Ho ho ho!
venerdì 25 dicembre 2015
mercoledì 23 dicembre 2015
Yuletide, parte terza: Terzo Concleve
A ridosso delle festività di Natale non poteva mancare la Festa Associativa del Terzo Conclave, il luogo dove un nerd si rifugia per scappare dalle interminabili cene coi parenti.
Va beh, non importa.
Quello che conta é passare una serata in piacevole compagnia, a discutere sull'ultimo film di Star Wars (il Gruppo Spoilers per favore vada fuori) mentre i master si scambiano le reciproche impressioni e commenti sull'ultima campagna che stanno portando avanti, e di come i loro giocatori fanno di tutto tranne che seguire l'avventura come l'avevano preparata.
E come dimenticare le liti tra i giocatori di Pathfinder e quelli di Cyberpunk, opportunamente condite dai commenti sarcastici di Germano il Vegano, che per il suo incredibile talento per la cattiveria dovrebbe già avere un posto assicurato nel cast di Gotham (Jokermano?)?
E come dimenticare le liti tra i giocatori di Pathfinder e quelli di Cyberpunk, opportunamente condite dai commenti sarcastici di Germano il Vegano, che per il suo incredibile talento per la cattiveria dovrebbe già avere un posto assicurato nel cast di Gotham (Jokermano?)?
La cosa migliore da fare é lasciar perdere tutto e buttarsi subito sul gioco di società di turno: Vu-dù!, che vede i giocatori intenti a scagliarsi maledizioni a vicenda, sempre più divertente della tombola con i fagioli e degli stucchevoli inni a "Pace e Amore" (Sì, noi del Terzo Conclave a Natale siamo tutti più cattivi, e non é che nel resto dell'anno siamo proprio dei pezzi di pane).
Tra l'altro, questa riunione di soci è anche stata l'occasione di presentare in anteprima esclusiva il libro del nostro socio veterano Dario "Brad" Cattaneo, Dietro il Sipario: l'Epopea dei Savatage, un breve resoconto di un pezzo di storia della musica heavy metal (oltre ad aver scritto per una rivista di musica, Brad é anche il chitarrista degli Stoopidshoes. Il bassista, Francesco Peverelli, é anche lui nostro socio, e mio avversario nel gruppo Star Wars Spoilers).E così siamo sopravvissuti anche alla Festa di Natale.
Adesso si tratta solo di resistere fino alla Befana e poi possiamo finalmente tornare a giocare di ruolo.
martedì 22 dicembre 2015
domenica 20 dicembre 2015
Yuletide, parte prima: Notte d'Ys
Ho sempre trovato le festività natalizie piuttosto deprimenti, in parte perché non mi chiamo Cupiello e quindi no, non mi piace il presepe (chiedo scusa ai miei lettori per aver citato il primo cinepanettone) in parte perché credo che il mondo sarebbe un posto migliore senza i miei parenti, in parte perché non credo che esista un "aspetto spirituale" che é inversamente proporzionale a quello materiale (semmai la relazione é diretta) e quindi trovo assurda l'espressione "Pace e Amore".
L'Amore é un Campo di Battaglia, cantava Pat Benatar.
Forse perché ho sempre cercato di essere un guerriero onorevole, quest'anno il Padre di Yule Odino ha voluto portarmi due splendidi regali: del primo ho già parlato, il secondo é stato la Notte d'Ys del 19 dicembre, una celebrazione solstiziale con musica e balli irlandesi, marzapane e un dress code a tema bianco, rosso e corna di renna.
Per l'occasione, la sala da ballo del Museo del Tessile di Busto Arsizio sembra essersi trasformata nel set di un film di Hollywood: le ragazze sono bellissime, metà degli uomini sembra uscito da un'apocalisse zombie, e anche se conservano un certo fascino trasandato, ballano anche come zombie, perché a differenza dell'altra metà non hanno mai frequentato i corsi e questa é la prima volta che vedono l'interno di una sala da ballo.
Il contagio viene però brillantemente contenuto grazie alla presenza degli agenti dello S.H.I.E.L.D. delle istruttrici dell'Accademia, Anna, Alessandra, Perla, e ad Iron Man Umberto Crespi che mostra i passi prima di ogni danza.
Grazie al loro esempio mi faccio coraggio, buttandomi in pista anche nei balli più difficili, riesco perfino ad arrivare alla fine di un complicato Walzer a Seguire, per poi sfidare la sorte in un pericoloso ballo da combattimento come la Polka. Per farvi capire, mentre ballavo la Polka, una montagna di muscoli alta due metri (definito dalla mia dama "il vichingo mezzo nudo") ci é venuto addosso.
Però sono riuscito non solo a vederlo in tempo, ma anche a reggere il colpo girando di lato e alzando il braccio; nel complesso, credo si sia fatto più male lui. Per questo dico sempre "Non dare una spada in mano a chi non sa ballare". Alla mia compagna nella Virginia Reel invece, che brontolava perché la ragazza accanto continuava a sbatterle contro, ho suggerito "non arrabbiarti, vendicati". Per i veterani delle danze irlandesi, queste sono le soddisfazioni.
La serata é stata chiusa da una Canadese di gruppo e da una speciale Easy Reel.
Continuate a leggere, venite a ballare se siete assicurati e passate un felice Solstizio.
Haymaker Gig |
Forse perché ho sempre cercato di essere un guerriero onorevole, quest'anno il Padre di Yule Odino ha voluto portarmi due splendidi regali: del primo ho già parlato, il secondo é stato la Notte d'Ys del 19 dicembre, una celebrazione solstiziale con musica e balli irlandesi, marzapane e un dress code a tema bianco, rosso e corna di renna.
Virginia Reel |
Anna dirige le danze |
Grazie al loro esempio mi faccio coraggio, buttandomi in pista anche nei balli più difficili, riesco perfino ad arrivare alla fine di un complicato Walzer a Seguire, per poi sfidare la sorte in un pericoloso ballo da combattimento come la Polka. Per farvi capire, mentre ballavo la Polka, una montagna di muscoli alta due metri (definito dalla mia dama "il vichingo mezzo nudo") ci é venuto addosso.
Easy Reel Special |
La serata é stata chiusa da una Canadese di gruppo e da una speciale Easy Reel.
Continuate a leggere, venite a ballare se siete assicurati e passate un felice Solstizio.
mercoledì 16 dicembre 2015
Star Wars: il Risveglio della Forza
Se recensire un film di James Bond é stato un passaggio importante per me, recensire il nuovo episodio della Saga di Guerre Stellari ha quasi un valore iniziatico: qualcosa a cui mi sono preparato per giorni dopo averlo aspettato per mesi, e dalle cui immagini non mi sono ancora del tutto ripreso.
Non sono neppure rimasto deluso, anche se fatico a trovare le parole per descriverlo (senza spoiler; comunque posso subito smentire una teoria dei fan, Kylo Ren NON é Luke Skywalker, e non aggiungo altro).
Personaggi e interpreti della saga originale ci sono tutti, Mark Hamill, Carrie Fisher, Antony Daniels e Harrison Ford, ma sembra che J. J. Abrams abbia intenzione di fare di questo episodio a tutti gli effetti un passaggio da una generazione all'altra, senza stravolgere, ma anzi completando la saga della famiglia Skywalker iniziata con Anakin decenni fa, quasi riportandola al suo inizio in un cerchio scandito dal continuo passaggio della spada laser da una mano all'altra; nell'ultima scena però, questo passaggio viene lasciato in sospeso, mentre le immagini sfumano nei titoli di coda.
Andate a vedere questo film, andateci e basta, perché é il Destino, mio, vostro, di generazioni.
Che la Forza sia con voi.
Non sono neppure rimasto deluso, anche se fatico a trovare le parole per descriverlo (senza spoiler; comunque posso subito smentire una teoria dei fan, Kylo Ren NON é Luke Skywalker, e non aggiungo altro).
Personaggi e interpreti della saga originale ci sono tutti, Mark Hamill, Carrie Fisher, Antony Daniels e Harrison Ford, ma sembra che J. J. Abrams abbia intenzione di fare di questo episodio a tutti gli effetti un passaggio da una generazione all'altra, senza stravolgere, ma anzi completando la saga della famiglia Skywalker iniziata con Anakin decenni fa, quasi riportandola al suo inizio in un cerchio scandito dal continuo passaggio della spada laser da una mano all'altra; nell'ultima scena però, questo passaggio viene lasciato in sospeso, mentre le immagini sfumano nei titoli di coda.
