venerdì 31 maggio 2024

Povere Creature!

Finalmente sono riuscito a vederlo, in streaming, non al cinema, e credo di aver fatto la scelta migliore.
Non dico che non mi sia piaciuto, di sicuro ha dei meriti, nonostante questo credo che quello che scriverò a molti potrebbe non piacere, quindi, se apprezzate il cinema "d'autore", potete anche fermarvi qui.
Iniziamo dalla trama: una donna "artificiale" parte per un viaggio alla scoperta del mondo, scoprendo nello stesso tempo anche se stessa, inclusa la propria sessualità, e lanciando a tutte le donne, ma non solo a loro, un forte messaggio di emancipazione.
Questa è la trama di Barbie.
Con tutti i suoi difetti e le sue esagerazioni però, Barbie tratta certi argomenti, anche quelli più scottanti, in maniera discreta, delicata, a tratti quasi commovente, perché è la metafora di una bambina che diventa donna... eppure mantiene quello sguardo quasi fatato sul mondo, che è tipico di una bambina. In Barbie inoltre, c'è un forte contrasto tra il mondo colorato e surreale in cui vive Barbie e il mondo, non dico grigio, ma dai colori muti e più sfumati in cui viviamo noi. In Povere Creature! ci sono passaggi macchinosi dal bianco e nero ai colori iper-saturati, con siparietti surreali tra un capitolo e l'altro e occasionali intrusioni della telecamera (sotto forma di un effetto "occhio di pesce") che, oltre a disturbare lo spettatore, fanno perdere coerenza al film.
Se Barbie ci appare (ovviamente) finta, in Bella Baxter (nome in cui si potrebbe addirittura leggere un vago riferimento alla Marvel[!]) ogni cosa è completamente aliena: come parla, come cammina, il suo modo di ragionare, le sue emozioni. Che potrebbe anche funzionare se come in Barbie (o nei film della Marvel appunto) ci fosse un contrasto con il mondo "reale".
Invece, ogni cosa in Povere Creature è sopra le righe: gli altri personaggi sono teatrali, se non caricaturali fino al grottesco, i costumi sembrano (sono) usciti da una sorta di improbabile, surreale, Futurismo Vittoriano, il mondo è una distopia steampunk sovraccarica di dettagli (tra cui i costumi) che, come ho detto, oscillano dal bianco e nero al colore iper-saturo. 
Ognuna di queste cose funzionerebbe, benissimo, presa singolarmente. 
Tutte insieme però è troppo.
Ci sarebbe molto altro da dire su questo film, ma preferisco fermarmi, per non correre il rischio di diventare anch'io sovrabbondante.
Vi dico solo questo: se proprio volete guardare Povere Creature, guardatelo pure, non è brutto. Ma fatevi un favore e guardate anche Barbie.
poi traete da soli le vostre conclusioni.

venerdì 24 maggio 2024

Furiosa - A Mad Max Saga

La saga di Mad Max ha definito un genere e uno stile, il Post-Apocalittico, che nel bene e nel male ha influenzato tutto quello che è venuto dopo.
Tre film iconici hanno creato il nostro immaginario sulla fine del Mondo e ciò che verrà dopo.
Quando a distanza di molti anni è uscito un quarto capitolo, che nessuno si aspettava, ero perplesso. Apprezzavo lo stile, ma pensavo che ormai avesse fatto il suo tempo.
Forse, ma tutti questi anni non sono passati in vano.
Il quinto film, dove Mad Max non compare ma che ci mostra molte cose solo accennate nel precedente, non solo crea di fatto un altro universo condiviso in espansione, ma ridefinisce il genere assorbendo e facendo propri tutti quegli elementi del genere, anche quelli sviluppati da altri e in seguito.
Il risultato spazza via come un'esplosione atomica tutte le perplessità che mi erano rimaste.
La storia di Furiosa è una classica saga di vendetta (come lo era stata, a suo tempo quella di Max) ma include anche altri elementi, creando una circolarità con il film precedente, portando tutto su un altro livello.
Se i primi tre film ci hanno trascinato attraverso il progressivo crollo della cività che conoscevamo, il quarto e più ancora il quinto (questo) sembrano volerci portare per mano verso la possibile nascita di una nuova, brutale, selvaggia, ma a suo modo magnifica. Ha senso parlare di post-post-apocalittico?

