Si tratta, con buona probabilità, di uno dei siti archeologici più importanti di tutta l'Insubria, la cui rilevanza è paragonabile, per l'Area Subalpina, a quello che la Valle dei Templi di Agrigento rappresenta per la Magna Grecia e il Mediterraneo.
La Necropoli inoltre è di almeno un paio di secoli più antica della Valle dei Templi, mentre la stessa Cultura di Golasecca risale alla prima Età del Ferro (Circa IX secolo B.C.E.) sebbene si estenda ben più lontano, sia nello spazio che nel tempo. Essa deriva, infatti, dalla Cultura di Canegrate, che risale all'Età del Bronzo (XIII secolo B.C.E.) e fa parte del vasto complesso culturale di Halstatt (suo contemporaneo).
La zona di Golasecca, Somma Lombardo e Sesto Calende era lo snodo principale delle rotte commerciali che andavano dalla Cornovaglia alla Grecia e dal nord della Germania alle ricche città della Magna Grecia, come Sibari e la stessa Agrigento. Non è da escludere che fosse proprio da lì che proveniva tutta quella ricchezza, e che se non fosse stato per gli umili vasai di Golasecca, non sarebbero esistite neppure la splendida Sibari e i Templi monumentali di Agrigento.
Nonostante questo, il complesso archeologico mi è sembrato poco valorizzato, specie se paragonato a siti simili che ho avuto la fortuna di visitare in Irlanda, Gran Bretagna e Francia, che sono in indubbia continuità culturale e storica con questa necropoli. Il sito era difficile da trovare (e non ha aiutato il navigatore satellitare, che per ben due volte mi ha indirizzato non verso l'area archeologica ma davanti al Municipio di Golasecca) arduo da raggiungere (per fortuna non pioveva) e nascosto in mezzo ai boschi, delimitato solo da un recinto e con scarsa protezione per i cerchi di pietre stessi.
La zona di Golasecca, Somma Lombardo e Sesto Calende era lo snodo principale delle rotte commerciali che andavano dalla Cornovaglia alla Grecia e dal nord della Germania alle ricche città della Magna Grecia, come Sibari e la stessa Agrigento. Non è da escludere che fosse proprio da lì che proveniva tutta quella ricchezza, e che se non fosse stato per gli umili vasai di Golasecca, non sarebbero esistite neppure la splendida Sibari e i Templi monumentali di Agrigento.
Nonostante questo, il complesso archeologico mi è sembrato poco valorizzato, specie se paragonato a siti simili che ho avuto la fortuna di visitare in Irlanda, Gran Bretagna e Francia, che sono in indubbia continuità culturale e storica con questa necropoli. Il sito era difficile da trovare (e non ha aiutato il navigatore satellitare, che per ben due volte mi ha indirizzato non verso l'area archeologica ma davanti al Municipio di Golasecca) arduo da raggiungere (per fortuna non pioveva) e nascosto in mezzo ai boschi, delimitato solo da un recinto e con scarsa protezione per i cerchi di pietre stessi.
Il percorso ad anello lungo cui si snoda la Necropoli almeno, era chiaramente segnato, ma per rintracciarne l'ingresso dalla strada principale (Viale Europa, di fronte alla Spiaggia della Melissa sul Ticino) ho dovuto chiedere ad almeno quattro o cinque persone (ringrazio gli impiegati della biblioteca comunale per la loro disponibilità).
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