Andate a vedere questo film, andateci e basta, perché é il Destino, mio, vostro, di generazioni.
Che la Forza sia con voi.
lunedì 14 dicembre 2015
An Irish Night
Da poco più di un anno, l'Accademia di Danze Irlandesi Gens d'Ys ha allargato i propri orizzonti per affiancare alla sua già vasta offerta di corsi di ballo (tra cui uno di ballo da competizione che ha già fatto parlare di sé), anche corsi di musica (arpa) e un corso di teatro, tenuto da Daniela Iotti, che da quest'anno ho iniziato a frequentare anch'io (ormai credo di conoscere più gente tra chi sta sul palco che in platea).
Per la seconda volta l'Accademia porta in scena tutta la sua variegata attività, in una festa di musica e colori tutta irlandese; il formato é lo stesso dell'anno scorso, ma é ormai uscito dalla fase sperimentale e viaggia a pieno regime.
Lo spettacolo riunisce il consueto Corpo di Ballo dei Gens d'Ys, tra cui Anna Cislaghi, Arianna Croce, Perla Davide, e naturalmente Umberto Crespi, nella doppia veste di presentatore e ballerino, l'arpa di Adriano Sangineto, che oltre ad accompagnare i ballerini si esibisce in un assolo con il suo cavallo di battaglia, On a Silver Cloud, e le pièces teatrali di Daniela Iotti e degli attori della Compagnia Dramatrà.
Daniela riporta in scena alcuni dei suoi personaggi più famosi, tratti dalla storia e dal mito irlandese e non solo, che si incrociano dentro e fuori dalla scena creando un intreccio complicato come un nodo celtico, in cui anche l'assenza assume il peso di una presenza impalpabile ma incombente. Iniziando da Puck si accenna alla storia di Gormflaith, regina d'Irlanda, che assume il ruolo inedito di eroina tragica anziché di traditrice, per terminare con un'ironica interpretazione di Molly Malone in cui non manca di coinvolgere anche il pubblico.
Seguono le canzoni tradizionali della Vecchia Irlanda, eseguiti in chiave moderna ma in versione unplugged dal gruppo folk Uncle Bard & the Dirty Bastards, attorno a cui, come un cerchio di fate che trascina gli spettatori nel proprio incantesimo, si muovono le ballerine, sullo sfondo di paesaggi che possono apparire fiabeschi a chi non li ha visti con i propri occhi.
Dopo una breve apparizione di Elettra "la Rossa" e un intermezzo semiserio di Umberto Crespi e Adriano Sangineto, in cui l'arpa celtica incontra i grandi classici del cinema, la scena ritorna al corpo di ballo per un maestoso Grand Finale che rimbalza dalla St. Patrick Dance al techno-country dei Rednex (Cotton-Eye Joe) e all'opera lirica con le note della Carmen di Puccini che sfumano nel Can-Can.
Non credo serva dire altro (per ora) ma voi continuate a leggere.
Il Corpo di Ballo Irlandese GdY, accompagnato dall'arpa
del Maestro Adriano Sangineto
|
Lo spettacolo riunisce il consueto Corpo di Ballo dei Gens d'Ys, tra cui Anna Cislaghi, Arianna Croce, Perla Davide, e naturalmente Umberto Crespi, nella doppia veste di presentatore e ballerino, l'arpa di Adriano Sangineto, che oltre ad accompagnare i ballerini si esibisce in un assolo con il suo cavallo di battaglia, On a Silver Cloud, e le pièces teatrali di Daniela Iotti e degli attori della Compagnia Dramatrà.
Daniela Iotti interpreta Molly Malone |
Uncle Bard & the Dirty Bastards Unplugged |
martedì 24 novembre 2015
BANG! (sei morto)
Anche il Torneo di Bang! é una specie di tradizione per l'Associazione Giochi Intelligenti Terzo Conclave: un'occasione per i vecchi soci di ritrovarsi e per quelli nuovi di ambientarsi.
Per questo motivo ho deciso di saltare anche il secondo giorno dell'iComix di Assago per affrontare i peggiori fuorilegge della Frontiera al tavolo da gioco.
Questa volta sono rimasto sempre dalla parte della Legge: su un totale di tre partite infatti, ho giocato la prima come Sceriffo e le altre due come Vice.
Se é vero che il Crimine non paga, l'essere rimasto sempre dalla parte della Legge mi ha portato fortuna: per la prima volta da quando partecipo a un torneo associativo infatti, sono riuscito ad arrivare in finale.
Non sono comunque riuscito ad arrivare più in su del quarto posto, in ogni caso il risultato più alto che sia mai riuscito a raggiungere anche se non mi sono aggiudicato nessun premio.
Del resto avevo di fronte dei veri e propri veterani, e non troppa confidenza con le regole da torneo che, in particolare nella finale, si discostano da quelle del gioco normale.
Anche se verso la fine ero riuscito a prendere più confidenza, ormai ero inesorabilmente confinato al quarto posto.
Il terzo posto é stato invece conquistato da Dario "Brad" Cattaneo, mentre il secondo premio spetta a Sara Proverbio. Prima classificata Angela Trimigno, che si riconferma campionessa dell'Associazione. Una curiosità: Angela é la moglie di Brad, quindi il primo e terzo premio restano per così dire in famiglia. Merita inoltre una menzione speciale, alla sua primissima volta in Associazione, il loro figlio di cinque mesi Tommaso.
Arrivederci al prossimo torneo.
Angela, la pistola più veloce |
Questa volta sono rimasto sempre dalla parte della Legge: su un totale di tre partite infatti, ho giocato la prima come Sceriffo e le altre due come Vice.
Se é vero che il Crimine non paga, l'essere rimasto sempre dalla parte della Legge mi ha portato fortuna: per la prima volta da quando partecipo a un torneo associativo infatti, sono riuscito ad arrivare in finale.
Non sono comunque riuscito ad arrivare più in su del quarto posto, in ogni caso il risultato più alto che sia mai riuscito a raggiungere anche se non mi sono aggiudicato nessun premio.
Primo premio: Angela Trimigno
Secondo Premio: Sara Proverbio
Terzo Premio: Dario "Brad" Cattaneo
Quarto classificato: Alex Hastur
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Anche se verso la fine ero riuscito a prendere più confidenza, ormai ero inesorabilmente confinato al quarto posto.
Il terzo posto é stato invece conquistato da Dario "Brad" Cattaneo, mentre il secondo premio spetta a Sara Proverbio. Prima classificata Angela Trimigno, che si riconferma campionessa dell'Associazione. Una curiosità: Angela é la moglie di Brad, quindi il primo e terzo premio restano per così dire in famiglia. Merita inoltre una menzione speciale, alla sua primissima volta in Associazione, il loro figlio di cinque mesi Tommaso.
Arrivederci al prossimo torneo.
lunedì 23 novembre 2015
Campionati Europei di Danza Irlandese
Il terzo week-end di novembre sarei dovuto andare all'iComix, il Salone del Fumetto di Assago, ma ho preferito deviare dalla mia solita rotta per seguire due avvenimenti altrettanto importanti.
Il primo é stato il Campionato Europeo di Danza Irlandese (in Gaelico Oireachtas, cioé "Raduno") che si é tenuto in questa edizione proprio a Milano, o meglio a Sesto San Giovanni, appena una fermata di metropolitana oltre la tratta urbana.
Alla Fiera del Fumetto di Arona avevo visto una bambina di sei anni, vestita come una bambola dell'800, ballare sulla musica di un Carrilon, muovendosi a scatti come un piccolo automa. Quando la mia insegnante di ballo, Arianna, ha menzionato la giovanissima età di alcune delle partecipanti a questo campionato, pensavo di essere preparato all'esperienza.
Certi eventi però sono come un'invasione aliena: non c'é niente che possa prepararti, non importa quali esperienze tu abbia fatto prima. Il mondo delle Danze Irlandesi da competizione segue delle regole tutte sue, molto diverse anche dalle danze da sala a cui sono abituato.
