cittadina che va a costituire un distretto non metropolitano dello Staffordshire, il cui punto di riferimento principale è il castello.
Come nel caso di Stafford tuttavia, esso risale non al Periodo Anglosassone che ha visto il massimo splendore della città, ma al successivo Periodo Normanno, e sorge al di fuori di quelle che erano le mura originali.
Il nome, in Inglese Antico, significa "Sede Reale sul fiume Tame", e in questo ruolo si contrappone alla vicina Lichfield, che è stata invece sede vescovile fin dai tempi di Re Offa, sebbene con alterne vicende. 
Il vecchio ingresso al vecchio burh anglosassone si trova dove oggi sorge il Centro Commerciale, al di sopra del parco cittadino. 
Statua di Aethelflaed
Sotto Re Offa il Grande Tamworth ha visto il culmine della sua potenza, arrivando a trattare alla pari con lo stesso Carlomagno, ma anche il suo periodo più travagliato, a causa del conflitto tra due dinastie reali (o due rami della stessa dinastia, la Storia non è molto chiara su questo particolare). il momento del suo maggior splendore tuttavia, è stato sotto il dominio di Aethelflaed Signora di Mercia, che l'ha resa parte del suo vasto sistema difensivo contro i Vichinghi.
La presenza del castello e la sua posizione strategica tuttavia, hanno permesso a Tamworth di mantenere il suo status di sede reale, seppure secondaria, anche durante il Periodo Normanno: Re Giovanni,  in una lettera, ordina al castellano di radunare le sue truppe "nel castello di Tamworth" in risposta a una delle ai tempi frequenti rivolte baronali.
La storia del castello continua con alterne vicende fino al 1800.
Continuate a leggere

mercoledì 1 ottobre 2025

Claddagh Fest 2025 - Introduzione

Giunto ormai alla sua sesta edizione, il Claddagh Fest di Ameno è diventato non solo una tappa fissa per me, ma quasi una tradizione a sua volta.
Con il tempo anzi, ha assunto un vero e proprio peso istituzionale per il piccolo comune tra le montagne del Cusio, come sembra voler attestare, quest'anno, la presenza della Console della Repubblica d'Irlanda sul palco.
Ancora una volta, per tre giorni, la comunità montana è diventata un pezzo d'Irlanda e, come ha fatto notare la stessa console, il meteo ha voluto dare il suo contributo, con una fitta pioggia che ha angustiato la serata di venerdì e la mattinata di sabato, per poi dare, per fortuna, una tregua verso la tarda mattinata.
Questo ha ritardato l'apertura dei Campi Storici, ma ha permesso alla Cerimonia del Fuoco, qui designata El Fuöch de Amén, e al seguente spettacolo La Danza del Fuoco, di svolgersi regolarmente.
Il sole ha poi continuato a splendere per l'intera giornata di domenica, con qualche disagio dovuto allo sbalzo di temperatura per cui è stato necessario l'intervento dei medici, che è risultato in un temporaneo rallentamento nell'area di parcheggio.
Sia il personale medico che lo staff del Festival (che quest'anno ha deciso di nominarsi scherzosamente i Befolki) hanno risolto la situazione senza grossi problemi.
I Befolki hanno anche coordinato lo sforzo non da poco di nutrire la considerevole mole di visitatori, per cui quest'anno tutti gli alberghi e i ristoranti coinvolti con il Festival hanno proposto uno speciale menù "Claddagh", che offriva, per un prezzo contenuto, una fusion molto particolare tra la cucina irlandese e quella piemontese.
Chissà che l'idea non prenda piede, l'onda celtica potrebbe riscrivere non soltanto la storia dei popoli dell'Età del Ferro, ma anche dare il suo contributo alla storia della haute cuisine (o dovrei dire befolk cuisine?).
La forte pioggia, come ho accennato, mi ha costretto al chiuso per quasi tutta la mattinata di sabato, ma mi ha permesso di fare la conoscenza degli Orsi di Taverna, un gruppo di Varallo e dintorni che quest'anno ha gestito la sezione dedicata ai Giochi di Ruolo al posto dei Genitori di Ruolo di Omegna.
Mi sono quindi lasciato alle spalle, con una lacrima, l'ambientazione di Dragondale, ma ho provato per la prima volta la Quinta Edizione di D&D. Ne riparlerò in un articolo a parte.
Infine, la chiusura dello spettacolo è stata affidata ancora una volta alle bravissime Celtic Roses, già protagoniste della Danza del Fuoco a cui facevo cenno sopra, oltre ad aver accompagnato i gruppi che hanno suonato sul palco nella giornata di domenica.
La loro ultima coreografia, intitolata "Vilia" alza di nuovo il già notevole livello di queste artiste, ma proprio per questo ritengo sia più appropriato dedicare anche a loro un articolo a parte.
Continuate a leggere.