Lasciamoci alle spalle il caotico mondo dei Babbani per un film scritto e diretto dalla stessa J.K. Rowling, che ci riporta nel mondo di Harry Potter ma senza Harry, in un universo espanso che combina la saga dei maghi di Hogwarts con un hard boiler ambientato nella New York degli anni '20.
Gli ingredienti ci sono tutti, e all'inizio la ricetta ha un sapore strano: la partenza è lenta, ma ben presto accelera, fino al gran finale che lascia un dolce retrogusto, anche al di là della metafora.
Andate a vedere questo film, anzi, prendete esempio dalla ragazza con la sciarpa di Grifondoro che era seduta accanto a me e andatelo a vedere due volte.
Ne vale la pena.
domenica 20 novembre 2016
venerdì 18 novembre 2016
Grandi Responsabilità
Vorrei chiudere la parentesi politica prima di tornare alle cose serie, e cioè i Fumetti.
Più che di politica, in realtà intendo parlare di Storia: Hillary Clinton infatti, ha perso le elezioni non per mancanza di abilità politiche, ma per aver commesso una serie di errori storici che Donald Trump ha evitato proprio perché non era un politico.
Sia il sistema politico americano a due partiti, che quello elettorale dei Grandi Elettori nascono nel decennio successivo alla Guerra Civile, e sono pensati per funzionare nel mondo industriale che stava nascendo in quegli anni.
La Guerra Civile Americana e, in Europa, la Guerra di Crimea, segnano il passaggio dal vecchio mondo agricolo al nuovo mondo industriale, ma questo é un argomento troppo complesso, che preferisco approfondire in un prossimo articolo.
Il crollo dell'Unione Sovietica invece, segna la fine del mondo industriale, e la nascita nel decennio successivo, del mondo digitale.
La vecchia Sinistra europea parla ancora di Classe Operaia, ma é assurdo, perché la Classe Operaia non esiste più; semmai la Classe Digitale, ma é davvero una "classe" visto che siamo tutti in rete?
Un errore simile lo ha fatto anche Hillary Clinton: ha basato la sua campagna elettorale su una retorica di "Sesso, Razza, Religione, Lavoro e Diritti", come se gli anni '60 non fossero mai finiti, e quindi ha cercato il voto delle donne (che hanno votato Trump) degli ispanici (che hanno votato Trump) delle persone di colore (che non hanno votato) e delle minoranze religiose (chi vive nel New Jersey probabilmente voterebbe ancora Trump, anche se fosse ebreo, mentre un islamico sarebbe restio a votare per Hillary; anche se lo facesse, gli Islamici Americani non sono abbastanza numerosi perché il loro voto faccia differenza).
Meglio avrebbero fatto i Democratici a cercare voti alla DC e alla Marvel (o meglio, alla Disney) in questo modo avrebbero avuto dalla loro parte Superman, Batman, Spiderman, Capitan America, Luke Skywalker e Topolino, in altre parole l'intera produzione culturale dell'America negli ultimi nove decenni.
Quanto alla religione, accennerò soltanto al fatto che in Gran Bretagna, secondo l'ultimo censimento, il secondo gruppo più numeroso dopo i Cristiani non sono né gli Ebrei Né i Musulmani, ma i Jedi, mentre quelli che crescono di più sono gli Wiccan e i Neo-Druidi, al punto che ci sono state delle voci (solo voci per ora) di dare loro un riconoscimento legale.
I membri del Black Forest Clan della Pennsylvania sarebbero stati entusiasti di votare per Hillary Clinton, anzi, probabilmente lo hanno fatto, ma non è stata spesa una sola parola su di loro nella campagna democratica; in compenso, un gruppo simile a loro é apparso in un episodio della serie poliziesca Bones.
Con queste premesse, chi manifesta nelle strade ha ben poco da lamentarsi se un personaggio da reality show é diventato presidente: io stesso, avrei votato per Hillary Clinton se avessi potuto, ma nonostante questo non mi sento rappresentato.
Per me é ovvio che l'ultimo numero di Amazing Spider-man abbia altrettanto peso della Costituzione Americana. Ho creduto che, se era ovvio per me, lo sarebbe stato anche per un candidato presidenziale.
Infatti così é stato, peccato fosse il candidato sbagliato.