Qui si parla di veri e propri professionisti, sia maschi che femmine, che ballano ad altissimi livelli. Tutto ciò é ancora più impressionante se si considera che l'età dei partecipanti va dai cinque ai diciassette anni.
La tecnica, l'impegno, la cura dei dettagli li fa sembrare più grandi, più decisi e determinati, oserei dire, per mancanza di un termine migliore, più forti di molti adulti che ho conosciuto.
I ballerini non vengono solo dall'Irlanda, ma da ogni parte d'Europa; infatti é stata solo una fortunata coincidenza che quest'anno il Campionato si sia tenuto proprio alle porte di Milano, lasciando all'Accademia di Danze Irlandesi Gens d'Ys e al suo direttore Umberto Crespi il compito di fare gli onori di casa, ma anche l'onere di trovare qualcuno in grado di rappresentare la nostra città, e l'Accademia stessa, di fronte a tutta l'Europa.
Beh, ci sono riusciti: nella foto accanto potete vedere Perla Davide, la più giovane istruttrice di ballo dell'Accademia, e sesta classificata ai Campionati Europei.
Una sorpresa nella sorpresa, almeno per me: sapevo che era brava, ma non l'avevo mai vista ballare in quel modo.
Mi mancano davvero le parole per descriverlo, tranne tre: Perla, sei eccezionale (però mi chiedo chi erano gli altri cinque, immagino venissero tutti da Dublino e dintorni).
Da Umberto Crespi arriva però anche un'altra importante novità, sempre legata alla Danza Irlandese.
Continuate a leggere.
Il primo é stato il Campionato Europeo di Danza Irlandese (in Gaelico Oireachtas, cioé "Raduno") che si é tenuto in questa edizione proprio a Milano, o meglio a Sesto San Giovanni, appena una fermata di metropolitana oltre la tratta urbana.
Alla Fiera del Fumetto di Arona avevo visto una bambina di sei anni, vestita come una bambola dell'800, ballare sulla musica di un Carrilon, muovendosi a scatti come un piccolo automa. Quando la mia insegnante di ballo, Arianna, ha menzionato la giovanissima età di alcune delle partecipanti a questo campionato, pensavo di essere preparato all'esperienza.
Certi eventi però sono come un'invasione aliena: non c'é niente che possa prepararti, non importa quali esperienze tu abbia fatto prima. Il mondo delle Danze Irlandesi da competizione segue delle regole tutte sue, molto diverse anche dalle danze da sala a cui sono abituato.
Qui si parla di veri e propri professionisti, sia maschi che femmine, che ballano ad altissimi livelli. Tutto ciò é ancora più impressionante se si considera che l'età dei partecipanti va dai cinque ai diciassette anni.
La tecnica, l'impegno, la cura dei dettagli li fa sembrare più grandi, più decisi e determinati, oserei dire, per mancanza di un termine migliore, più forti di molti adulti che ho conosciuto.
I ballerini non vengono solo dall'Irlanda, ma da ogni parte d'Europa; infatti é stata solo una fortunata coincidenza che quest'anno il Campionato si sia tenuto proprio alle porte di Milano, lasciando all'Accademia di Danze Irlandesi Gens d'Ys e al suo direttore Umberto Crespi il compito di fare gli onori di casa, ma anche l'onere di trovare qualcuno in grado di rappresentare la nostra città, e l'Accademia stessa, di fronte a tutta l'Europa.
Beh, ci sono riusciti: nella foto accanto potete vedere Perla Davide, la più giovane istruttrice di ballo dell'Accademia, e sesta classificata ai Campionati Europei.
Una sorpresa nella sorpresa, almeno per me: sapevo che era brava, ma non l'avevo mai vista ballare in quel modo.
Mi mancano davvero le parole per descriverlo, tranne tre: Perla, sei eccezionale (però mi chiedo chi erano gli altri cinque, immagino venissero tutti da Dublino e dintorni).
Da Umberto Crespi arriva però anche un'altra importante novità, sempre legata alla Danza Irlandese.
Continuate a leggere.
domenica 8 novembre 2015
Spectre
Il vero segno dei tempi che cambiano é quando un evento in precedenza ritenuto eccezionale diventa un fatto comune.
Questo é il secondo film di 007 che recensisco, e mi ci trovo sempre più a mio agio.
Un nuovo episodio che non solo si ricollega ai precedenti due o tre film, ma gioca con il mito e la storia di James Bond nel suo insieme già a partire dal titolo, tirandoli a lucido come la sua vecchia Aston Martin, che simbolicamente compare solo in due scene: all'inizio, mentre Q sta cercando di rimetterla assieme, e subito prima dei titoli di coda, quando James Bond torna a riprendersela. Sembra un addio, con l'eroe che scompare nel tramonto sulle note del classico tema di 007, ma i titoli di coda ci avvertono che James Bond tornerà.
E visto che vi ho già raccontato il finale, vi dico anche il nome del catttivo che sta dietro a tutto quanto: Ernst Stavros Blofeld.
Spectre risponde a una domanda che mi ero posto diverse volte: c'é ancora posto per James Bond, Agente 007 nell'Era Marvel del Cinema?
la risposta é sì.
Questo é il secondo film di 007 che recensisco, e mi ci trovo sempre più a mio agio.
Un nuovo episodio che non solo si ricollega ai precedenti due o tre film, ma gioca con il mito e la storia di James Bond nel suo insieme già a partire dal titolo, tirandoli a lucido come la sua vecchia Aston Martin, che simbolicamente compare solo in due scene: all'inizio, mentre Q sta cercando di rimetterla assieme, e subito prima dei titoli di coda, quando James Bond torna a riprendersela. Sembra un addio, con l'eroe che scompare nel tramonto sulle note del classico tema di 007, ma i titoli di coda ci avvertono che James Bond tornerà.
E visto che vi ho già raccontato il finale, vi dico anche il nome del catttivo che sta dietro a tutto quanto: Ernst Stavros Blofeld.
Spectre risponde a una domanda che mi ero posto diverse volte: c'é ancora posto per James Bond, Agente 007 nell'Era Marvel del Cinema?
la risposta é sì.
domenica 1 novembre 2015
Samonios 2015 - Introduzione
Un altro giro di Ruota si conclude con un altro Samhain, il Capodanno Celtico (Samonios nella lingua celtica continentale) celebrato, per il terzo anno di fila, al Museo del Tessile di Busto Arsizio dai Gens D'Ys, con la collaborazione della Comunità Giovanile di Busto Arsizio.
Si dice che la terza volta é l'incanto, anche se quest'anno, in apparenza, la magia non sembra funzionare.
In Apparenza.
La festa infatti é più spartana rispetto ai fasti delle due precedenti edizioni, forse per la contemporanea Cerimonia di Chiusura dell'Expo di Milano (che in realtà é un bene: finalmente é finita, adesso, se gli Dei ce lo permettono, possiamo tornare a occuparci di cose serie. E in fretta, abbiamo già perso fin troppo tempo). Forse perché la sala interna é stata ceduta a un'altra festa, relegandoci nel cortile e costringendoci a uscire e rientrare dal cancello per andare in bagno (non so se prenderla sul personale o protestare formalmente con l'Amministrazione).
Forse é stato il fatto che quest'anno non c'erano i bigliettini su cui scrivere desideri e propositi per l'anno nuovo, da gettare poi nel fuoco.
O forse... non importa. Perché mentre ero al Capodanno Celtico, ho provato una strana sensazione, quella di essere triste e allo stesso tempo felice, come quando si é innamorati... ma con una differenza: la chiara e distinta certezza di essere, dopo tanto tempo, arrivato a casa.
Perché io non vado al Capodanno Celtico per le conferenze sul Druidismo, che tra l'altro ho già sentito al Bustofolk, né per ballare (già fatto alla Notte d'Ys) e nemmeno per la musica: Samonios non é una discoteca, é il momento in cui il Mondo dei Vivi e Quello dei Morti si toccano, il tempo di riflettere sul passato e sul futuro, il tempo in cui riunirsi tutti e tornare a casa.
Io non vado al Capodanno celtico come se andassi a una festa, "non mi diverto più, quindi l'anno prossimo non vengo" (e a chi ho sentito dire così rispondo "Vai pure, non mi mancherai"). Per me, andare al Capodanno Celtico é come andare a trovare la mia fidanzata: ci vado anche se non mi va, ci vado anche se devo rinunciare a qualcos'altro, ci vado anche se so che litigheremo.
