Un altro film ben realizzato, che non ha nessuna pretesa di essere eccezionale, ma stiamo parlando di un film Marvel, che vive in una categoria tutta sua, e soprattutto di Wolverine, che é una categoria tutta sua, perciò non c'é alcun bisogno di avere "pretese".
A interpretare il mutante con gli artigli, come sempre, c'é il veterano Hugh Jackman, già alla sua quinta apparizione nel ruolo (sesta, se contiamo il cammeo in X-Men: l'Inizio).
Questo capitolo della saga ripercorre uno dei momenti più importanti della vita del nostro eroe: il suo viaggio in Giappone e il primo incontro con il suo grande amore Mariko Yashida, (e anche con alcuni dei suoi avversari più irriducibili, Kenuichio Harada, alias Silver Samurai, e i ninja della Mano) seguendo a grandi linee la storia del fumetto originale scritta da Chris Claremont e John Byrne nel 1979.
All'inizio vediamo Wolverine al suo minimo, provato nello spirito a causa della morte di Jean Grey, indebolito nel corpo dopo aver affrontato Madame Viper, ma soprattutto a disagio con quello che lo circonda: nel fumetto é stabilito da tempo che Logan é ormai di casa in Giappone e parla perfettamente il giapponese; qui invece vediamo Mariko costretta a fargli da interprete, oltre che salvarlo da alcune situazioni imbarazzanti (e a insegnargli come si tengono le bacchette).
Le scene tra Logan e Mariko, io penso, sono le più belle di tutto il film; non solo non avrebbero sfigurato in un manga, ma richiamano alla mente L'Ultimo Samurai (occorre ricordare che non solo il fumetto originale é stato scritto molto prima dell'Ultimo Samurai - che probabilmente non sarebbe stato neanche girato se Byrne e Claremont non avessero aperto la strada - ma anche che Hugh Jackman é mille volte meglio di Tom Cruise, scusa Tom, ma tu non ti sei fatto le ossa come lui, e più importante di tutto, che il vero ultimo samurai é lui, Wolverine).
Andate a vedere questo film se /// oh dannazione, andateci e basta.
venerdì 26 luglio 2013
giovedì 18 luglio 2013
Progetto Sommossa
Un concept album di Progressive Steampunk Music, Progetto Sommossa é in realtà la spina dorsale di un innovativo progetto multimediale dell'artista Frater Orion (andrea Falaschi) e della cantante Steva la Cinghiala del gruppo Deathless Legacy.
Il progetto é stato presentato in anteprima alla prima edizione dello Steamcamp, ed é al momento in una fase di rapido sviluppo.
Il progetto é stato presentato in anteprima alla prima edizione dello Steamcamp, ed é al momento in una fase di rapido sviluppo.
mercoledì 17 luglio 2013
Pacific Rim
Ecco la dimostrazione che per girare un bel film, non occorre essere un genio, nè essere originale a tutti i costi, basta fare un buon lavoro e fare attenzione ai dettagli.
La trama é quanto di più banale possa esistere: robot giganteschi (in realtà sarebbe più esatto definirli mecha, anche se nel film vengono definiti Jeager) che combattono contro mostri giganti chiamati Kaiju); dai tempi di Mazinga Z non é cambiato gran che.
Se però il regista é Guillelmo del Toro (e tra i titoli di coda ho visto anche il nome di James Cameron) allora il discorso cambia.
Il funzionamento degli Jeager viene spiegato in modo credibile e anche piuttosto originale, come pure la fisiologia dei Kaiju e il loro scopo.
Vediamo inoltre un quadro realistico, sebbene non privo di una certa ironia (perle che solo un nerd può capire, che forse si discostano dal generale realismo ma aggiungono un tocco di classe - o di gozzaggine, a seconda dei punti di vista) di come la società si trasformerebbe (deformerebbe) se fosse costretta a sopravvivere ai continui attacchi di mostri giganti: nel giro di pochi anni, le città rimaste si trasformano in enormi, affollate fortezze, dove il cibo é razionato e culti apocalittici che adorano i Kaiju vanno in processione per le strade, e tutto ciò che non é sotto il controllo dell'esercito è in mano al mercato nero.
Pacific Rim é un'opera ben riuscita, di certo non facile per chi non é appassionato del genere, ma una fresca brezza per gli altri.
Andate a vedere questo film se siete tra quelli convinti che il destino del mondo intero possa essere cambiato dal battito d'ali di una farfalla.
La trama é quanto di più banale possa esistere: robot giganteschi (in realtà sarebbe più esatto definirli mecha, anche se nel film vengono definiti Jeager) che combattono contro mostri giganti chiamati Kaiju); dai tempi di Mazinga Z non é cambiato gran che.
Se però il regista é Guillelmo del Toro (e tra i titoli di coda ho visto anche il nome di James Cameron) allora il discorso cambia.
Il funzionamento degli Jeager viene spiegato in modo credibile e anche piuttosto originale, come pure la fisiologia dei Kaiju e il loro scopo.