Come cittadino penso inoltre che chi dovrebbe rappresentarci non sospetti neppure l'esistenza, a suo stesso danno, di interi bacini di voto, quando ne è al corrente li ignora, e se non può evitare il confronto non ci rispetta.
Ecco perché questo blog non parla di Politica: perché é inutile parlarne. I Fumetti sono molto più importanti.
Continuate a leggere.
Più che di politica, in realtà intendo parlare di Storia: Hillary Clinton infatti, ha perso le elezioni non per mancanza di abilità politiche, ma per aver commesso una serie di errori storici che Donald Trump ha evitato proprio perché non era un politico.
I am working on the Railroad... |
La Guerra Civile Americana e, in Europa, la Guerra di Crimea, segnano il passaggio dal vecchio mondo agricolo al nuovo mondo industriale, ma questo é un argomento troppo complesso, che preferisco approfondire in un prossimo articolo.
Il crollo dell'Unione Sovietica invece, segna la fine del mondo industriale, e la nascita nel decennio successivo, del mondo digitale.
La vecchia Sinistra europea parla ancora di Classe Operaia, ma é assurdo, perché la Classe Operaia non esiste più; semmai la Classe Digitale, ma é davvero una "classe" visto che siamo tutti in rete?
Kamala Khan, la nuova super-eroina musulmana |
Meglio avrebbero fatto i Democratici a cercare voti alla DC e alla Marvel (o meglio, alla Disney) in questo modo avrebbero avuto dalla loro parte Superman, Batman, Spiderman, Capitan America, Luke Skywalker e Topolino, in altre parole l'intera produzione culturale dell'America negli ultimi nove decenni.
Your lack of Faith is disturbing! |
I membri del Black Forest Clan della Pennsylvania sarebbero stati entusiasti di votare per Hillary Clinton, anzi, probabilmente lo hanno fatto, ma non è stata spesa una sola parola su di loro nella campagna democratica; in compenso, un gruppo simile a loro é apparso in un episodio della serie poliziesca Bones.
Con queste premesse, chi manifesta nelle strade ha ben poco da lamentarsi se un personaggio da reality show é diventato presidente: io stesso, avrei votato per Hillary Clinton se avessi potuto, ma nonostante questo non mi sento rappresentato.
Per me é ovvio che l'ultimo numero di Amazing Spider-man abbia altrettanto peso della Costituzione Americana. Ho creduto che, se era ovvio per me, lo sarebbe stato anche per un candidato presidenziale.
Infatti così é stato, peccato fosse il candidato sbagliato.
Come cittadino penso inoltre che chi dovrebbe rappresentarci non sospetti neppure l'esistenza, a suo stesso danno, di interi bacini di voto, quando ne è al corrente li ignora, e se non può evitare il confronto non ci rispetta.
Ecco perché questo blog non parla di Politica: perché é inutile parlarne. I Fumetti sono molto più importanti.
Continuate a leggere.
martedì 15 novembre 2016
Le (S)ragioni del Sì
Nell'articolo precedente ho tentato di spiegare come il mondo sia entrato in una nuova fase storica apolitica e post-politica, e come il fallimento nel comprendere questo sia costato a Hillary Clinton la Casa Bianca.
In Europa la situazione é simile: il Referendum Costituzionale, previsto in Italia per il 4 dicembre, non serve a cambiare la Politica, ma a mettere fine alla Politica una volta per tutte (attenzione, non alla Democrazia, che ha dimostrato di essere l'unica forma di governo sostenibile nel lungo periodo; solo alla Politica, che invece é un'anomalia, e tende all'autoreferenzialità).
Provate a immaginare un mondo senza politica, dove ognuno si fa gli affari propri e non dà fastidio a nessuno.
Vi sembra così brutto? Oppure vi sembra impossibile? Pensate che c'é un paese che ha funzionato così per quasi un millennio, prima di entrare nell'Unione Europea, ed é il Regno Unito.
Un bravo cittadino Britannico non si occupa di Politica, c'é la Regina per questo. Ma quando la Gran Bretagna é entrata nell'EU, la Politica ha fatto irruzione nel tranquillo e apolitico mondo Anglosassone. Per i fedeli sudditi di Sua Maestà, questo significa una sola cosa: guerra.
Perciò la Brexit, che però ora sta creando grossi problemi procedurali al Parlamento Britannico, perché gli Inglesi che hanno votato per uscire non riuscivano neppure a immaginare il ginepraio politico che é l'Unione Europea.