Ci vado perché la amo.
Così mi sono fatto prestare carta e penna (grazie alla ragazza che vendeva le torte) e il bigliettino me lo sono scritto da solo. E poi, l'ho gettato nel fuoco.
E ho visto che molti altri, attorno a me, avevano avuto la mia stessa idea.
Questo, secondo me, é stato il vero successo della Celebrazione di Samonios di quest'anno: non abbiamo più bisogno di una festa per attirarci, non abbiamo più bisogno di una spiegazione per comprendere il significato di questa notte: sappiamo dove andare, sappiamo cosa fare, e lo facciamo nonostante tutto.
Missione compiuta.
Storie di paura attorno al fuoco. Con Daniela Iotti |
In Apparenza.
La festa infatti é più spartana rispetto ai fasti delle due precedenti edizioni, forse per la contemporanea Cerimonia di Chiusura dell'Expo di Milano (che in realtà é un bene: finalmente é finita, adesso, se gli Dei ce lo permettono, possiamo tornare a occuparci di cose serie. E in fretta, abbiamo già perso fin troppo tempo). Forse perché la sala interna é stata ceduta a un'altra festa, relegandoci nel cortile e costringendoci a uscire e rientrare dal cancello per andare in bagno (non so se prenderla sul personale o protestare formalmente con l'Amministrazione).
Forse é stato il fatto che quest'anno non c'erano i bigliettini su cui scrivere desideri e propositi per l'anno nuovo, da gettare poi nel fuoco.
Antico e Moderno. Una tradizione che continua |
Perché io non vado al Capodanno Celtico per le conferenze sul Druidismo, che tra l'altro ho già sentito al Bustofolk, né per ballare (già fatto alla Notte d'Ys) e nemmeno per la musica: Samonios non é una discoteca, é il momento in cui il Mondo dei Vivi e Quello dei Morti si toccano, il tempo di riflettere sul passato e sul futuro, il tempo in cui riunirsi tutti e tornare a casa.
Io non vado al Capodanno celtico come se andassi a una festa, "non mi diverto più, quindi l'anno prossimo non vengo" (e a chi ho sentito dire così rispondo "Vai pure, non mi mancherai"). Per me, andare al Capodanno Celtico é come andare a trovare la mia fidanzata: ci vado anche se non mi va, ci vado anche se devo rinunciare a qualcos'altro, ci vado anche se so che litigheremo.
Ci vado perché la amo.
Così mi sono fatto prestare carta e penna (grazie alla ragazza che vendeva le torte) e il bigliettino me lo sono scritto da solo. E poi, l'ho gettato nel fuoco.
E ho visto che molti altri, attorno a me, avevano avuto la mia stessa idea.
Questo, secondo me, é stato il vero successo della Celebrazione di Samonios di quest'anno: non abbiamo più bisogno di una festa per attirarci, non abbiamo più bisogno di una spiegazione per comprendere il significato di questa notte: sappiamo dove andare, sappiamo cosa fare, e lo facciamo nonostante tutto.
Missione compiuta.
martedì 27 ottobre 2015
Crimson Peak
Restiamo in tema di orrore gotico, Halloween dopotutto si sta avvicinando, con un altro film di Guillermo del Toro, Crimson Peak, una variazione sul tema della casa stregata a cui questo regista non é nuovo. Il film é tecnicamente perfetto, e Tom Hiddleston, già interprete di Loki nell'Universo Cinematografico Marvel, sembra trovarsi bene nel ruolo del giovane baronetto con un passato oscuro e terribili segreti da nascondere, anche se la vera cattiva é la sorella Lucille (Jessica Chastain) che ricorda molto Cersei Lannister ne Il Trono di Spade. Forse persino troppo.
Mia Wasikowska nei panni di Edith, la giovane innocente che vede i fantasmi, e che si rende conto troppo tardi di essere invischiata in una sordida trama più grande di lei, convince, ma non appassiona fino in fondo nemmeno quando esce dalla vasca da bagno, ho visto di meglio in contesto vittoriano.
Guardare questo film é come sfogliare un libro di illustrazioni gotiche, c'é la vecchia casa in rovina, c'é la bionda in camicia da notte col candeliere in mano, c'é la neve macchiata di rosso, c'é una donna che suona il pianoforte. Per gli amanti dello Steampunk, ci sono anche tanti ingranaggi e marchingegni strani. E naturalmente ci sono i fantasmi.
In realtà, la trama si potrebbe reggere lo stesso e forse scorrerebbe meglio, anche senza fantasmi (ma potrebbe esserci un accenno di metaplay quando Edith presenta il suo manoscritto all'editore: "É più una storia con un fantasma. In realtà il fantasma é una metafora, rappresenta il Passato").
Tutti elementi di prima qualità, che però non sembrano amalgamarsi bene, anche se il film ha i suoi momenti quasi eccitanti, come quando Edith e Lucille si affrontano nell'ascensore in un vero e proprio scontro all'ultimo sangue con i coltelli.
Vi consiglio questo film se proprio vi piacciono le pin-up gotiche, se il vostro colore preferito é il rosso o se siete fangirl di Tom Hiddleston e volete vederlo nudo.
Se invece state cercando una storia di fantasmi da guardare una sera d'inverno accanto al caminetto, questa può andare bene, anche se non sarebbe la mia prima scelta.
Mia Wasikowska nei panni di Edith, la giovane innocente che vede i fantasmi, e che si rende conto troppo tardi di essere invischiata in una sordida trama più grande di lei, convince, ma non appassiona fino in fondo nemmeno quando esce dalla vasca da bagno, ho visto di meglio in contesto vittoriano.
Guardare questo film é come sfogliare un libro di illustrazioni gotiche, c'é la vecchia casa in rovina, c'é la bionda in camicia da notte col candeliere in mano, c'é la neve macchiata di rosso, c'é una donna che suona il pianoforte. Per gli amanti dello Steampunk, ci sono anche tanti ingranaggi e marchingegni strani. E naturalmente ci sono i fantasmi.
In realtà, la trama si potrebbe reggere lo stesso e forse scorrerebbe meglio, anche senza fantasmi (ma potrebbe esserci un accenno di metaplay quando Edith presenta il suo manoscritto all'editore: "É più una storia con un fantasma. In realtà il fantasma é una metafora, rappresenta il Passato").
Tutti elementi di prima qualità, che però non sembrano amalgamarsi bene, anche se il film ha i suoi momenti quasi eccitanti, come quando Edith e Lucille si affrontano nell'ascensore in un vero e proprio scontro all'ultimo sangue con i coltelli.
Vi consiglio questo film se proprio vi piacciono le pin-up gotiche, se il vostro colore preferito é il rosso o se siete fangirl di Tom Hiddleston e volete vederlo nudo.
Se invece state cercando una storia di fantasmi da guardare una sera d'inverno accanto al caminetto, questa può andare bene, anche se non sarebbe la mia prima scelta.
Of the Discovery of Elder Things
Edgar Allan Poe fa parte di una lunga tradizione della letteratura anglosassone da entrambe le sponde dell'Oceano, il Romanzo Gotico, che ha avuto il suo inizio ufficiale nel 1764 con Il Castello di Otranto di Horace Walpole, ha attraversato l'oceano prima con lo stesso Poe, e in seguito con Ambrose Bierce e Robert W. Chambers tra la Guerra di Secessione e la fine del Diciannovesimo Secolo, fino ad arrivare ad HP Lovecraft all'inizio del Ventesimo.
Lovecraft tuttavia, sostituisce o affianca all'orrore sovrannaturale l'orrore scientifico, o l'"Orrore Cosmico", come si chiamerà dopo di lui.
Noi siamo abituati alla "Fantascienza" degli anni '50 e '60, che non si pone in realtà alcuna domanda sulla natura del Cosmo o sul posto dell'Umanità in esso, ma si limita a trasferire nello Spazio o nel Futuro scialbe tematiche "sociali" e ideologiche.
Le ideologie sociali sono come delle erbacce, che trovano terreno fertile nel ristagno di una civiltà divenuta troppo stabile per accorgersi della sua stessa decadenza, ma prima del 1947 la Ricerca Scientifica era ancora esattamente questo: una ricerca, portata avanti da esploratori che si confrontavano ogni giorno con l'Ignoto.