Vediamo inoltre un quadro realistico, sebbene non privo di una certa ironia (perle che solo un nerd può capire, che forse si discostano dal generale realismo ma aggiungono un tocco di classe - o di gozzaggine, a seconda dei punti di vista) di come la società si trasformerebbe (deformerebbe) se fosse costretta a sopravvivere ai continui attacchi di mostri giganti: nel giro di pochi anni, le città rimaste si trasformano in enormi, affollate fortezze, dove il cibo é razionato e culti apocalittici che adorano i Kaiju vanno in processione per le strade, e tutto ciò che non é sotto il controllo dell'esercito è in mano al mercato nero.
Pacific Rim é un'opera ben riuscita, di certo non facile per chi non é appassionato del genere, ma una fresca brezza per gli altri.
Andate a vedere questo film se siete tra quelli convinti che il destino del mondo intero possa essere cambiato dal battito d'ali di una farfalla.
venerdì 5 luglio 2013
The Lone Ranger
Se esiste un dio o una musa che ispira gli artisti, quando é stato girato questo film doveva essersi presa una vacanza o fatta di coca.
La trama sembra priva di senso, o meglio cade a pezzi sotto i colpi di una comicità da due soldi che avrebbe potuto anche funzionare in una vecchia pellicola di Stanlio e Ollio, o in un cartone animato di Tom & Jerry, ma che in un film di due ore diventa insostenibile.
Specialmente in questo film, dove un personaggio quasi leggendario sembra essersi trasformato nella parodia di se stesso: anche i momenti più drammatici sembrano una caricatura.
Si ha l'impressione di ascoltare la storia di un vecchio ubriacone che si inventa tutto mano a mano che racconta, e poco importa se nella (assurda) sequenza finale scopriamo che é "tutto vero": ormai siamo in un manierismo infantile da anni '50 che oggi non convince più nemmeno un bambino delle elementari.
Penso che l'unica cosa che renda epico questo film sia il suo fallimento.
La trama sembra priva di senso, o meglio cade a pezzi sotto i colpi di una comicità da due soldi che avrebbe potuto anche funzionare in una vecchia pellicola di Stanlio e Ollio, o in un cartone animato di Tom & Jerry, ma che in un film di due ore diventa insostenibile.
Specialmente in questo film, dove un personaggio quasi leggendario sembra essersi trasformato nella parodia di se stesso: anche i momenti più drammatici sembrano una caricatura.
Si ha l'impressione di ascoltare la storia di un vecchio ubriacone che si inventa tutto mano a mano che racconta, e poco importa se nella (assurda) sequenza finale scopriamo che é "tutto vero": ormai siamo in un manierismo infantile da anni '50 che oggi non convince più nemmeno un bambino delle elementari.
Penso che l'unica cosa che renda epico questo film sia il suo fallimento.
martedì 2 luglio 2013
Cerchio Magico Club presenta: Mythos
Il Cerchio Magico Club di Bollate é un'Associazione Culturale Artistica Sportiva Dilettantistica dedicata alla danza, soprattutto alla Danza Orientale, ma anche al Flamenco, alla Hula e al Dark Raq Gothique.
Si tratta di una forma d'arte piuttosto lontana dalla mia, che sono più vicino alle reel irlandesi, devo perciò ammettere di non avere gli strumenti migliori per scrivere un articolo, soprattutto perché, trattandosi di una celebrazione del Sacro Femmineo, mi sembra di essere non soltanto fuori posto, ma da gentiluomo riterrei più opportuno fare un passo indietro.
Da profano mi azzardo a dire che il Cerchio Magico, sotto la direzione artistica di Alice Nuar é riuscito a mettere in piedi degli spettacoli di tutto rispetto.
Ogni anno, lo spettacolo finale segue un filo conduttore; stavolta é toccato alla mitologia, da cui il titolo Mythos.
Sirene, jinn, ninfe e banshee hanno vorticato sul palcoscenico, anche se l'insieme ha forse sofferto della mancanza di un filo conduttore, dovuto alla rappresentazione di mitologie così diverse.
Alice Nuar é anche la direttrice artistica della compagnia di danza Amethistea.
Si tratta di una forma d'arte piuttosto lontana dalla mia, che sono più vicino alle reel irlandesi, devo perciò ammettere di non avere gli strumenti migliori per scrivere un articolo, soprattutto perché, trattandosi di una celebrazione del Sacro Femmineo, mi sembra di essere non soltanto fuori posto, ma da gentiluomo riterrei più opportuno fare un passo indietro.
Da profano mi azzardo a dire che il Cerchio Magico, sotto la direzione artistica di Alice Nuar é riuscito a mettere in piedi degli spettacoli di tutto rispetto.
Alice Nuar, assieme ad alcune delle istruttrici |
Sirene, jinn, ninfe e banshee hanno vorticato sul palcoscenico, anche se l'insieme ha forse sofferto della mancanza di un filo conduttore, dovuto alla rappresentazione di mitologie così diverse.
Alice Nuar é anche la direttrice artistica della compagnia di danza Amethistea.
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