La locandina dello spettacolo |
–Lei é... Edgar Allan Poe?Con queste parole si aprono e si chiudono entrambi gli atti del nuovo episodio del Grand Guignòl de Milan, il teatro dell'orrore scritto, diretto e presentato da Gianfilippo Maria Falsina Lamberti, riportato alla vita dagli umidi e bui sotterranei della Parigi Bohemienne e della Londra Vittoriana per il (dis)piacere e il tormento del pubblico milanese.
–Così dicono.
–Ma... é impossibile!
Dopo essere passato per le terrificanti cripte dei vampiri con Bram Stocker, e aver attraversato gli inquietanti scenari di un Paese delle Meraviglie sotterraneo e dal forte retrogusto gotico con Lewis Carrol, questa volta il nostro perverso psicopompo mette di fronte due oscuri artigiani dei nostri incubi, che si incontrano e si scontrano come unici protagonisti in un tetro non-luogo sospeso Oltre.
Gianfilippo Maria Falsina Lamberti apre le porte dell'Oltre |
Disse il Corvo: Tekeli-li (no, non é Milanese) |
Uno sguardo sull'Incubo: Ph'nglui
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Tuttavia, non é morto ciò che sa giacere in eterno, e negli Strani Eoni anche la Morte può morire; così, nel secondo atto, il redivivo Lovecraft ruba la scena, trascinando Poe verso le nere colonne della sommersa R'lyeh, solo per essere ucciso di nuovo dal suo compagno, reso pazzo da ciò che non é fatto per essere visto da occhi umani. Il cadavere però si rialza per la seconda volta, e dopo aver intonato la litania degli Antichi e invocato il Grande Cthulhu, sacrifica il suo predecessore ormai inerte, nel momento più sublime mai raggiunto dal Gran Guignòl de Milan, che supera e trascende se stesso bruciando in un olocausto di gioia.
Ma é davvero finita?
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