Quando nel 1901, all'alba del Ventesimo Secolo, la RSS Discovery lasciava il porto di Dundee diretta verso il Monte Erebus in Antartide, letteralmente dove nessun uomo era mai giunto prima, il senso di confrontarsi con l'Ignoto era ben presente in ciascuno dei membri dell'equipaggio.
Trenta anni dopo, H.P. Lovecraft scriveva Alle Montagne della Follia, un romanzo breve in cui un gruppo di esploratori e di scienziati incontrano i resti di una civiltà aliena, rimasta sepolta per milioni di anni sotto i ghiacci del Continente Antartico. Alle Montagne della Follia avrebbe poi ispirato il film La Cosa da un Altro Mondo, e il suo remake La Cosa, con Kurt Russel, diretto da John Carpenter. In realtà, la Cosa da un altro mondo é la diretta trasposizione di un altro racconto, Chi va là? scritto da John W. Campbell e pubblicato due anni dopo Alle Montagne della Follia.
Sebbene lo stesso Lovecraft, per sua stessa ammissione, si sia ispirato a sua volta al racconto di Poe La relazione di Arthur Gordon Pym da Nantucket, anch'esso scritto nella forma del diario di un marinaio durante un viaggio nell'Oceano Antartico, (l'espressione "Tekeli-li" appare in entrambi i racconti) é evidente l'influenza che il viaggio della Discovery ha avuto sulla penna del gentiluomo di Providence.
Se leggiamo Alle Montagne della Follia, e confrontiamo le foto dei reperti raccolti in Antartide con il disegno di una delle "Cose Ancestrali" di Lovecraft, la somiglianza non potrebbe essere più chiara.
Alle Montagne della Follia sarà pubblicato solo cinque anni dopo la sua stesura, nel frattempo, le Cose Ancestrali sarebbero apparse in altri due racconti, Il Sogno nella Casa Stregata, in cui il protagonista ha una visione del loro pianeta d'origine, con tre soli, e L'Ombra Fuori dal Tempo, in cui un uomo moderno, trovatosi suo malgrado a viaggiare nel tempo a causa delle macchinazioni di altri alieni, la Grande Razza di Yith, assiste all'arrivo delle Cose Ancestrali sulla Terra, che precede la comparsa dei Dinosauri.
Continuate a leggere, se ne avete il coraggio.
La RRS Discovery, ora ormeggiata al Discovery Point nella città di Dundee, é stata la prima nave costruita espressamente per la ricerca scientifica, e la prima a raggiungere l'Antartide |
Noi siamo abituati alla "Fantascienza" degli anni '50 e '60, che non si pone in realtà alcuna domanda sulla natura del Cosmo o sul posto dell'Umanità in esso, ma si limita a trasferire nello Spazio o nel Futuro scialbe tematiche "sociali" e ideologiche.
Le ideologie sociali sono come delle erbacce, che trovano terreno fertile nel ristagno di una civiltà divenuta troppo stabile per accorgersi della sua stessa decadenza, ma prima del 1947 la Ricerca Scientifica era ancora esattamente questo: una ricerca, portata avanti da esploratori che si confrontavano ogni giorno con l'Ignoto.
Quando nel 1901, all'alba del Ventesimo Secolo, la RSS Discovery lasciava il porto di Dundee diretta verso il Monte Erebus in Antartide, letteralmente dove nessun uomo era mai giunto prima, il senso di confrontarsi con l'Ignoto era ben presente in ciascuno dei membri dell'equipaggio.
Trenta anni dopo, H.P. Lovecraft scriveva Alle Montagne della Follia, un romanzo breve in cui un gruppo di esploratori e di scienziati incontrano i resti di una civiltà aliena, rimasta sepolta per milioni di anni sotto i ghiacci del Continente Antartico. Alle Montagne della Follia avrebbe poi ispirato il film La Cosa da un Altro Mondo, e il suo remake La Cosa, con Kurt Russel, diretto da John Carpenter. In realtà, la Cosa da un altro mondo é la diretta trasposizione di un altro racconto, Chi va là? scritto da John W. Campbell e pubblicato due anni dopo Alle Montagne della Follia.
Sebbene lo stesso Lovecraft, per sua stessa ammissione, si sia ispirato a sua volta al racconto di Poe La relazione di Arthur Gordon Pym da Nantucket, anch'esso scritto nella forma del diario di un marinaio durante un viaggio nell'Oceano Antartico, (l'espressione "Tekeli-li" appare in entrambi i racconti) é evidente l'influenza che il viaggio della Discovery ha avuto sulla penna del gentiluomo di Providence.
Se leggiamo Alle Montagne della Follia, e confrontiamo le foto dei reperti raccolti in Antartide con il disegno di una delle "Cose Ancestrali" di Lovecraft, la somiglianza non potrebbe essere più chiara.
Alle Montagne della Follia sarà pubblicato solo cinque anni dopo la sua stesura, nel frattempo, le Cose Ancestrali sarebbero apparse in altri due racconti, Il Sogno nella Casa Stregata, in cui il protagonista ha una visione del loro pianeta d'origine, con tre soli, e L'Ombra Fuori dal Tempo, in cui un uomo moderno, trovatosi suo malgrado a viaggiare nel tempo a causa delle macchinazioni di altri alieni, la Grande Razza di Yith, assiste all'arrivo delle Cose Ancestrali sulla Terra, che precede la comparsa dei Dinosauri.
Continuate a leggere, se ne avete il coraggio.
domenica 25 ottobre 2015
Poe VS Lovecraft
La locandina dello spettacolo |
–Lei é... Edgar Allan Poe?Con queste parole si aprono e si chiudono entrambi gli atti del nuovo episodio del Grand Guignòl de Milan, il teatro dell'orrore scritto, diretto e presentato da Gianfilippo Maria Falsina Lamberti, riportato alla vita dagli umidi e bui sotterranei della Parigi Bohemienne e della Londra Vittoriana per il (dis)piacere e il tormento del pubblico milanese.
–Così dicono.
–Ma... é impossibile!
Dopo essere passato per le terrificanti cripte dei vampiri con Bram Stocker, e aver attraversato gli inquietanti scenari di un Paese delle Meraviglie sotterraneo e dal forte retrogusto gotico con Lewis Carrol, questa volta il nostro perverso psicopompo mette di fronte due oscuri artigiani dei nostri incubi, che si incontrano e si scontrano come unici protagonisti in un tetro non-luogo sospeso Oltre.
Gianfilippo Maria Falsina Lamberti apre le porte dell'Oltre |
Disse il Corvo: Tekeli-li (no, non é Milanese) |
Uno sguardo sull'Incubo: Ph'nglui
mglw'nafh Cthulhu R'lyeh wgah'nagl
fhtagn
|
Tuttavia, non é morto ciò che sa giacere in eterno, e negli Strani Eoni anche la Morte può morire; così, nel secondo atto, il redivivo Lovecraft ruba la scena, trascinando Poe verso le nere colonne della sommersa R'lyeh, solo per essere ucciso di nuovo dal suo compagno, reso pazzo da ciò che non é fatto per essere visto da occhi umani. Il cadavere però si rialza per la seconda volta, e dopo aver intonato la litania degli Antichi e invocato il Grande Cthulhu, sacrifica il suo predecessore ormai inerte, nel momento più sublime mai raggiunto dal Gran Guignòl de Milan, che supera e trascende se stesso bruciando in un olocausto di gioia.
Ma é davvero finita?
mercoledì 21 ottobre 2015
Fiera del Fumetto di Lugano - Conclusione
La cosa di cui ho sentito più la mancanza alla Fiera di Lugano é stata la gara di Cosplay, che ormai é diventata parte integrante di qualsiasi evento anche solo tangenzialmente legato al Fumetto.
Si tratta di un'assenza per lo più giustificata: la Fiera di Lugano infatti é troppo nuova, e i ticinesi non sono ancora riusciti a risolvere tutti i problemi organizzativi che coordinare le due metà di un evento di questo tipo comporta.
