martedì 5 maggio 2015

Pic Nic Vittoriano sul Naviglio (prima parte)

Secondo i più recenti studi di antropologia (M. Holmes/T. Brennan, 1888) dell'Università di Cambridge, esistono in questo nostro mondo tre distinte civiltà: quella Cinese, che si ritiene antica di almeno cinque millenni (se non di più) e che rimane nel suo dorato isolamento da più di quattro secoli; per questo motivo non ne sappiamo molto, se non che segue, per lo più, una sorta di filosofia semi-mistica chiamata Buddhismo.
Il Professor Vash
La Civiltà Mediterranea, che a causa la sua natura caotica e violenta, segue una moltitudine di culti (definiti "trascendenti") quasi sempre in aperto conflitto tra loro - dai Papisti di Roma e Avignone ai Thug dell'India, dall'Incendio di Babilonia alle "Crociate" - eppure tutti derivati, secondo Andrew E. Vash, Professore Emerito alla Miskatonic University di Arkham, da qualche arcaico, abominevole culto dedicato ai Grandi Antichi (A.E. Vash, 1892).
E infine, senza dubbio la più evoluta, la nostra Civiltà Anglosassone, i cui grandi Saggi sono da sempre impegnati nella ricerca della verità attraverso la Scienza, con l'aiuto delle Fate.
Tuttavia, questo nostro Diciannovesimo Secolo (ironia della Storia, contiamo gli anni basandoci proprio su uno di quegli arcaici culti mediterranei) é il Secolo degli Scettici: con lo Scisma Cartesiano la domanda "Esistono le Fate?" ha preso a tormentare tanto i circoli accademici quanto la gente comune.
Prima del 1650, una domanda del genere sarebbe parsa assurda: dubitare dell'esistenza delle Fate sarebbe stato come dubitare della neve dello scorso inverno, o delle foglie del prossimo autunno, o chiedersi se ci sarebbe stato il mese di ottobre anche l'anno venturo.
Come fa notare il poeta Percy Shelley, l'ossessione di Cartesio per la matematica é la prova lampante che la sua mente era stata sconvolta dai Grandi Antichi.
Lady Elisabeth Pepplepot
Dopo la Rivoluzione Francese e soprattutto con le Guerre Napoleoniche tuttavia, il cosiddetto Modello Cartesiano si é grandemente diffuso in tutto il Continente e oltre, influenzando perniciosamente l'essenza profonda e minando la sanità mentale di tutti noi bravi sudditi di Sua Maestà la Regina.
Per questo motivo ritengo degna della massima lode l'iniziativa della nostra Lady Elisabeth Pepplepot, la quale, spinta dal desiderio di proteggere il nostro carattere, ma sempre in ottemperanza alla severa auto-disciplina con cui quel carattere si é formato nel corso delle generazioni, ha deciso di intraprendere una seria e documentata ricerca scientifica sulle Fate.
Tuttavia, la nobiltà delle intenzioni troppo spesso si infrange sullo scoglio della mancanza di mezzi.
Mi permetto quindi di suggerire a Lady Elisabeth una possibilità di finanziare le proprie ricerche, con l'augurio di poter presto pubblicare, in questa stessa sede, i felici risultati.

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