L'Europa Continentale invece, é completamente politicizzata.
Troppo politicizzata.
Inoltre, come ho già detto, la Politica viene vista come uno scontro tra sistemi identici (e i loro sostenitori) e questo ha delle conseguenze: da una parte si confonde la Politica con il Campionato di Calcio, dall'altra il calcio stesso assume proporzioni mitiche, con i calciatori che vengono esaltati come eroi nazionali.
Un atteggiamento incomprensibile per gli Anglosassoni (dove il calcio é considerato un gioco da bulli o appannaggio degli hooligans, o nel migliore dei casi un passatempo per bambini) che ha portato Winston Churchill a commentare che "gli Italiani combattono in guerra come se giocassero una partita di calcio, e giocano le partite di calcio come se fossero in guerra" e che io stesso ho sempre trovato irritante (un argomento che ho già trattato in un vecchio articolo).
Nella nuova fase storica invece, non ci saranno più sistemi, ognuno sarà un sistema a sé che interagirà con tutti gli altri in un unico super-sistema interconnesso. Per questo motivo non ci saranno neanche più guerre, ci sarà solo chi é nel Sistema (la Legge) e chi é fuori dal Sistema (il Crimine).
Tanto per semplificare, non si giocherà più a calcio ma a guardie e ladri, e la politica non somiglierà più a una partita di campionato ma alla trama di un fumetto.
Nello specifico: c'é un super-criminale alla Casa Bianca che si spaccia per il Presidente. Non si può mandare l'Esercito contro di lui perché l'Esercito prende ordini da lui. Occorre trovare le prove per smascherarlo. Questa é la trama di G.I. JOE: Retaliation.
Continuate a leggere.
IO NON INFRANGO LA LEGGE IO SONO LA LEGGE |
Vi sembra così brutto? Oppure vi sembra impossibile? Pensate che c'é un paese che ha funzionato così per quasi un millennio, prima di entrare nell'Unione Europea, ed é il Regno Unito.
Un bravo cittadino Britannico non si occupa di Politica, c'é la Regina per questo. Ma quando la Gran Bretagna é entrata nell'EU, la Politica ha fatto irruzione nel tranquillo e apolitico mondo Anglosassone. Per i fedeli sudditi di Sua Maestà, questo significa una sola cosa: guerra.
L'Europa Continentale invece, é completamente politicizzata.
Troppo politicizzata.
Inoltre, come ho già detto, la Politica viene vista come uno scontro tra sistemi identici (e i loro sostenitori) e questo ha delle conseguenze: da una parte si confonde la Politica con il Campionato di Calcio, dall'altra il calcio stesso assume proporzioni mitiche, con i calciatori che vengono esaltati come eroi nazionali.
Insieme combattiamo il Crimine |
Ci siamo conosciuti in rete. |
COOOOOOOOOOBRAAAAAA! |
Nello specifico: c'é un super-criminale alla Casa Bianca che si spaccia per il Presidente. Non si può mandare l'Esercito contro di lui perché l'Esercito prende ordini da lui. Occorre trovare le prove per smascherarlo. Questa é la trama di G.I. JOE: Retaliation.
Continuate a leggere.
lunedì 14 novembre 2016
Insubria News - Election Day
Normalmente questo blog non si occupa di politica, ma la situazione eccezionale in cui ci troviamo mi spinge a farlo. Non parlerò tuttavia dei sussulti politici che stiamo vivendo, ma della Politica, in quanto tale.
Politica é un concetto Classico: deriva infatti dal greco Polis, che significa Città(-stato) e vuol dire "che riguarda la Città" (e per estensione, lo Stato).
La politica moderna invece, nasce dopo la Rivoluzione Francese (ma non dalla Rivoluzione Francese): una volta eliminato il re, occorre colmare il vuoto di potere che si è venuto a creare.
Per buona parte del Diciannovesimo Secolo la Politica é uno scontro sociale, solo dopo il 1870 si trasforma in scontro ideologico, e solo dopo la Prima Guerra Mondiale le ideologie si identificano come sistemi nazionali e transnazionali.
Dal 1917 al 1989 la Politica funziona più o meno come un campionato di calcio: ci sono due schieramenti che si fronteggiano, chi vince governa e chi perde se ne va a casa.