Certo, pur apprezzando il lavoro dei colleghi ticinesi, e il loro desiderio tutto svizzero di mettere bene a punto qualcosa prima di portarlo davanti al pubblico, mi auguro che questa fase di rodaggio passi presto, perché a una fiera del fumetto manca qualcosa senza i Cosplayer (ma soprattutto manca qualcuno - avrei voluto infatti incontrare i miei amici cosplayer del lato elvetico, di cui ho davvero sentito la mancanza e che spero di ritrovare al Japan Matsuri di Bellinzona).
Nello stile che ci caratterizza comunque, i cosplayer non si sono scoraggiati, e alcuni di loro sono venuti lo stesso in costume, mentre altri si sono accontentati almeno di un costume parziale.
Ben poco si é invece potuto fare per correggere l'altro grande elemento di squilibrio, che é purtroppo un effetto collaterale della situazione del mercato italiano, caratterizzato da un'offerta rachitica e autoreferenziale e da domanda perennemente insoddisfatta.
Poiché la Svizzera, al momento attuale, si trova in una situazione paragonabile a quella di un edificio appena costruito, i cui appartamenti sono ancora vuoti e non del tutto arredati, ha lo svantaggio di fare da cassa di risonanza agli echi della vicina editoria italiana, già portata, per sua natura, a circondarsi di una gran fanfara. Una volta costretti a confrontarci con il mondo esterno tuttavia, e non ho dubbi che succederà sempre più spesso, la realtà del nostro cortile emerge in tutta la sua tristezza.
É ironico che proprio in Svizzera io abbia scoperto l'esistenza del Formato Bonellide, e dopo le tervigoni é un'altra cosa di cui avrei volentieri fatto a meno.
Le mie conclusioni a riguardo esulano dal contesto di questo articolo, e meriterebbero un approfondimento a sé stante che sarebbe troppo lungo da fare ora. Vi rimando, per il momento a quanto ho già detto nei miei articoli dedicati al Fantarona.
In attesa di tempi migliori, continuate a leggere.
Il vostro amichevole Uomo-Ragno di cantone |
Certo, pur apprezzando il lavoro dei colleghi ticinesi, e il loro desiderio tutto svizzero di mettere bene a punto qualcosa prima di portarlo davanti al pubblico, mi auguro che questa fase di rodaggio passi presto, perché a una fiera del fumetto manca qualcosa senza i Cosplayer (ma soprattutto manca qualcuno - avrei voluto infatti incontrare i miei amici cosplayer del lato elvetico, di cui ho davvero sentito la mancanza e che spero di ritrovare al Japan Matsuri di Bellinzona).
Nello stile che ci caratterizza comunque, i cosplayer non si sono scoraggiati, e alcuni di loro sono venuti lo stesso in costume, mentre altri si sono accontentati almeno di un costume parziale.
Ben poco si é invece potuto fare per correggere l'altro grande elemento di squilibrio, che é purtroppo un effetto collaterale della situazione del mercato italiano, caratterizzato da un'offerta rachitica e autoreferenziale e da domanda perennemente insoddisfatta.
Poiché la Svizzera, al momento attuale, si trova in una situazione paragonabile a quella di un edificio appena costruito, i cui appartamenti sono ancora vuoti e non del tutto arredati, ha lo svantaggio di fare da cassa di risonanza agli echi della vicina editoria italiana, già portata, per sua natura, a circondarsi di una gran fanfara. Una volta costretti a confrontarci con il mondo esterno tuttavia, e non ho dubbi che succederà sempre più spesso, la realtà del nostro cortile emerge in tutta la sua tristezza.
"per tutti i mostri spaziali, Batman! Che cos'é quella cosa?"
"É un Bonellide, Robin! Presto dobbiamo ucciderlo, prima
che deponga le uova!"
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Le mie conclusioni a riguardo esulano dal contesto di questo articolo, e meriterebbero un approfondimento a sé stante che sarebbe troppo lungo da fare ora. Vi rimando, per il momento a quanto ho già detto nei miei articoli dedicati al Fantarona.
In attesa di tempi migliori, continuate a leggere.
lunedì 19 ottobre 2015
Pirati dei Caraibi: la Bussola dei 7 Mari
É uscito il nuovo film amatoriale dei Pirati di Xandria, basato sulla saga dei Pirati dei Caraibi.
Il titolo del cortometraggio é "La Bussola dei 7 Mari" ed é stato realizzato da attori non professionisti. Il video é stato presentato in anteprima alla Fiera del Fumetto di Alessandria (prima edizione) e sarà riproposto a Lucca dalla ciurma dei Pirati di Xandria.
Il titolo del cortometraggio é "La Bussola dei 7 Mari" ed é stato realizzato da attori non professionisti. Il video é stato presentato in anteprima alla Fiera del Fumetto di Alessandria (prima edizione) e sarà riproposto a Lucca dalla ciurma dei Pirati di Xandria.
venerdì 16 ottobre 2015
Storia di Milano: i Della Torre
I Della Torre sono un'antica famiglia dell'aristocrazia longobarda (o secondo altre fonti, discendenti del ceppo Carolingio) originaria del borgo fortificato di Primaluna in quella che era, ai tempi, la Contea di Valsassina. (La Valsassina si trova nella parte settentrionale di quella che, nel momento in cui scrivo, é la Provincia di Lecco).
Per un periodo di circa cinquant'anni, dal 1240 al 1293, e con alterne fortune fino al 1311, i Della Torre sono stati Signori di Milano; ciò li ha portati in conflitto con i Visconti, con i quali per altro sono esistiti anche rapporti più amichevoli, almeno all'inizio, e addirittura rapporti di parentela: Jacopo della Torre infatti, figlio del presunto fondatore della famiglia, Martino "il Gigante", avrebbe sposato una certa Berta Visconti.
I buoni rapporti però, non erano destinati a durare: Napoleone Della Torre (meglio conosciuto come Napo Torriani - dopo di lui, Torriani sarebbe diventato il nome ufficiale della famiglia) che aveva ottenuto il Vicariato Imperiale sulla città di Milano dall'Imperatore Rodolfo di Asburgo nel 1274, ne viene infatti estromesso da Ottone Visconti, che aveva fomentato una serie di rivolte contro i Della Torre nel Locarnese e nell'Alto Milanese, dove era più forte il malcontento contro la Signoria. Le rivolte sfociarono in una vera e propria guerra civile, che avrebbe portato, tra l'altro, alla distruzione di Castelseprio.
Con il loro aiuto Guido della Torre riuscì per un breve periodo a riprendere Milano dai Visconti nel 1311, ma a causa di una disputa interna tra Guido e l'Arcivescovo Gastone della Torre, il loro vantaggio strategico fu definitivamente perduto, portando i Torriani ancora una volta all'esilio.
Solo nel 1332 una parte della famiglia sarebbe riuscita a rientrare a Milano, costretta però ad accettare la sottomissione ai Visconti.
Da allora la famiglia si é divisa in più rami, tra cui quello di Mendrisio.
I Torriani e i Tasso fuggiti da Milano invece, ripararono in Germania, dove si fusero nei Von Thurn und Taxis, che divenne il ramo più famoso e influente.
Stabilitisi nella città fiamminga di Anversa, i Thurn Und Taxis avrebbero ottenuto il titolo di Principi, e la gestione del servizio postale imperiale.
Per trasportare la posta si servivano di piccole carrozze di colore giallo, da cui derivano i nostri "taxi". Alle vicende del servizio postale si é ispirato tra l'altro anche un gioco da tavolo.
In seguito i Thurn und Taxis si sarebbero trasferiti da Anversa a Ratisbona, dove ancora oggi risiedono, e dove gestiscono un rinomato birrificio.
Questo articolo é dedicato a Michelangela Barbieri Torriani, detta Miki, che per uno strano caso del Destino gioca a Vampires: the Masquerade nella mia stessa cronaca.
Buon compleanno Miki!
Lo stemma dei Della Torre |
I buoni rapporti però, non erano destinati a durare: Napoleone Della Torre (meglio conosciuto come Napo Torriani - dopo di lui, Torriani sarebbe diventato il nome ufficiale della famiglia) che aveva ottenuto il Vicariato Imperiale sulla città di Milano dall'Imperatore Rodolfo di Asburgo nel 1274, ne viene infatti estromesso da Ottone Visconti, che aveva fomentato una serie di rivolte contro i Della Torre nel Locarnese e nell'Alto Milanese, dove era più forte il malcontento contro la Signoria. Le rivolte sfociarono in una vera e propria guerra civile, che avrebbe portato, tra l'altro, alla distruzione di Castelseprio.