mercoledì 22 maggio 2024

Novegro spring 2024

Cari lettori, siamo arrivati di nuovo all'Edizione Primaverile del Festival del Fumetto di Novegro. Un'edizione non entusiasmante come quella invernale, ma che tra ombre e luci riesce a lasciare qualche spunto interessante.
Nulla di troppo rivoluzionario: l'organizzazione della Fiera fa del suo meglio per offrire un'esperienza apprezzabile, e sebbene
ancora lontani dai fasti dell'era pre-CoViD, anche gli espositori e i Cosplayers colmano con l'entusiasmo le piccole falle che sono rimaste qua e là.
Tra i vari padiglioni, le molte anime del variegato mondo dei Fumetti (e non solo) si danno da fare per offrire, ognuno a modo suo, il proprio contributo.
Persino l'Area Self-Service, nonostante sia stata confinata sotto una struttura gonfiabile per lasciare il posto a un'area espositiva secondaria e a un angolo dedicato ai Videogiochi Vintage (una vera e propria Arcade che rimanda agli anni '80) sembra voler reclamare, nonostante tutto, una sua personalità che va oltre la semplice funzione pratica. A quando il sushi-bar?
L'Olimpo
Fuori dai padiglioni, anche il Parco è stato utilizzato da buona parte dei visitatori per una passeggiata primaverile, un giro sul trenino e naturalmente per le foto in cosplay, per cui non mancano idee... particolari.
Imperatori a parte, credo che il gruppo più originale che ho incontrato sia questo Pantheon della Grecia Classica al gran completo.
Aly the Kitten
 Non potendo utilizzare il Monte Olimpo per le pose, le collinette del Parco offrono comunque una location che non sfigura di fronte all'Arcadia.
Questa edizione ha inoltre visto il gradito ritorno di un'amica di vecchia data di questo blog, che ho incontrato ai tempi delle primissime fiere del fumetto a cui ho partecipato.
Sto parlando di Alice Serra, in arte Aly the Kitten.
Bentornata Aly.
Sfortunatamente, proprio Aly the Kitten è rimasta coinvolta, assieme ad altri artisti autoprodotti ed esordienti, in un episodio poco chiaro.
Sembra infatti che una sedicente organizzazione no-profit abbia contattato alcuni di questi disegnatori e artigiani, promettendo loro un posto in fiera per esporre i loro lavori. A quanto pare tuttavia, questa "organizzazione" sembra essersi dimenticata di chiedere i permessi all'Ente Fiera, cosa di cui gli stessi espositori non erano informati e che hanno scoperto nel peggiore dei modi. 
Non conosco altri dettagli se non quelli che sono stati comunicati, non senza un certo imbarazzo, dagli stessi espositori sui loro profili Social. 
Permettetemi di unire la mia voce alla loro: se ci fosse qualcuno meglio informato di me su questa faccenda tutt'altro che chiara, vi prego di farvi avanti. A tutti gli altri, fate attenzione a non rivolgervi a intermediari, specialmente se si identificano come "associazioni No Profit" che vi promettono un posto in fiera. Rivolgetevi direttamente all'amministrazione di Novegro.
Può essere più complicato, ma in questo modo state difendendo la nostra fiera, il vostro lavoro e quello dei nostri colleghi, perchè anche se siamo degli autoprodotti, restiamo comunque dei professionisti e affidarci a dei dilettanti, o peggio a dei truffatori per promuovere il nostro lavoro potrebbe procurarci, se non dei guai, dei seri imbarazzi.
Continuate a leggere.

mercoledì 1 maggio 2024

Canegrate Irish Dance 2024

Domenica 21 Aprile La compagnia di Danze Irlandesi Shamrock (a scartamento ridotto) e la Scuola di Ballo Jacko Dance sono tornate a Canegrate per un nuovo giro promozionale dei corsi della prossima stagione, in occasione della Festa dei Commercianti.
Come l'anno scorso ho ballato anch'io, lo so, non lo faccio spesso e non sono troppo sicuro del risultato, ma il pubblico applaudiva, quindi credo si possa considerare un successo. 
Nell'insieme anzi, credo di poter considerare l'intera giornata come un successo, nonostante l'assenza della nostra insegnante/coreografa/demone custode Anna Cislaghi per motivi di lavoro non collegati alla compagnia di ballo.
Ammetto che all'inizio ero un po' preoccupato, ma tutto si è risolto per il meglio quando la nostra Eleonora ha preso in mano la situazione (e non solo quella: quando il complesso che suonava sul palco ha iniziato a cantare alcune cover anni '80 ha preso in mano anche me, e mi ha quasi trascinato sulla pista da ballo).
Una nuova entrata
Finalmente, all'arrivo del nostro turno, abbiamo ballato il nostro cavallo di battaglia, la Terza Classe, per poi passare alla Virginia Reel, in cui era previsto un coinvolgimento del pubblico.
Questa almeno era l'idea, se la musica non si fosse interrotta di colpo. Il tecnico del suono infatti non sapeva che si trattava di una doppia esibizione, ma dopo qualche minuto di imbarazzo l'equivoco è stato risolto da un altro intervento di Eleonora. A seguire un'esibizione di Balli Caraibici, sempre Jacko Dance, di cui abbiamo approfittato per cambiarci le scarpe in previsione del numero successivo.
Troppo presto: Anche per il gruppo di Danza Caraibica infatti era previsto il coinvolgimento del pubblico, e i nostri colleghi sono stati così gentili da invitare anche noi... i balli caraibici non sono troppo difficili, sono lenti e senza impegno a differenza delle molto più tecniche danze irlandesi. Nonostante questo, sarebbero stati molto più divertenti senza le Heavy Shoes.
A seguire una Clover Dance con solo due elementi, Marzia e Flaviano, mentre gli altri ballerini (e il pubblico, che a questo punto si era scaldato) accompagnavano la musica battendo le mani a bordo palco. 
Infine, questa volta senza altri disguidi, ci siamo uniti a loro in un ultimo saluto al pubblico, tutti insieme, che ha concluso la nostra esibizione.
Per ora: continuate a leggere.