Dal 1992 in avanti, con il crollo di uno dei due sistemi, la Politica diventa post-ideologica, riprendendo più o meno le caratteristiche del tardo Diciannovesimo Secolo. In America Bill Clinton é il primo presidente ad attuare una politica post-ideologica, mentre in Europa la post-ideologia trova il suo campione in Silvio Berlusconi.
I loro avversari rappresentano il vecchio establishment ideologico (la Destra Americana per Clinton e la Sinistra Europea per Berlusconi). Entrambi cercano di scalzarli usando tattiche ideologiche (si pensi al Sexgate). Entrambi falliscono.
L'elezione di George W. Bush nel 2000 sembra riportare la Politica sulle vecchie basi ideologiche, ma non é proprio così: da Bill e George W., e ancora di più con Obama, si verifica un ulteriore passaggio.
Ora la Politica non somiglia più a un campionato di calcio: durante la Guerra Fredda lo scontro era tra due sistemi ideologici, nel periodo successivo tra uno ideologico e uno post-ideologico, ora c'è un sistema solo, che non si identifica più né con uno stato né con un partito, ma solo con se stesso, e dunque non è solo non-ideologico, ma anche a-politico.
Al di fuori si trovano invece quelli che non si identificano con il Sistema, e quindi non vogliono prenderne il controllo, ma solamente distruggerlo, secondo una mentalità che è stata definita, a torto o a ragione, anti-politica.
Nelle recenti elezioni, sia in America che in Europa, é stata lamentata la mancanza di programmi politici, ma ormai i programmi politici non hanno più senso, perché quello a cui stiamo assistendo non é lo scontro tra due schieramenti politici, ma tra due forze, una a-politica e una anti-politica.
Hillary Clinton non ha perso le elezioni per mancanza di un programma politico, ma perché, in un mondo post-politico continua a ragionare in modo politico.
Continuate a leggere.
Politica é un concetto Classico: deriva infatti dal greco Polis, che significa Città(-stato) e vuol dire "che riguarda la Città" (e per estensione, lo Stato).
La politica moderna invece, nasce dopo la Rivoluzione Francese (ma non dalla Rivoluzione Francese): una volta eliminato il re, occorre colmare il vuoto di potere che si è venuto a creare.
Per buona parte del Diciannovesimo Secolo la Politica é uno scontro sociale, solo dopo il 1870 si trasforma in scontro ideologico, e solo dopo la Prima Guerra Mondiale le ideologie si identificano come sistemi nazionali e transnazionali.
Dal 1917 al 1989 la Politica funziona più o meno come un campionato di calcio: ci sono due schieramenti che si fronteggiano, chi vince governa e chi perde se ne va a casa.
Dal 1992 in avanti, con il crollo di uno dei due sistemi, la Politica diventa post-ideologica, riprendendo più o meno le caratteristiche del tardo Diciannovesimo Secolo. In America Bill Clinton é il primo presidente ad attuare una politica post-ideologica, mentre in Europa la post-ideologia trova il suo campione in Silvio Berlusconi.
I loro avversari rappresentano il vecchio establishment ideologico (la Destra Americana per Clinton e la Sinistra Europea per Berlusconi). Entrambi cercano di scalzarli usando tattiche ideologiche (si pensi al Sexgate). Entrambi falliscono.
L'elezione di George W. Bush nel 2000 sembra riportare la Politica sulle vecchie basi ideologiche, ma non é proprio così: da Bill e George W., e ancora di più con Obama, si verifica un ulteriore passaggio.
Ora la Politica non somiglia più a un campionato di calcio: durante la Guerra Fredda lo scontro era tra due sistemi ideologici, nel periodo successivo tra uno ideologico e uno post-ideologico, ora c'è un sistema solo, che non si identifica più né con uno stato né con un partito, ma solo con se stesso, e dunque non è solo non-ideologico, ma anche a-politico.
Attila |
Nelle recenti elezioni, sia in America che in Europa, é stata lamentata la mancanza di programmi politici, ma ormai i programmi politici non hanno più senso, perché quello a cui stiamo assistendo non é lo scontro tra due schieramenti politici, ma tra due forze, una a-politica e una anti-politica.
Hillary Clinton non ha perso le elezioni per mancanza di un programma politico, ma perché, in un mondo post-politico continua a ragionare in modo politico.
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Insubria News: Grande Inaugurazione
Nel giro di pochi mesi sono successe tre cose che hanno cambiato radicalmente lo scacchiere geopolitico: la Brexit, Trump alla Casa Bianca e l'apertura del più grande Lego Store d'Europa a Milano.