Miki Barbieri Torriani assieme a
Gianfilippo Maria Falsina Lamberti, in un
locale di Milano
|
La battaglia di Castelseprio é narrata nell'albo a fumetti Cronache del Seprio, realizzato dalla Pro-Loco di alcuni comuni del Seprio, le cui tavole originali sono state esposte al Festival Interceltico di Busto Arsizio dall'11 al 20 settembre 2015 nella mostra intitolata "Il Seprio a Fumetti".
Sebbene la perdita di Castelseprio fosse stata un duro colpo, Napo Torriani riuscì a mantenere il controllo della Rocca di Angera; per poco, perché nel 1278 sarebbe caduto prigioniero di Ottone Visconti, il quale lo rinchiuse dentro una gabbia lasciandolo morire di stenti.
Sebbene la perdita di Castelseprio fosse stata un duro colpo, Napo Torriani riuscì a mantenere il controllo della Rocca di Angera; per poco, perché nel 1278 sarebbe caduto prigioniero di Ottone Visconti, il quale lo rinchiuse dentro una gabbia lasciandolo morire di stenti.
Il fratello Guido della Torre, che era stato catturato assieme a lui, riuscirà invece a fuggire in Friuli, da dove avrebbe continuato la resistenza contro i Visconti.
Oltre al Friuli, i Torriani mantennero anche il controllo di Bergamo, grazie all'alleanza con i Tasso, feudatari della Val Brembana (fonte incerta).
Oltre al Friuli, i Torriani mantennero anche il controllo di Bergamo, grazie all'alleanza con i Tasso, feudatari della Val Brembana (fonte incerta).
Lo stemma dei Thurn und Taxis
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Solo nel 1332 una parte della famiglia sarebbe riuscita a rientrare a Milano, costretta però ad accettare la sottomissione ai Visconti.
Da allora la famiglia si é divisa in più rami, tra cui quello di Mendrisio.
I Torriani e i Tasso fuggiti da Milano invece, ripararono in Germania, dove si fusero nei Von Thurn und Taxis, che divenne il ramo più famoso e influente.
Stabilitisi nella città fiamminga di Anversa, i Thurn Und Taxis avrebbero ottenuto il titolo di Principi, e la gestione del servizio postale imperiale.
Per trasportare la posta si servivano di piccole carrozze di colore giallo, da cui derivano i nostri "taxi". Alle vicende del servizio postale si é ispirato tra l'altro anche un gioco da tavolo.
In seguito i Thurn und Taxis si sarebbero trasferiti da Anversa a Ratisbona, dove ancora oggi risiedono, e dove gestiscono un rinomato birrificio.
Questo articolo é dedicato a Michelangela Barbieri Torriani, detta Miki, che per uno strano caso del Destino gioca a Vampires: the Masquerade nella mia stessa cronaca.
Buon compleanno Miki!
mercoledì 14 ottobre 2015
Fiera del Fumetto di Lugano - Parte Prima
La fiera sta cercando di allargare il proprio spazio espositivo, con risultati non eccezionali, ma con notevole impegno.
L'esordiente Johnny Pagani sembra ancora ad una fase sperimentale, ma sta provando il suo talento in tutte le direzioni possibili, che rende il suo lavoro ancora troppo difficile da definire.
Posso azzardare che farà strada, ma non saprei dire quale.
Timothy Hoffman é un altro esordiente, la cui opera Corvi + Topi si trova invece già in una fase più avanzata. La premessa é simile a quella della serie Cyberpunk Dark Angel, ma trapianta il futuro distopico dalla skyline di Seattle al paesaggio ticinese; la vicenda non sembra risentirne affatto, anzi, si radica subito nel suo nuovo territorio.
Fedeli alla propria vocazione, gli svizzeri stanno prendendo le misure per qualcosa che ancora non sanno bene come gestire, ma che é certamente destinato a crescere esponenzialmente nei prossimi anni, e che sta già attirando investitori.
Sebbene sia ancora troppo presto per parlare di Fumetto Svizzero, come realtà a sé stante rispetto, ad esempio, al Fumetto Franco-Belga o a quella pur datata del Fumetto Italiano, già si cominciano a intravedere alcune interessanti proposte.
Sebbene sia ancora troppo presto per parlare di Fumetto Svizzero, come realtà a sé stante rispetto, ad esempio, al Fumetto Franco-Belga o a quella pur datata del Fumetto Italiano, già si cominciano a intravedere alcune interessanti proposte.
Johnny Pagani |
Posso azzardare che farà strada, ma non saprei dire quale.
Timothy Hoffman é un altro esordiente, la cui opera Corvi + Topi si trova invece già in una fase più avanzata. La premessa é simile a quella della serie Cyberpunk Dark Angel, ma trapianta il futuro distopico dalla skyline di Seattle al paesaggio ticinese; la vicenda non sembra risentirne affatto, anzi, si radica subito nel suo nuovo territorio.
Non manca neppure la Scuola di Manga di Bellinzona, che riprende da dove aveva lasciato l'anno scorso, ma con un supporto tecnologico superiore: dalla tecnica di disegno tradizionale (comunque portata avanti con i ragazzi delle scuole, che quest'anno salgono a due classi) passa ora alla seconda lezione, la tavoletta grafica.
Sono inoltre disponibili dei tutorial sul loro canale Myoko TV.
Continuate a leggere.
Sono inoltre disponibili dei tutorial sul loro canale Myoko TV.
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martedì 13 ottobre 2015
Bustofolk 2015 - Conclusione
Prima di approfondire il discorso sulla Svizzera, volevo completare in breve la serie di articoli sul Bustofolk, se é possibile; sono molte le cose che ho tralasciato e che spero di poter riprendere più avanti, magari in occasione di un'altra festa.
Chiedo scusa perciò a Federico Gasparotti, del cui libro spero di poter parlare al più presto, ma non é possibile abbandonare il Festival Interceltico di Busto Arsizio senza aver parlato della musica e dei musicisti che vi hanno partecipato, dagli Inisfail ai Green Circle, che hanno tenuto banco durante la maggior parte del festival, e soprattutto quelli che hanno chiuso le serate di sabato 19 e domenica 20, rispettivamente.
Se vi ricordate di Viking Saga, lo spettacolo di fine anno 2015 dell'Accademia di Danze Irlandesi Gens d'Ys, e in particolare la parte dedicata agli Elfi Oscuri, in cui ho ballato anch'io assieme al mio corso, sappiate che ci siamo esibiti sulle note di Cape Horn, un brano dell'album Oceans of Fire dei Celtica Pipes Rock.
Sono stati proprio i Celtica Pipes Rock a concludere la serata di sabato, dandomi la possibilità di ascoltare quello stesso brano dal vivo. Vi confesso che, anche se non sono il tipo che si lascia andare alle emozioni, sentirli suonare sul palco e poterli incontrare di persona é stato più di quanto avrei creduto possibile.
Di segno opposto invece l'esibizione che ha concluso la serata di domenica e il festival, che ha visto (o meglio ascoltato) l'arpa di Adriano Sangineto accompagnata dal coro della famiglia Sala, un "clan" di cantanti che, con la loro voce lirica, hanno dato vita a una versione inedita di canti tradizionali come Amazing Grace, Scarborough Fair, Greensleeves, I Am the Voice e You Raise Me Up.
Inedita anche perché questa é la prima volta che Adriano Sangineto e i Sala si esibiscono insieme, ma spero non l'ultima.
Continuate a leggere.
Ozzy? Ozzy chi? |
Heavy Mithril! |
Se vi ricordate di Viking Saga, lo spettacolo di fine anno 2015 dell'Accademia di Danze Irlandesi Gens d'Ys, e in particolare la parte dedicata agli Elfi Oscuri, in cui ho ballato anch'io assieme al mio corso, sappiate che ci siamo esibiti sulle note di Cape Horn, un brano dell'album Oceans of Fire dei Celtica Pipes Rock.
