La
Fiera del Fumetto di Lugano é arrivata quest'anno alla sua quarta edizione. Sorprendentemente, nonostante dovrebbe essere ormai un'esperienza collaudata, almeno in apparenza, appare più piccola, addirittura più povera rispetto alle manifestazioni analoghe a sud del Confine.
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Passa al Lato Elvetico, noi abbiamo la Forza! |
Questo perché la Svizzera, fatta salva la sua inarrivabile levatura istituzionale, non ha ancora avuto il tempo di sviluppare una propria personalità fumettistica, quello che in una scuola d'arte si chiamerebbe il proprio stile, e perciò é costretta ad appoggiarsi ai suoi vicini, soprattutto alla Francia e, naturalmente all'Italia.
Esiste però una spiccata differenza tra questi paesi: in Francia infatti, il Fumetto é considerato una forma di letteratura o di arte al pari di qualunque altra, e i fumetti sono venduti in libreria, accanto ai classici come Simenon o Dumas (la stessa cosa, e posso dirlo per esperienza diretta, avviene in Gran Bretagna).
In Italia invece, il fumetto é stato considerato a lungo come un prodotto di serie B, e spesso apertamente osteggiato dalle istituzioni e all'interno delle scuole; al liceo, ricordo di essere stato duramente ripreso dal professore di latino perché leggevo un fumetto durante l'intervallo (in seguito a quell'episodio non ho smesso di leggere fumetti, ma ho perso tutta la stima che avevo per il professore di latino).
L'impoverimento del panorama italiano causato da una mentalità ristretta da parte di chi avrebbe dovuto svolgere il compito di mecenate, ha impoverito di riflesso anche quello ticinese, dove troviamo, ancora una volta, la Panini e la Bonelli quasi come uniche rappresentanti.
Un vero e proprio paradosso se ascoltiamo le parole di una fumettista svizzera, a parere della quale le migliori accademie dove si può perfezionare la tecnica del disegno si trovano proprio in Italia; per la precisione in Toscana (Volterra) e in Veneto (Venezia).
Come nota personale vorrei aggiungere Brera, perché penso che anche la Lombardia abbia tanto bisogno di un po'
d'amore.
Le migliori accademie tuttavia, non servono a nulla se manca un'adeguata preparazione di base: se uno studente non ha le basi, e non é sufficientemente motivato (e siamo tornati al professore di latino) difficilmente arriverà all'Accademia.
Ben diversa é la situazione in Svizzera: quella che vedete qui a fianco é la sequenza di come nasce un personaggio dei fumetti, tratto per tratto.
Il primo giorno della fiera, venerdì 10 ottobre, é stato dedicato alle scolaresche: prima un gruppo di studenti ha ricevuto una lezione gratuita di tecnica le fumetto offerta da
Myoko Japan Heart, che organizza corsi nell'omonimo negozio di Bellinzona, e chissà che un giorno non diventi un'accademia tanto rinomata quanto quella di Venezia (dove ha studiato la disegnatrice di cui parlavo sopra) o anche di Brera.
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Allievi di una scuola svizzera studiano Tecnica del Fumetto |
Dopo la lezione, studenti e professori hanno partecipato a una serie di incontri workshop con disegnatori professionisti.
Osservare tutto questo é stato come vedere un gruppo di uomini preistorici che, strofinando tra loro due pietre, accendono il fuoco per la prima volta.
Io stesso ho imparato qualcosa di nuovo sul Fumetto in generale, come la differenza tra Character Design e Mecha Design, o cos'é la tecnica della Retinatura.
Ho avuto modo inoltre, di parlare con una degli insegnanti che accompagnavano la gita, che mi ha riferito di usare i fumetti come supporto per insegnare Letteratura Italiana, confermando che in questo modo non solo gli studenti stanno più attenti, ma imparano di più e meglio.
Se fosse possibile affiancare le scuole svizzere con le accademie italiane, quella sì che sarebbe una rivoluzione. Quindi, ora più che mai mi sento di dire al mio pubblico: continuate a leggere.