A conti fatti, credo che di tutti e tre, l'evento più importante sia l'ultimo, perché non cambia solo la Storia, ma anche la Geografia: ora non é più necessario andare fino in Germania o nel mio caso a Glasgow, per procurarsi il mattoncino di cui abbiamo bisogno per terminare il nostro MOC.
Se l'esperienza di Arese é stata piuttosto deludente, questo nuovo Lego Store annidato nel pieno centro di Milano, vicino al cuore stesso sia della storica Insubria sia della moderna Lombardia, centro di una rete di esercizi simili in tutto il territorio, più grande di tutti gli altri che ho visto finora (beh, due) con i suoi due piani di esposizione, non é solo un negozio, ma un implicito riconoscimento all'importanza della città di Milano.
Quando ho affermato che la sua apertura potrebbe essere paragonata all'elezione del nuovo Presidente degli Stati Uniti non ho affatto esagerato. Per quanto mi dispiaccia ammetterlo, Donald Trump è riuscito a capire prima degli altri il mondo in cui viviamo, un mondo in cui la trama dell'ultimo episodio del Trono di Spade è più importante di un referendum costituzionale.
E c'è una buona ragione per questo: se non siamo in grado di capire i complessi rapporti di parentela, sudditanza, rivalità e alleanza di un singolo episodio del Trono di Spade, per non parlare dell'intera stagione, come possiamo sperare di riuscire a capire un referendum che dovrebbe cambiare la Costituzione?
Il Lego Store di Milano è indipendente, non si trova cioè all'interno di un centro commerciale come i suoi omologhi di Glasgow o di Arese.
Lo trovate invece sotto i portici di Piazza S. Babila, quasi di fronte al teatro e a poca distanza dal Duomo. Appena usciti dalla metropolitana potete già vedere il simbolo della Lego sopra le vostre teste.
L'interno è ancora più impressionante, con una scenografia che non sfigurerebbe al Teatro alla Scala, la maggior parte fatta di Lego.
L'inaugurazione di certo sembra altrettanto affollata, anche se non ci sono grandi personalità, come il Sindaco o il Presidente della Regione, una mancanza per cui l'Ufficio Stampa di Palazzo Marino ha rifiutato di dare spiegazioni, almeno per il momento.
Spero tuttavia, che il nuovo Lego Store diventi presto uno dei nuovi simboli della città di Milano, come il Duomo, la Galleria e il Castello Sforzesco.
Continuate a leggere.
A conti fatti, credo che di tutti e tre, l'evento più importante sia l'ultimo, perché non cambia solo la Storia, ma anche la Geografia: ora non é più necessario andare fino in Germania o nel mio caso a Glasgow, per procurarsi il mattoncino di cui abbiamo bisogno per terminare il nostro MOC.
Se l'esperienza di Arese é stata piuttosto deludente, questo nuovo Lego Store annidato nel pieno centro di Milano, vicino al cuore stesso sia della storica Insubria sia della moderna Lombardia, centro di una rete di esercizi simili in tutto il territorio, più grande di tutti gli altri che ho visto finora (beh, due) con i suoi due piani di esposizione, non é solo un negozio, ma un implicito riconoscimento all'importanza della città di Milano.
Quando ho affermato che la sua apertura potrebbe essere paragonata all'elezione del nuovo Presidente degli Stati Uniti non ho affatto esagerato. Per quanto mi dispiaccia ammetterlo, Donald Trump è riuscito a capire prima degli altri il mondo in cui viviamo, un mondo in cui la trama dell'ultimo episodio del Trono di Spade è più importante di un referendum costituzionale.
E c'è una buona ragione per questo: se non siamo in grado di capire i complessi rapporti di parentela, sudditanza, rivalità e alleanza di un singolo episodio del Trono di Spade, per non parlare dell'intera stagione, come possiamo sperare di riuscire a capire un referendum che dovrebbe cambiare la Costituzione?
Il Lego Store di Milano è indipendente, non si trova cioè all'interno di un centro commerciale come i suoi omologhi di Glasgow o di Arese.
Lo trovate invece sotto i portici di Piazza S. Babila, quasi di fronte al teatro e a poca distanza dal Duomo. Appena usciti dalla metropolitana potete già vedere il simbolo della Lego sopra le vostre teste.