Sono stati proprio i Celtica Pipes Rock a concludere la serata di sabato, dandomi la possibilità di ascoltare quello stesso brano dal vivo. Vi confesso che, anche se non sono il tipo che si lascia andare alle emozioni, sentirli suonare sul palco e poterli incontrare di persona é stato più di quanto avrei creduto possibile.
Di segno opposto invece l'esibizione che ha concluso la serata di domenica e il festival, che ha visto (o meglio ascoltato) l'arpa di Adriano Sangineto accompagnata dal coro della famiglia Sala, un "clan" di cantanti che, con la loro voce lirica, hanno dato vita a una versione inedita di canti tradizionali come Amazing Grace, Scarborough Fair, Greensleeves, I Am the Voice e You Raise Me Up.
Inedita anche perché questa é la prima volta che Adriano Sangineto e i Sala si esibiscono insieme, ma spero non l'ultima.
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lunedì 12 ottobre 2015
Fiera del Fumetto di Lugano - Introduzione
La forza del Fumetto é la sua versatilità: pur parlando un linguaggio universale, riesce a radicarsi nel territorio come nessun'altra cosa, rispecchiandone la forma e lo spirito, e mettendone in evidenza le peculiarità.
Per questo motivo, ogni fiera del fumetto é diversa dall'altra e unica a modo suo.
Ciò che é unico della Fiera di Lugano é che mi permette di osservare il mondo del fumetto italiano da fuori, e allo stesso tempo di fare un paragone con il nascente mercato svizzero.
Dal momento che nell'Insubria Elvetica[1] l'arte del fumetto si trova ancora in uno stadio embrionale, gli autori si appoggiano a quello che hanno, cioé alla produzione italiana.
Se si escludono gli influssi dal Giappone, dagli Stati Uniti e persino dalla Francia però, il fumetto italiano é rimasto fermo agli anni '60, e si rivolge ora quasi esclusivamente a un pubblico di nostalgici[2].
Visitando la Fiera di Lugano quindi, ho la distinta impressione di essere tornato indietro nel tempo di almeno cinquant'anni[3].
Rispetto all'Italia però, si nota subito un interesse molto maggiore e un'immediata risposta del sistema istituzionale, scolastico e amministrativo.
In generale, le mie conclusioni ricalcano quelle di Arona, ma vista da questa parte del Confine, ogni cosa sembra acquisire una profondità diversa, che non sarebbe possibile cogliere altrimenti.
Continuate a leggere.
[1] Preferisco chiamarla così piuttosto che "Svizzera Italiana". Dopotutto l'Italia é un'espressione geografica, é la Svizzera il vero stato. Quanto alla lingua italiana, sarà presto morta come il Latino, considerando com'é insegnanata a scuola.
[2] Questo non vale solo per il fumetto, ma permea ogni aspetto della cultura in Italia.
[3] e non sono il solo: durante una conferenza, uno sceneggiatore italiano racconta di come sua moglie (giapponese) al suo arrivo in Italia abbia commentato "Mi sembra di essere tornata indietro di tre secoli".
Per questo motivo, ogni fiera del fumetto é diversa dall'altra e unica a modo suo.
Ciò che é unico della Fiera di Lugano é che mi permette di osservare il mondo del fumetto italiano da fuori, e allo stesso tempo di fare un paragone con il nascente mercato svizzero.
Dal momento che nell'Insubria Elvetica[1] l'arte del fumetto si trova ancora in uno stadio embrionale, gli autori si appoggiano a quello che hanno, cioé alla produzione italiana.
Se si escludono gli influssi dal Giappone, dagli Stati Uniti e persino dalla Francia però, il fumetto italiano é rimasto fermo agli anni '60, e si rivolge ora quasi esclusivamente a un pubblico di nostalgici[2].
Visitando la Fiera di Lugano quindi, ho la distinta impressione di essere tornato indietro nel tempo di almeno cinquant'anni[3].
Rispetto all'Italia però, si nota subito un interesse molto maggiore e un'immediata risposta del sistema istituzionale, scolastico e amministrativo.
In generale, le mie conclusioni ricalcano quelle di Arona, ma vista da questa parte del Confine, ogni cosa sembra acquisire una profondità diversa, che non sarebbe possibile cogliere altrimenti.
Continuate a leggere.
[1] Preferisco chiamarla così piuttosto che "Svizzera Italiana". Dopotutto l'Italia é un'espressione geografica, é la Svizzera il vero stato. Quanto alla lingua italiana, sarà presto morta come il Latino, considerando com'é insegnanata a scuola.
[2] Questo non vale solo per il fumetto, ma permea ogni aspetto della cultura in Italia.
[3] e non sono il solo: durante una conferenza, uno sceneggiatore italiano racconta di come sua moglie (giapponese) al suo arrivo in Italia abbia commentato "Mi sembra di essere tornata indietro di tre secoli".
giovedì 8 ottobre 2015
Fantarona Blues
Il primo giorno del Fantarona é stato un'occasione per fare il punto non solo sul mio lavoro, ma anche sull'intero settore. Sono giunto ad alcune conclusioni, a tratti sconfortanti e a tratti incoraggianti.
Per quanto riguarda i fumetti, la Bonelli non ha bisogno di essere presentata, perché ci riesce benissimo da sola, e lo sanno fin troppo bene gli esordienti, come i creatori di No Lands che, per riuscire a trovare uno spazio lontano dal monolito bonelliano sono stati costretti a trasferirsi in Spagna.
Questa infatti é la grande maledizione del mercato del fumetto in Italia: perennemente intasato dagli elefanti bianchi come la Bonelli e la Mondadori, che si rivolgono soprattutto ad un pubblico di nostalgici, non lascia sufficiente spazio agli emergenti, nonostante le nuove proposte esistano, come il fumetto neo-pulp autoprodotto da un gruppo di giocatori di ruolo locali.
Del tutto inaspettato invece il successo di Emme3 Edizioni e del suo supereroe di punta, Capitan Nova (in precedenza noto con l'imbarazzante nome di Capitan Novara) che non mi ha mai convinto, e continua a non convincermi, ma con cui il panorama del fumetto italiano si trova suo malgrado a dover fare i conti; sul loro ultimo prodotto, Massimo Capone: una storia di Fantascienza, realizzato in collaborazione con la Balluff (più uno sponsor che un collaboratore vero e proprio) preferisco sospendere il giudizio, finché non mi sarò fatto un'idea più precisa.
Per la letteratura di genere invece, segnalo il Dark Fantasy Angelize, dell'autrice Aislinn, mentre gli appassionati di fantascienza vecchio stile apprezzeranno Cronache di Mondo9, una raccolta di nove storie brevi che riprendono i temi della space opera classica, trasposti però in una tetra e insolita ambientazione steampunk. Il libro é accompagnato addirittura da una colonna sonora (da acquistare a parte) eseguita dal gruppo The Wimshurst's Machine (vi ricordate di Augusto Chiarle?)
Un articolo a parte meritano invece Livio Gambarini e Francesca Romana d'Amato, con le loro epiche saghe ambientate nella Milano Viscontea.
Continuate a leggere.
Gli autori |
Questa infatti é la grande maledizione del mercato del fumetto in Italia: perennemente intasato dagli elefanti bianchi come la Bonelli e la Mondadori, che si rivolgono soprattutto ad un pubblico di nostalgici, non lascia sufficiente spazio agli emergenti, nonostante le nuove proposte esistano, come il fumetto neo-pulp autoprodotto da un gruppo di giocatori di ruolo locali.
Scrivere fumetti e fantasy é così stressante che non solo
gli autori, ma anche i loro personaggi hanno bisogno di
una seduta dall'analista.
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Per la letteratura di genere invece, segnalo il Dark Fantasy Angelize, dell'autrice Aislinn, mentre gli appassionati di fantascienza vecchio stile apprezzeranno Cronache di Mondo9, una raccolta di nove storie brevi che riprendono i temi della space opera classica, trasposti però in una tetra e insolita ambientazione steampunk. Il libro é accompagnato addirittura da una colonna sonora (da acquistare a parte) eseguita dal gruppo The Wimshurst's Machine (vi ricordate di Augusto Chiarle?)
Un articolo a parte meritano invece Livio Gambarini e Francesca Romana d'Amato, con le loro epiche saghe ambientate nella Milano Viscontea.
Continuate a leggere.
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