domenica 25 ottobre 2015

Poe VS Lovecraft

La locandina dello spettacolo
–Lei é... Edgar Allan Poe?
–Così dicono.
–Ma... é impossibile!
Con queste parole si aprono e si chiudono entrambi gli atti del nuovo episodio del Grand Guignòl de Milan, il teatro dell'orrore scritto, diretto e presentato da Gianfilippo Maria Falsina Lamberti, riportato alla vita dagli umidi e bui sotterranei della Parigi Bohemienne e della Londra Vittoriana per il (dis)piacere e il tormento del pubblico milanese.
Dopo essere passato per le terrificanti cripte dei vampiri con Bram Stocker, e aver attraversato gli inquietanti scenari di un  Paese delle Meraviglie sotterraneo e dal forte retrogusto gotico con Lewis Carrol, questa volta il nostro perverso psicopompo mette di fronte due oscuri artigiani dei nostri incubi, che si incontrano e si scontrano come unici protagonisti in un tetro non-luogo sospeso Oltre.
Gianfilippo Maria Falsina Lamberti apre le porte dell'Oltre
Per varcare la soglia di questo inusitato scenario, dove il colore della notte assume tonalità insondabili alla fragile e limitata psiche umana, il Grand Guignòl modifica radicalmente la sua struttura, abbandonando  i siparietti in stile "Casa Vianello" e le canzoni da varietà, sebbene avvolte di fumo nero e macchiate di sangue, per dissezionare come sotto uno spietato microscopio i tessuti molli di ciò che striscia nelle volte sub-terrene.
Disse il Corvo: Tekeli-li (no, non é Milanese)
Sul palco recitano solo quattro attori, uno nei panni di Edgar Allan Poe e l'altro in quelli di Howard Phillip Lovecraft (Andrea Cazzato e Christian Fonnesu) più il presentatore (Gianfilippo Maria Falsina Lamberti) coadiuvato da un tenore che sembra fuori posto anche nel suo mantello nero, e infatti compare solo in un paio di scene per poi fondersi di nuovo con le ombre (Nicolò Bartoli).
Uno sguardo sull'Incubo: Ph'nglui
mglw'nafh Cthulhu R'lyeh wgah'nagl
fhtagn
Il primo atto ripercorre parola per parola la penna  dello scrittore di Baltimora, dove lui stesso narra di come, terrorizzato da ciò che il gentiluomo di Providence voleva mostrargli, spinto dal Gatto Nero lo uccide, solo per confessare il delitto, premuto dal Cuore Rivelatore, che continua a battere tra le mani del cadavere rimasto in piedi.
Tuttavia, non é morto ciò che sa giacere in eterno, e negli Strani Eoni anche la Morte può morire; così, nel secondo atto, il redivivo Lovecraft ruba la scena, trascinando Poe verso le nere colonne della sommersa R'lyeh, solo per essere ucciso di nuovo dal suo compagno, reso pazzo da ciò che non é fatto per essere visto da occhi umani. Il cadavere però si rialza per la seconda volta, e dopo aver intonato la litania degli Antichi e invocato il Grande Cthulhu, sacrifica il suo predecessore ormai inerte, nel momento più sublime mai raggiunto dal Gran Guignòl de Milan, che supera e trascende se stesso bruciando in un olocausto di gioia.
Ma é davvero finita?

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