L'interno è ancora più impressionante, con una scenografia che non sfigurerebbe al Teatro alla Scala, la maggior parte fatta di Lego.
L'inaugurazione di certo sembra altrettanto affollata, anche se non ci sono grandi personalità, come il Sindaco o il Presidente della Regione, una mancanza per cui l'Ufficio Stampa di Palazzo Marino ha rifiutato di dare spiegazioni, almeno per il momento.
Spero tuttavia, che il nuovo Lego Store diventi presto uno dei nuovi simboli della città di Milano, come il Duomo, la Galleria e il Castello Sforzesco.
Continuate a leggere.
venerdì 4 novembre 2016
Notizie dal fronte
Anche se Lucca per me rimane una Terra di Nessuno, ci sono uomini e donne di frontiera che presidiano le mura.
Riporto questo video di Alessia Mainardi, corrispondente dal fronte:
e il link all'articolo di cui si accenna nel video.
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e il link all'articolo di cui si accenna nel video.
Continuate a leggere.
giovedì 3 novembre 2016
Samhain 2016 - Parte Prima
Nessuna festa Celtica sarebbe completa senza canti e balli, in fondo c'é un motivo se uno dei simboli nazionali dell'Irlanda é un'arpa e la Scozia é famosa per le cornamuse.
Anche il Capodanno Celtico ha i suoi artisti, che quest'anno si sono susseguiti in ben tre concerti.
I primi ad esibirsi, quasi a voler seguire quella che ormai é diventata una piccola tradizione, sono i Folkamiseria, che ripropongono tutto il repertorio degli ultimi cinque anni con cui il mio corso ha imparato a ballare.
Segue un gruppo più recente, i The Clan, che fin dalla sua formazione ha accompagnato il Gruppo Spettacoli dei Gens d'Ys in alcune esibizioni locali.
I The Clan hanno un approccio opposto rispetto ai Folkamiseria: se i primi partono da un contesto tradizionale su cui inserire elementi moderni, questi ultimi si rifanno più a una sonorità di tipo hard rock, su cui si vanno a inserire elementi tradizionali.
Il risultato é una forse eccessiva predominanza della batteria sugli altri strumenti in certi punti della loro esecuzione, che ricorda più da vicino i Manowar che i Clannad.
Neanche questo però ha ostacolato Martina Gerli e Perla Davide, che si sono esibite sul palco in una mini-coreografia con i colori di Samhain che ha accompagnato la chiusura del concerto.
Ha chiuso la serata, prima e durante l'accensione del Grande Falò di fine anno, l'arpa di Adriano Sangineto, che non si è esibito sul palco ma sulla collina dietro al museo.
Adriano ha continuato a suonare fino a che il fuoco ha continuato a bruciare, e ha concluso con un brano inedito, composto per l'occasione e ancora senza nome, ma che, come suggerito da qualcuno tra il pubblico, potrebbe entrare, forse, nella prossima raccolta dell'Ensamble Sangineto con il titolo di Samhain.
Continuate a leggere.
I Folkamiseria |
I primi ad esibirsi, quasi a voler seguire quella che ormai é diventata una piccola tradizione, sono i Folkamiseria, che ripropongono tutto il repertorio degli ultimi cinque anni con cui il mio corso ha imparato a ballare.
The Clan |
I The Clan hanno un approccio opposto rispetto ai Folkamiseria: se i primi partono da un contesto tradizionale su cui inserire elementi moderni, questi ultimi si rifanno più a una sonorità di tipo hard rock, su cui si vanno a inserire elementi tradizionali.
Perla e Martina |
Neanche questo però ha ostacolato Martina Gerli e Perla Davide, che si sono esibite sul palco in una mini-coreografia con i colori di Samhain che ha accompagnato la chiusura del concerto.
Adriano Sangineto e la sua arpa |
Adriano ha continuato a suonare fino a che il fuoco ha continuato a bruciare, e ha concluso con un brano inedito, composto per l'occasione e ancora senza nome, ma che, come suggerito da qualcuno tra il pubblico, potrebbe entrare, forse, nella prossima raccolta dell'Ensamble Sangineto con il titolo di Samhain.
Continuate a leggere.
mercoledì 2 novembre 2016
Samhain 2016 - Introduzione
Anche quest'anno devo scusarmi con gli amici che sono andati al Lucca Comics and Games, per non aver potuto o voluto unirmi a loro, ma il Capodanno Celtico é un momento in cui ogni altra cosa deve necessariamente restare sospesa.
