martedì 13 ottobre 2015

Bustofolk 2015 - Conclusione

Prima di approfondire il discorso sulla Svizzera, volevo completare in breve la serie di articoli sul Bustofolk, se é possibile; sono molte le cose che ho tralasciato e che spero di poter riprendere più avanti, magari in occasione di un'altra festa.
Ozzy? Ozzy chi?
Heavy Mithril!
Chiedo scusa perciò a Federico Gasparotti, del cui libro spero di poter parlare al più presto, ma non é possibile abbandonare il Festival Interceltico di Busto Arsizio senza aver parlato della musica e dei musicisti che vi hanno partecipato, dagli Inisfail ai Green Circle, che hanno tenuto banco durante la maggior parte del festival, e soprattutto quelli che hanno chiuso le serate di sabato 19 e domenica 20, rispettivamente.
Se vi ricordate di Viking Saga, lo spettacolo di fine anno 2015 dell'Accademia di Danze Irlandesi Gens d'Ys, e in particolare la parte dedicata agli Elfi Oscuri, in cui ho ballato anch'io assieme al mio corso, sappiate che ci siamo esibiti sulle note di Cape Horn, un brano dell'album Oceans of Fire dei Celtica Pipes Rock.
Sono stati proprio i Celtica Pipes Rock a concludere la serata di sabato, dandomi la possibilità di ascoltare quello stesso brano dal vivo. Vi confesso che, anche se non sono il tipo che si lascia andare alle emozioni, sentirli suonare sul palco e poterli incontrare di persona é stato più di quanto avrei creduto possibile.
Di segno opposto invece l'esibizione che ha concluso la serata di domenica e il festival, che ha visto (o meglio ascoltato) l'arpa di Adriano Sangineto accompagnata dal coro della famiglia Sala, un "clan" di cantanti che, con la loro voce lirica, hanno dato vita a una versione inedita di canti tradizionali come Amazing Grace, Scarborough Fair, Greensleeves, I Am the Voice e You Raise Me Up.
Inedita anche perché questa é la prima volta che Adriano Sangineto e i Sala si esibiscono insieme, ma spero non l'ultima.
Continuate a leggere.

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