Al Museo del Tessile di Busto Arsizio, avvolto nella nebbia e nel buio della Luna Nuova, l'ormai consueto raduno non potrebbe trovare uno scenario migliore.
Inoltre, consegnamo al Passato anche le incertezze dell'anno scorso: niente festa privata nella sala adiacente, e ritornano i biglietti da gettare nel fuoco, da scrivere su questo elegante altarino decorato per l'occasione (io avevo già scritto il mio prima di uscire di casa, per precauzione o eccesso di zelo).
I coraggiosi che questa notte hanno sfidato gli spiriti dei Morti e le minime in calo, hanno ricevuto il soccorso nella forma di birra, idromele, vin brulé e zuppa di zucca, delle istruttrici dell'Accademia di Ballo, Perla, Ilaria, Arianna e Lavinia, quanto di più vicino alle fate abbiamo da queste parti. Sfortunatamente questo ha causato la loro assenza dalla pista da ballo, trasformando la Chapelois in una specie di ingorgo stradale, ma a modo suo è stato divertente.
Di ampio respiro anche il programma musicale, con tre concerti di artisti ormai noti ai frequentatori del sottobosco Celtico delle province di Milano, Varese e Brianza, maggiori dettagli sullo spettacolo nei prossimi articoli.
Negli intervalli, mentre erano in corso le operazioni di cambio palco, gli intervenuti si sono riuniti in cerchio, come negli anni passati, per ascoltare le storie paurose attorno al ceppo acceso (riunirsi in cerchio è una tipica caratteristica della Tradizione Celtica, si pensi alla Tavola Rotonda).
Nel ruolo di Storyteller quest'anno troviamo Sara Rossi, la nostra castellana.
Si arriva quindi al Gran Finale, il momento che vale da solo l'intera serata, quando tutti i convenuti si riuniscono sulla collina per l'accensione del falò.
Il significato dell'evento viene illustrato da Umberto Crespi; ad accompagnarlo, il suono dell'arpa, lo strumento più magico della tradizione Celtica, interpretato da Adriano Sangineto, che non perde neanche questa occasione per sperimentare nella sua personale maniera, sempre diversa come la fiamma e la nebbia, mentre un cerchio si forma attorno a lui e un altro attorno al fuoco acceso, intersecandosi in un appropriato simbolo dell'Infinito.
Continuate a leggere.
Al Museo del Tessile di Busto Arsizio, avvolto nella nebbia e nel buio della Luna Nuova, l'ormai consueto raduno non potrebbe trovare uno scenario migliore.
Inoltre, consegnamo al Passato anche le incertezze dell'anno scorso: niente festa privata nella sala adiacente, e ritornano i biglietti da gettare nel fuoco, da scrivere su questo elegante altarino decorato per l'occasione (io avevo già scritto il mio prima di uscire di casa, per precauzione o eccesso di zelo).
La zuppa di zucca, generosamente distribuita da Perla in
un inedito stile gotico (che fa di lei una Perla Nera,
suppongo).
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Di ampio respiro anche il programma musicale, con tre concerti di artisti ormai noti ai frequentatori del sottobosco Celtico delle province di Milano, Varese e Brianza, maggiori dettagli sullo spettacolo nei prossimi articoli.
Negli intervalli, mentre erano in corso le operazioni di cambio palco, gli intervenuti si sono riuniti in cerchio, come negli anni passati, per ascoltare le storie paurose attorno al ceppo acceso (riunirsi in cerchio è una tipica caratteristica della Tradizione Celtica, si pensi alla Tavola Rotonda).
Nel ruolo di Storyteller quest'anno troviamo Sara Rossi, la nostra castellana.
Si arriva quindi al Gran Finale, il momento che vale da solo l'intera serata, quando tutti i convenuti si riuniscono sulla collina per l'accensione del falò.
Il significato dell'evento viene illustrato da Umberto Crespi; ad accompagnarlo, il suono dell'arpa, lo strumento più magico della tradizione Celtica, interpretato da Adriano Sangineto, che non perde neanche questa occasione per sperimentare nella sua personale maniera, sempre diversa come la fiamma e la nebbia, mentre un cerchio si forma attorno a lui e un altro attorno al fuoco acceso, intersecandosi in un appropriato simbolo dell'Infinito.
Continuate a leggere.
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